I moltissimi cinesi

I moltissimi cinesi L'ESPLOSIONE DEMOGRAFICA NEL MONDO I moltissimi cinesi La popolazione della Repubblica popolare è oggi di oltre 750 milioni, ma è impossibile avere cifre precise (l'ultimo censimento, del 1953, ha rivelato gravi errori) - Il ritmo di aumento è molto aitò, anche per la diminuzione della mortalità, ma si prevede un'attenuazione nei prossimi anni - Lo stesso regime è incerto: a fasi di propaganda demografica si alternano periodi nei quali si invita la popolazione a controllare le nascite Quando la Cina non era all'apice dell'attenzione mondiale, come ora è, ho scritto, a distanza di vari anni, diversi articoli sulla popolazione di quella Repubblica, il cui sviluppo demografico futuro avrà enorme influenza sul destino del nostro pianeta. Vi sono ora dei nuovi studi, dell'Aire! (funzionario dell'Ufficio censimento degli Stati Uniti), delle Nazioni Unite (previsioni sulla popolazione mondiale 1965-85) e dell'Orleans, esperto di ricerche sulla Cina nella Biblioteca del Congresso degli Stali Uniti. 11 suo lavoro è il più recente ed è stato pubblicato nel « Population Bullctin » del dicembre 1971 c ripreso dalla rivista, specializzala in problemi cinesi, « Carrelli Scene». Valutazioni Né Mao Tse-tung, né Ciu En-lai conoscono il numero esalto dei loro compagni, che abitano nella grande Repubblica. Il censimento ultimo — e notoriamente assai impreciso — e del 1953 e non vi c, pare, la minima prospettiva che venga ripetuto, non solo per la sua complessila e per il suo enorme coslo, ma anche per evilare speculazioni e controversie di carattere politico interno. Perciò, le valutazioni della popolazione della Cina costituiranno sempre una ragione di disputa e di contrasto tra i sinologi. Naturalmente, per calcolare la popolazione in anni successivi, occorre avere notizie sulla natalità e sulla mortalità ed anch'esse sono costituite da stime, essendo più che nolo, tra l'altro, che il dalo relativo alla mortalità, pubblicato nel 1953, era perfettamente erralo. E' molto strano, se ben si pensa, che sulla Cina non si abbiano notizie demografiche; essa fu il primo paese del mondo a raccogliere dati statistici, oltre il 2000 avanti Cristo, continuando per secoli la raccolta stessa. Ecco intanto i dati delle tre fonti prima citate: Ann! Aiid ONU Orleans Abit. Abit. Abit. (milium) (milium) (milium) 1960 718 - 655 l%5 782 695 701 1970 871 759 753 1975 962 825 813 1980 1060 895 887 Intanto, come termine di raffronto, consideriamo che, in Italia, siamo 54 milioni e cresciamo dello 0,6 co all'anno; costituiamo cioè meno del 7 Vb della popolazione cinese ed aumentiamo di circa un terzo di quel ch'essa aumenta; in altri termini, i cinesi crescono, ogni anno, di 15-14 milioni di abitanti, noi di poco più di 500 mila abitanti. Risulta marcatissima la differenza tra le tre valutazioni riportate nella tabellina: per il 1970 tra quella dell'Aird e quella dell'Orleans corrono più di 118 milioni; vi è, quindi, uno scarto più che doppio dell'intera popolazione dell'Italia. Pelle previsioni sul 1980 la differenza, tra i due autori, raggiunge i quasi' 174 milioni, cioè più di tre volte l'attuale popolazione italiana. Sia detto per incidenza che queste previsioni indicano anche quanto siano insensate quelle, a più lunga scadenza, circa la popolazione mondiale nel 2000, dato che le nostre conoscenze sulla reale consistenza di circa mezzo miliardo di Indiani, e di un altro quasi mezzo miliardo di Africani e Sud Americani sono ben poco migliori delle nostre notizie sui Cinesi. E' da queste basi che partono le previsioni: due miliardi e più di uomini di cui non si conosce il vero ammontale. avovpmrtndndconNel 1980 Delle tre serie di dati la più attendibile, a chi abbia pratica di questioni demografiche, sembra essere quella dell'Orleans e pare la più aderente ai latti reali. Prima della venuta del regime eli Mao-Tse-lung, la natalità cinese era di turca il 40-45 per mille, la mortalità verso il 35 per mille e la mortalità infantile del 275 per mille. (I corrispondenti daii odierni per l'Italia sono: natalità circa 17; mortalità circa 10; mortalità infantile circa 30). E' evidente che, negli anni delle grandi carestie, la popolazione 1 .1,. cinese potesse calare invece che K crescere. Con il consolidameli- to del nuovo regime la morta- e diminuita per il grande lità aumento del tenore di vita del: le masse più povere e per la migliore assistenza medica rag-giungendo, attualmente, circa il 11 per mille, riducendosi cioè alla metà. La natalità è, a sua volta, calata e dovrebbe essere oggi sul 52 