Quando la gelosia diventa morboso

Quando la gelosia diventa morboso Il giovane che fustigava la moglie senza colpa Quando la gelosia diventa morboso Il parere dello psichiatra: « Non si deve parlare tanto di pazzia, quanto di esasperazione per l'incapacità d'adattarsi a nuovi modelli di vita » - Domenico Pellettieri porta in sé l'immagine della donna-oggetto, tipica delle arcaiche società rurali, che si scontra con i costumi più liberi e spregiudicati della moderna civiltà Accasciato su una sedia nell'atrio del commissariato, Domenico Pellettieri fissa gli occhi sbarrati nel vuoto. E' il giovane denunciato perché legava la moglie e la prendeva a scudisciate: voleva che confessasse colpe non soltanto I Inesistenti, ma anche riguardanti il passato, prima del matrimonio. Si legge di queste cose e si prova un senso di sgomento. Qualcuno le liquida con una condanna inappellabile, qualche altro volta pagi- i na scuotendo la testa: «Un mat I lo». Né l'uno, né l'altro sono giù dizi esatti. La realtà è più ardua e complessa, bisogna slorzarsi, cer care di capirla: perché anche episodi come questi sono sintomi del dramma che nasce ogni giorno nella grande città dallo scontro tra culture radicalmente diverse e inconciliabili. «Non credo — dice il professoi Angelo Lusso, direttore del servi' zio pslcomedico sociale della Pro| vincia — che in questo caso si I debba parlare di malattia menta le. O, almeno, non soltanto ili I Vesto. Piuttosto di crisi che na j sce dal trapianto dt un determina ' to modello culturale in un ambiente che non lo accetta: allora, i in certi caratteri eccessivamente I emotivi può scoccare la scintilla di un raptus violento. C'è chi prende la moglie (e il proprio mo j dello culturale) esi asserraglia in una casa, sparando dalla jinestra sulla società che li respinge. C'è chi non potendo bastonare Vasi- | no, cioè la comunità che lo cir . tonda, se la prende con il basto, cioè la moglie innocente». Domenico Pellettieri viene, ancor giovane, dalla Basilicata a Torino. Un viaggio di un migliaio di chilometri nello spazio, ma molto più lungo e difficile nel tempo: il balzo da una civiltà contadina, che conserva ancora intatte abitudini e mentalità secolari, per non dire millenarie, e la tumultuosa civiltà industriale, dove i costumi si evolvono rapidi e sempre più spregiudicati. Pellettieri porta con sé, senza colpa, lo stereotipo di un ideale di donna sottomesso, docile: una crealura-oggetto, consacrata al dominio maschile, che non ha diritti ma soltanto il dovere di una fedeltà assoluta, totale, manlfesta- mta minuto per minuto con un rigi- i I è ferito più profondamente di | quanto egli stesso possa capire do atteggiamento di riserbo, di modestia, di dedizione che un'oc- I chiata un po' ardita, la minima liberta di linguaggio bastano ad inorinare. E' un «cliché» che, nel mondo arcaico da cui proviene Pellettieri (e che non è soltanto quello meridionale, ma quello ru j rale sotto qualsiasi latitudine), tutti rispettano scrupolosamente ed è considerato un fondamento del rapporto sociale: tanto che la minima violazione autorizza la più crudele rappresaglia. Ma, nel mondo . cui il giovano approda con quesio suo bagaglio atavico, questo tipo di modello e ormai dimenticato. Non da molti anni, ma da quanto basta perche esso sia stato cancellato dalla co scienza sociale. Le donne lavorano in fabbrica, sono indipendenti o lottano per diventarlo, i rapporti tra i due sessi sono spigliati, camerateschi, franchi. Antonia Abbate, la fidanzata, più duttile co me tutte le donne, si è già adeguata a questo clima: ed è lei stessa a ferire per prima l'arcaico rigore di sentimenti del fidanzato. Poiché questi non sembra aver Iretta di sposarla, lo lascia e si fidanza con un altro: la donna-oggetto mostra di essere una creati! l ra indipendente, spregiudicata, che non è disposta ad attendere | per tutta la vita il beneplacito del dominatore. Domenico Pellettieri, [|| ma, innamorato, cede fidanzata all'altare. Ma, fin dal primo giorno, il matrimonio è avvelenato da questa frattura iniziale, che l'ambiente circostante rende ogni giorno più profonda. «Ciascuno di noi — dice il professor Lusso — per poco che sia ombroso, è portato a interpretare un gesto, un'occhiata, spesso soltanto un'intonazione di voce nel modo peggiore, anche se quasi sempre lontano dalla realtà». Il modello primitivo che Domenico porta la t Pellettieri porta sigillato nella propria coscienza è violato. Ogni giorno con mille gesti, occhiate e parole inconsapevoli, ma non pei questo meno dolorose. Un bombardamento che, dice il professor Lusso, lo spinge «in uno stato di irritabilità crescente, lo carica di rancore». Finché travolte le labili difese della ragione, il raptus emotivo si scatena e il giovane, non potendo prendersela con la società che lo ferisce, si veridica sulla moglie innocente. I i I j | I j I i Domenico Pellettieri al commissariato di polizia - La moglie ricoverata in ospedale

Persone citate: Antonia Abbate, Domenico Pellettieri, Pellettieri

Luoghi citati: Basilicata, Torino