Minacciano di far saltare gli aerei della TWA se non ricevono un riscatto di trenta milioni

Minacciano di far saltare gli aerei della TWA se non ricevono un riscatto di trenta milioni Lettere anonime all'ufficio della Compagnia americana Minacciano di far saltare gli aerei della TWA se non ricevono un riscatto di trenta milioni « Che cosa è per voi questa somma, quando ogni apparecchio costa miliardi? » - Intricate modalità di pagamento : un annuncio economico, poi la consegna del denaro tramite due professionisti - Costoro, interrogati, si dichiarano all'oscuro di tutto - Le trattative, interrotte da qualche settimana, riprese in questi giorni? Tre lettere anonime sono state recapitate all'agenzia torinese della Tua (Trans World Airlines Inc.), con sede in corso Vittorio Emanuele 104/106 presso l'Hotel Ambasciatori. « Pagate 30 millo» ni, vi conviene: che cosa sono 30 milioni contro un vostro aereo che ne vale mille? ». La prima, scritta a penna in carattere stampatello, e giunta un mese fa, conteneva generiche Indicazioni sullo svolgimento della trattativa e annunciava che altre notizie sarebbero aprivate In seguito. Il direttore dell'agenzia, Pietro Fachin, avvertiva la polizia e, questa, la magistratura. Il primo problema da risolvere era: si tratta di un pazzo o di gente che fa sul serio? Lo stile della lettera, la perfetta ortografia e sintassi, la sicurezza e la precisione nel comunicare le norme da seguire per la consegna dei soldi, farebbero escludere la prima ipotesi. Mentre l'agenzia, avvisata la direzione generale a Roma, si metteva In contatto con l'ignoto autore dello scritto che si firma con una sigla di cinque lettere, funzionari di polizia in collaborazione con un sostituto procuratore, svolgevano nella massima segretezza indagini per identificare i responsabili. Puntuale, una settimana dopo, giungeva all'Ambasciatori una seconda lettera. Stessa busta e carta, stessa calligrafia. Un breve cenno alla minaccia e al prezzo del riscatto (« 30 milioni per voi non sono nulla; non pensate di prendervi pioco di noi, siamo gente che non scherza »ì, poi una dettagliate e complicata descrizione degli ordini cui obbedire. Anzitutto, un annuncio su La Stampa, alla voce « cercasi impiego». Il testo dell'inserzione, redatto dagli sconosciuti, doveva essere pubblicato sul nostro giornale, in un giorno stabilito di fine maggio. Era 11 segnale che la TWA accettava le condizioni e si dispc neva al pagamento della somma. Apparso l'annuncio, è trascorso qualche giorno, quindi la terza lettera: « Avete seguito fin qui le nostre disposizioni. Bene, adesso passiamo alla fase conclusiva ». Parte della somma doveva essere consegnata, in busta chiusa e attraverso un complesso sistema di segnali, nello studio di un professionista di Torino il quale « essendo vincolato dal segreto professionale, non potrà mai rivelare a chi ha dato la busta » diceva l'anonimo. In questa delicata operazione, ad un certo punto, doveva comparire un altro professionista, di cui i ricattatori indicavano generalità e indirizzo. Per un improvviso contrattempo le trattative si sono interrotte. Il fascicolo è alla Procura della Repubblica, nelle mani di un sostituto. Dopo parecchi giorni di sUenzio, le trattative sarebbero riprese tra l'autore degli scritti e l'agenzia della TWA. La Procura non conferma né smentisce la notizia. Attraverso la fitta rete di riserbo che circonda l'inchiesta, soltanto due indiscrezioni sono trapelate: le lettere sono state sottoposte a un perito calligrafo per un primo, sommario esame esplorativo; i due professionisti, convocati dal magistrato, sono cascati dalle nuvole. «Minacce? TWA? I nostri nomi? Non ne sappiamo nulla. CHi ha scritto quelle cose è un pazzo » è statò il loro commento. Pare che ad altre due agenzie siano giunte richieste di soldi in cambio della salvezza del passeggeri e degli apparecchi. La TWA, compagnia americana, possiede 243 aerei, tra cui Jumbo 747 e 707, DC 9 e 1 nuovissimi L 10/11. In Italia gli scali sono a Milano e a Roma; decine di aerei della TWA solcano ogni giorno il cielo diretti negli Stati Uniti, nel Medio Oriente e in altri paesi. L'agenzia torinese, oltre al direttore, ha un dipendente, la segretaria Carmen Bonino. La segretaria dell'agenzia torinese, Carmen Bonino - 11 direttore Pietro Fachin

Persone citate: Carmen Bonino, Pietro Fachin

Luoghi citati: Italia, Medio Oriente, Milano, Roma, Stati Uniti, Torino