per'mille; si prevede, però, che, verso il 1980, possa scendere sul 20-25 per mille, quando le nuove generazioni, indottrinate sul controllo delle nascite, diverranno prolifiche. Dunque, malgrado le profezie sulla popolazione del 2000, il miliardo o quasi di cinesi crescerà allora come crescono i popoli europei di oggi. Nei secoli scoisi la popolazione della Cina non crebbe che lentamente; anzi, nel pensiero cinese, stagna ancora la sensazione propria di un popolo preoccupalo della sua sopravvivenza, ammiratore, perciò, delle famiglie numerose, di quei genitori che mettevano al mondo molti ligli, perché almeno un maschio rimanesse, come assicurazione per la vecchiaia. L'altissima natalità era larga; metile compensata dai vuoti creati dalle carestie, dai disastri naturali, dalle guerre, dalle epidemie di tifo, di colera, di peste, di dissenteria, dall'infanticidio delle femmine (durato anche dopo il 1940), dalla prostituzione, dalla sotto-alimentazione, dalla mancanza di cure mediche ed igieniche, dovuta alla scarsità di medici, alla difficoltà di comunicazioni, al crollo dell'amministrazione, alla scarsa percentuale di popolazione urbana. Così il regime comunista trovò la Cina, con la demografia e la psicologia di un popolo agricolo e sottosviluppato, avente scarsa densità di popolazione e, se mai, la preoccupazione di una sotto-popolazione e non eli un eccesso della stessa. Nella prima metà del secolo attuale l'incremento dei cinesi fu percentualmente inferiore a quello che si riscontrava nelle nazioni europee ed in certi anni terribili per gliene, fame, pestilenze la popolazione addirit¬ tura' calava. Il regime, perciò non ebbe a-pieoccuparsi, all'inizio, di scegliere una qualche po litica demografica positiva o negativa, tanto più che Marx insegna come il controllo delle nascile sia un'invenzione borghese non essendo la miseria dovuta ad eccesso di popolazione, ma a cattiva distribuzione della ricchezza. Comunque, un maggior numero di braccia avrebbe creato nuova ricchezza e la produttività della popolazione sarebbe cresciuta più del suo numero. Ma i dati raccolti con il censimento del 1953 cominciarono a far riflettere gli studiosi: c'erano da 150 a 200 milioni di cinesi in più di quanto si credeva; la mortalità cominciava a calare, con i miglioramenti portali dal nuovo regime, la natalità restava alla e perciò la popolazione s'era messa a crescere più del previsto. Le svolte Chao Li-tsu — criticatissi1110 — cominciò a cercar di conciliare il controllo delle nascite con la dottrina marxista: esso serviva non come espediente borghese contro il sovra-popolamento, ma per migliorare la salute delle madri, promuovere l'educazione e l'istruzione, lasciar maggior tempo alle donne per il lavoro e lo studio. Ed essendo l'epoca dei « Cento fiori » di Mao, cioè della libertà di espressione e di pensiero, la propaganda per il'controllo delle nascite cominciò a far presa e, già" nel 1956. era chiaro ch'essa era ufficialmente appog¬ giata: si era compreso che un eccessivo aumento di popolazione non permetteva un incremento del reddito medio. Nella primavera del 1957 la campagna anli-demogralìca aveva raggiunto il suo apice: se ne occupavano federazioni femminili, Croce rossa, partito, scuole, ecc. ed erano ammessi l'aborto e la sterilizzazione, purché chiesti da ambedue i coniugi. Ma già nel 1958 la politica demografica veniva rovesciata. Il programma del « Grande Balzo in Avanti », «condannava come borghese il controllo delle nascite c proclamava la necessità di raggiungere un massimo di potenziale umano. Disastrosamente fallito il programma, la Cina entrò in una grave crisi economica che durò fino al 1962 c si accorse che la manodopera non già mancava, ma era eccessiva. E la campagna per il controllo delle nascite ricominciò: si raccomandò di nuovo la limitazione della grandezza della famiglia, per la miglior salute delle madri, si vietò, per legge, il matrimonio prima dei 18 anni per le femmine e di 20 per i maschi, si affidò ai sanitari, ed in particolare alle unità mediche mobili che giravano per le campagne, la propaganda dell'uso dei mezzi contraccettivi. Essi vengono, ormai, prodotti largamente in Cina. Leo Orleans ritiene che., quando l'indottrinamento avrà permeato le giovani generazioni divenute feconde, il controllo delle nascile farà sì che la popolazione cinese si mantenga nei giusti limiti. Diego de Castro Mao Tse-tung, visto da Levine - (Copyright N. Y. Rcvicw of fìooks, Opera Mundi e per l'Italia La Stampa)

Persone citate: Chao, Ciu En-lai, Diego De Castro, Leo Orleans, Levine, Mao, Marx