Escluse responsabilità per l'Hercules caduto
Escluse responsabilità per l'Hercules caduto Conclusa la perizia tecnica Escluse responsabilità per l'Hercules caduto La sciagura in cui morirono 46 paracadutisti e sei aviatori inglesi al largo della Meloria è da attribuirsi a fatalità I i i j j I a bordo dell'Hercules C. 130 j durante una operazione di ! adiiestramento. fu dovuta a I fatalità, all'ambiente atmo- | sferico oppure a qualche al- i (Dal nostro corrispondente) Livorno, 12 giugno. La sciagura della Meloria, nella quale trovarono lu morte quarantasei paracadutisti italiani e sei aviatori inglesi precipitati in mare a tra causa imponderabile senza, comunque, responsabilità alcuna a carico di terzi. Questa la conclusione dei periti tecnici nominati dall* procura Livorno, che hanno presenta to la loro relazione al magistrato dopo sette mesi di minuziosi accertamenti. L'inchiesta giudiziaria, quin| di, si concluderà con una archiviazione da parte del giudice istruttore, su richiesta conforme della procura. Nemmeno a carico del pilota e degli al'ri membri dell'equipaggio sono emerse responsabilità, anche se in tal caso identica sarebbe stata la conclusione dell'inchiesta giudiziaria in quanto eventuali reati sarebbero rimasti estinti per la morte degli imputabili. La sciagura avvenne alle 7,30 del mattino del 9 novembre scorso. L'Hercules con le 52 persone a bordo era decollato dall'aeroporto pisano di San Giusto in formazione con altri aerei per una esercitazione combinata con gli inglesi verso le coste della Sardegna. Pochi minuti dopo la partenza, l'apparecchio precipitò in mare senza lasciare superstiti. Anzi, fu difficoltoso persino il recupero delle salme, alcune delle quali giacciono ancora in fondo al mare, e dei rottami dell'apparecchio. Il professor Dino Dini, docente della facoltà di ingegneria dell'Università di Pisa, il professor Corrado Casci dell'Università di Milano e l'ingegner Giuseppe De Angelis del « Registro Aeronautico », furono incaricati dalla procu- della Repubblica di | rà della Repubblica di Livor- no dell'inchiesta tecnica sulla sciagura. Hanno accuratamente vagliato tutti gli elementi raccolti a terra sull'ore i ganizzazione e sulla condotta a i dei volo, hanno ascoltato te-1 stimoni (gli Hercules non so- n0 dotati della «scatola ne-|ra))) hannQ controllato docu.l i è a | menti ed hanno sottoposto a minuzioso esame le parti vita-li dell'aereo recuperate dal fondo marino. Le conclusioni sono state raccolte in una relazione di un centinaio di pagine corre date da numerosi allegati. In essa si afferma, anzitutto, che nessun difetto e nessuna rot tura hanno causato o contri buito a causare la discesa dell'aereo ed il suo urto contro il mare. Tutti i motori e le eli che funzionavano regolarmen te al momento della sciagura. In merito alle eventuali re sponsabilità, la perizia dice che non sono stati riscontrati elementi per porre in dubbio la regolarità della preparazione e della condotta del volo. Sono da escludere guasti ai motori, ai sistemi di stabilizzazione e controllo, incendi ed eventuali sabotaggi prima del decollo; si insiste invece sulle condizioni atmosferiche, ricordando che venti bassi e non uniformi sono tipici della zona costiera del mar Tirreno, nella quale avvenne la sciagura. I periti tecnici — concordando in ciò con quanto avevano concluso anche i periti medico-legali — hanno smentito inoltre la voce (diffusasi all'epoca della sciagura) secondo la quale alcuni membri dell'equipaggio inglese sarebbero stati visti in condizioni di alteratone da bevande alcoliche. In proposito, sono state raccolte testimonianze secondo le quali il pilota fu visto alle 2,30 di quella tragica notte sul pullman che portava l'equipaggio all'aeroporto. Era in condizioni del tutto normali e non mostrava alcun sintomo di aver fatto uso di alcol. b. c. 4 In appello a Roma
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