FRANCHI: Squadra nuova, panchina vecchia

FRANCHI: Squadra nuova, panchina vecchia FRANCHI: Squadra nuova, panchina vecchia (Segue da pag. 9) avremmo dovuto partire da lontano. Per quanto mi riguarda non sono eambialo. Sto bene. A San Siro, nell'andata, se avessi segnato tre gol nessuno si sarebbe stupito. Si parla molto di rinnovare la squadra azzurra. Se e per il bene della nazionale i responsabili sapranno come regolarsi ». Boninsegna, l'altro imputato, si è difeso: « Piuttosto di criticare i compagni mi prendo tutta la colpa, però qualcosa non hu funzionato. Ho corso molto, ma non ho ricavato nulla. Neppure un tiro a rete. A livello di club le cose sarebbero andate me¬ glio. Lo stesso discorso vale per Riva. In nazionale è difficile mettere d'accordo undici giocatori che militano in squadre diverse. Se a Rotterdam, contro l'Aìux, troveremo un arbitro come il signor Schiller, difficilmente la spunteremo. Schiller si è dimostrato un arbitro sfacciatamente casalingo. Nella finale europea dovremo giocare chius', noi dell'Inter, altrimenti rischieremo di prendere tre gol dagli olandesi ». Benetti, uno dei due « non messicani » della squadra schierata a Bruxelles, ha fatto un'interessante considerazione: « In questa squadra c'è troppa gente che ha già vinto tutto. A Bruxelles è mancata quella volontà di vit¬ toria che avevano ad esempio gli avversari. Inoltre alcuni di noi si preoccupavano di fare bella figura e non pensavano alla squadra ». Facchetti è di parere diverso: «Eravamo tutti concentrati. Perdere in casa del Belgio con un gol di scarto non è un risultato disonorevole. Piuttosto è. stato lo t) a 0 di San Siro che ha compromesso la nostra qualificazione. Non abbiamo complessi di colpa ». Mazzola ha invece ammesso di aver giocalo male. Lo abbiamo sorpreso mentre leggeva « L'ultima diagnosi » di Arthur Hailey. « Un libro indovinato » — ha detto con ironia —. Poi ha proseguito: « All'inizio della partita ogni mio passaggio era diretto agli avversari. L'unico rilievo da fare è che volevamo vincere e invece abbiamo perso ». Nella squadra del futuro quale sarà il suo ruolo? «Dormiamoci sopra. Ho sonno. Non ho chiuso occhio ». Colpa della chimica? « Colpa del calcio. Si:w alle 3 del mattino abbiamo discusso sulla parlila. E' andato proprio tutto storto ». De Sisti è amareggiato ma ha negato di aver pianto per la rabbia della sconfitta: « Non l'ho mai fatto, nemme-1 7*0 per i miei cari. Sono dispiaciuto per la sconfitta ». La « nazionale della riconoscenza » cede il passo ai giovani. Causio è destinato a diventare un pilastro della formazione azzurra. Il « barone » rende omaggio alla vecchia guardia: « Questi giocatori sono gli unici che, nel dopoguerra, hanno dato grosse soddisfazioni agli sportivi italiani. Hanno lasciato una impronta. Adesso dovrebbe toccare a qualcun altro cercare di imitarli. Però la genie non dovrà pretendere sui bito i risultati ». Spinosi, utilizzato a BruJ xelles nel ruolo di stopper, è ormai un punto fisso della | squadra azzurra. Il difensore I bianconero ha cosi commenj tato la gara con il Belgio: i « La trasferta di Bruxelles ci | ha insegnato che nel calcio | moderno bisogna correre. I belgi correvano più di noi. , Io credo di aver fatto la mia parte. Ho avuto una sola di; straziane mU gol di Van j Himst, un gol molto bello. i Per il resto non ho nulla da rimproverarmi. In questa nuj zionale spero di restarci ». I b. b.

Persone citate: Arthur Hailey, Benetti, Boninsegna, Causio, De Sisti, Facchetti, Mazzola, Schiller, Spinosi

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles, Rotterdam