Ancona: le scosse si ripetono I senzatetto aspettano tende

Ancona: le scosse si ripetono I senzatetto aspettano tende Continua il calvario della città sconvolta dal terremoto Ancona: le scosse si ripetono I senzatetto aspettano tende Le autorità locali addossano a Roma la responsabilità per il ritardo nei soccorsi - Praticamente non si è ancora fatto nulla - Macerie per le strade, alloggi incustoditi - Troppo pochi gli agenti in città -1 tecnici dell'Istituto di geofisica avvertono di «stare all'erta» (Segue dalla la pagina) spediscono telegrammi e si riscuotono pensioni. Alla stazione lunghe code di viaggiatori aspettano di partire; per chi vuole rimanere sono stati messi a disposizione soltanto dieci vagoni; l'amministrazione ferroviaria, per quanti ne cerchi, non ne trova altri: sono tutti impegnati sulle rotte turistiche. Soltanto a sera, dalla prefettura si ha un bilancio provvisorio: una sola vittima, un uomo anziano, spirato perché il cuore non ha retto alla paura della prima scossa; salgono invece a quindici i feriti, tutti in condizioni non preoccupanti. Ma il pericolo incombe ancora sulla città e nulla si fa per fronteggiarlo. Le scosse continuano. Pochi agenti procedono alla sorveglianza e anche nelle zone più disastrate i controlli appaiono insufficienti. Chiunqi j può, non visto, introdursi negli alloggi abbandonati; a pochi uomini della polizia è affidata la sorveglianza e materialmente non vi possono provvedere: hanno gli occhi arrossati dal sonno. Soltanto il questore Inturrisi ha ancora l'energia per gridare ai cinquanta agenti accampati nella portineria della squadra mobile: «Niente girovaghi in tutta Ancona. Se vedete qualcuno che non sa dimostrare come vive, allontanatelo, allontanatelo al più presto. Ognuno deve dimostrare di avere i mezzi di sussistenza». Come ciò sia possibile in una città dove soltanto i poveri sono stati costretti a restare, è ancora da spiegare. Alcuni tentano stasera una stima dei danni, ma qualsiasi calcolo è privo di attendibilità: l'ufficio tecnico del Comune non ha, infatti, ancora potuto espletare tutte le perizie sollecitate fino ad ora sulla stabilità di più di cento edifici privati e della totalità degli stabili pubblici. Tra questi, il più lesionato è quello della prefettura che dall'antico palazzo che occupava fino a ieri l'altro si è dovuta trasferire presso la polizia stradale nella zona nuova della città. Ricompaiono adesso i tecnici dell'Istituto di Geofisica: dall'osservatorio che dirige a Monteporzio Catone nei pres- si di Frascati, e arrivato nel capoluogo delle Marche, il geologo professor Peronaci, inviato dal ministero ad ispe- zionare il sismografo installa- to nei sotterranei della prò-vincia e a tirare le conclusio- ni scientifiche sul caso. Egli però non si pronuncia e con sguardo critico osserva il pennino che scorre lento sul rullo dell'apparecchio. «Dal 25 gennaio ad oggi — dice il tecnico — la zona è stata percorsa per 2500 volte; cinquanta soltanto nelle ultime ventiquattro ore ed è impossibile prevedere l'andamento del fenomeno: si deve stare all'erta, si deve fare in ! modo che l'elemento sorpresanon colga la popolazione per trasformare in una catastrofe quello che fino ad o'a è sol tanto un dramma». I tecnici 1 dei Genio civile raccomanda¬no la prudenza, specie nei nuovi fabbricati in cemento armato che nella loro apparente solidità potrebbero divenire fatali. f. s. Ancona. Auto distrutte dalla caduta di cornicioni in una strada del centro (Telcfoto Associated Press)

Luoghi citati: Ancona, Frascati, Marche, Monteporzio Catone, Roma