Confronto in carcere tra Freda e Ventura

Confronto in carcere tra Freda e Ventura Per Piazza Fontana? Confronto in carcere tra Freda e Ventura C'erano alcune "posizioni contrastanti da mettere in luce" - Freda avrebbe ammesso d'aver comprato i "timers" (Dal nostro corrispondente) Milano, 13 giugno. Si è svolto oggi nel carcere di Monza un confronto fra l'editore Giovanni Ventura, 28 anni, di Treviso, e il procuratore legale Franco Freda, 36 anni, di Padova, indiziati della strage di piazza Fontana avvenuta a Milano il 12 dicembre del 1969, e degli attentati della Banca del Lavoro di Roma, alla Banca Commerciale di Milano, all'Altare della Patria, alla Fiera e alla stazione centrale di Milano. Erano presenti oltre ai difensori Ghidoni e Alberini il giudice istruttore D'Ambrosio e i sostituti procuratori Fiasconaro e Alessandrini. Il confronto fra i due indiziati è continuato per tutta la giornata salvo un breve intervallo per il pranzo e si è concluso verso le 20. Franco Freda è giunto al carcere di Monza dove da alcune settimane, per sua esplicita richiesta, si trova rinchiuso Giovanni Ventura, verso le 10 di stamane. Era su una Volkswagen della polizia, elegante, vestito con un completo blu sopra un maglione « dolce vita » bianco. Poco dopo sono giunti anche i tre magistrati. Prima dell'incontro diretto, Freda e Ventura sono stati posti a confronto con l'elettricista veneto Fabris che per conto di Freda aveva acquistato a Bologna e Padova i timers risultati perfettamente identici a quello ritrovato alla Banca Commerciale, dove il 12 dicembre del '69 non esplose un ordigno simile a quello della Banca dell'Agricoltura. Sull'esito della ricognizione sono trapelate ben poche notizie. Franco Freda avrebbe ammesso di aver acquistato dall'elettricista i timers, negando però che essi siano stati usati per l'attentato di Piazza Fontana. Giovanni Ven. tura non avrebbe negato di conoscere il Fabris, dichiarando d'averlo visto una sola volta, nello studio di Franco Freda. Superata questa prima fase su cui non è dato di sapere di più, i magistrati sono passati al confronto diretto fra Ventura e Freda. Secondo le pochissime indiscrezioni trapelate, pare che fra i due vi sia stato uno scontro di natura ideologica. Ventura, che si definisce di sinistra, in modo particolare, avrebbe in più occasioni attaccato Freda sulle sue convinzioni politiche. Poche le parole che gli avvocati difensori hanno scambiato coi giornalisti in uno dei rarissimi momenti di pausa della ricognizione. Circa le motivazioni che hanno spinto i giudici a effettuare il confronto fra i due indiziati, i legali hanno detto solo che esso è stato fatto « poiché vi sono posizioni contrastanti da mettere in luce ». Ma non hanno spiegato di che natura esse siano. « Molti particolari, hanno sostenuto, sono stati chiariti ». Su una sola cosa Freda e Ventura pare si siano trovati completamente d'accordo; nel respingere nel modo più assoluto le precise accuse che venivano loro mosse dal giudice istruttore e dagli altri due magistrati circa le presunte responsabilità sui fatti loro contestati. Concluso il confronto, Ventura è rientrato in cella mentre Freda, ammanettato, è uscito dal carcere risalendo a bordo della Wolkswagen rossa. L'auto, scortata da una « Gazzella » dei carabinieri, si è diretta verso Milano. g. m. *