Un informatore ha scritto ai giudici "il mostro del Tevere è un dentista"

Un informatore ha scritto ai giudici "il mostro del Tevere è un dentista" Scherzo malvagio o colpo di scena al processo di Roma? Un informatore ha scritto ai giudici "il mostro del Tevere è un dentista" Nella lettera si fa il nome d'un professionista che abita nella capitale ed ora è in vacanza - L'imputato ha sempre accusato un «dottore» (Nostro servizio particolare) Roma, 24 giugno. « Il mostro », che uccise Graziano e Teresa Lovaglio sezionandone i cadaveri per gettarli nel Tevere chiusi in alcuni sacelli di juta, sarebbe un chirurgo-dentista romano. Alla ripresa del processo contro Vincenzo Teti, un informatore, che pur firmandosi « SpineUi » è chiaramente anonimo, ha inviato oggi ai giudici della corte d'assise una breve lettera per avvertirli che l'imputato,, al quale viene contestata la responsabilità del delitto, è innocente e non ha mentito sostenendo che « lo squartatore t è un dottore, comunque, a lui sconosciuto. L'autore della lettera, rivolgendosi ai magistrati, ha spiegato che l'assassino si chiama Antony Vricella, frequenta i campings di Castelfusano e di Porte Antenne ed «è molto pericoloso e coinvolto nel giro della droga». Il presidente della corte dottor Salemi, sia pur con molto scetticismo, ha dato incarico ai carabinieri di controllare le indicazioni fornite nella lettera anonima e di rintracciare il professionista. I primi risultati delle indagini hanno accertato che a Roma esiste effettivamente un medico - chirurgo dottor Antony Vricella, il quale ha uno studio dentistico in via Stoppani ed alloggia in via Giacinta Pezzana, nella zona di Forte Antenne. Il professionista è fuori città ed ha raggiunto la famiglia in va¬ canza al mare; non è da escludere l'ipotesi di uno scherzo malvagio o di una vendetta organizzata da qualcuno che abbia voluto coinvolgere in questa storia il dott. Vricella. Vincenzo Teti, infatti, durante i suoi interrogatori ha sempre sostenuto che autore del delitto sarebbe stato un «dottore» non meglio identificato, il quale era in contatto con Graziano Lovaglio ed era rimasto chiuso per un paio di giorni nell'appartamento di via Cutilia, dove i due coniugi vennero uccisi e tagliati a pezzi. Sulla necessità di rintracciare questo «dottore», Vincenzo Teti ha insistito a lungo, lasciando intendere, comunque, che prima della conclusione del processo sarebbe avvenuto un «colpo di scena». Oggi è arrivata la lettera anonima, in cui puntualmente vengono confermate tutte le affermazioni di colui che per l'accusa è un «mostro» destinato a rimanere nella storia della criminologia moderna come Landru. In attesa che i carabinieri forniscano chiarimenti sul contenuto dell'informazione anonima, il processo è stato rinviato all'udienza dell'8 luglio. Vincenzo Teti, oggi, ha chiesto ed ottenuto di fare una dichiarazione ai giudici. « Tutti i testimoni interrogati — ha detto — hanno mentito perché vogliono che io sia condannato. Ha mentito soprattutto il figlio di Graziano Lovaglio. Luigi è venuto a dirvi che io gli impedii una notte di entrare nella stanza del padre, la notte in cui sarebbe stato compiuto il delitto. Non è vero. Io non sono quello spietato assassino di cui il p.m. vuole la condanna...». « Per favore, signor presidente — lo ha interrotto il p.m. — faccia tacere l'imputato che si diverte soltanto a fare delle commedie». La richiesta è stata accolta dal presidente e il processo rinviato all'8 luglio. g. g.

Persone citate: Antony Vricella, Graziano Lovaglio, Salemi, Teresa Lovaglio, Vincenzo Teti

Luoghi citati: Roma