la magistratura apre un'inchiesta per il "mongoloide" alla Biennale

la magistratura apre un'inchiesta per il "mongoloide" alla Biennale Lo sconcertante episodio alla «vernice» veneziana la magistratura apre un'inchiesta per il "mongoloide" alla Biennale «Non si poteva far opera di censura nei confronti di un artista» dichiara il vicecommissario dell'ente, Penelope (Dal nostro corrispondente) Venezia, 9 giugno. La Biennale non poteva fare opera di censura nei confronti di un artista. Questa, in sintesi, la dichiarazione rilasciata dal vicecommissario dell'Ente, Mario Penelope, a proposito dello sconcertante episodio che ha colorito di polemiche la « vernice » della 36" Mostra d'arte veneziana. Gino De Dominicis, il giovane artista che ha « esposto ». nel quadro della sezione « opera e comportamento », un povero mongoloide veneziano, praticamente cieco, quasi completamente sordo, ha invece detto: La mia voleva essere una mostra con esempi sul problema della morte, della vecchiaia, della immortalità. E' certo che. per intendere i significati della fatica ispiratrice di Gino De Dominicis, occorre riferirsi ai canoni più spinti delle nuove estetiche figurative, comprese quelle teatrali e gestuali. Quanto possa significare — in questo quadro — la presenza di un infelice, con i segni di una dolorosa e irreversibile deformità stampati nel fisico, tocca ai critici stabilirlo. I significati della interminabile risata registrata — che faceva da « cornice » alla « esposizione » del mongoloide — sono materia di studio per gli eruditi. Un fatto è certo: c'è gen-te che ha guardato all'« ope-ra » di De Dominicis con oc-chi diversi ed ha accusatoil giovane espositore di cru- deità, di cinismo, persino di nazismo. Come è certo un altro fatto: questa strana, urtante pagina della già tumultuosa storia della « Biennale » veneziana, oltre che sui testi di storia dell'arte, è destinata a restare anche nella storia giudiziaria. fi procuratore capo della Repubblica, dott. Carnesecchi, ha deciso stamane di affidare al sostituto procuratore dott. Dragone l'esame dell'accaduto per valutare, in base al codice penale, se nella esposizione del giovane mongoloide siano ravvisabili o meno gli estremi di un reato. De Dominicis potrebbe anche non essere il solo personaggio coinvolto nella vicenda: se è vero, infatti, che si parla di violenza privata che il giovune artista avrebbe commesso, si parla anche di violazione degli obblighi familiari a carico dei congiunti del minorato che avrebbero permesso la sua « esposizione », nonostante che le sue condizioni siano appena superiori al livello vegetativo. A loro volta i familiari del mongoloide. Paolo Rosa, di 27 anni, figlio di un sandolista di Castello, il « sestiere » in cui si trova la Biennale, si sono rivolti ai carabinieri con l'intenzione di responsabile della esibizione del giovane. L'ipotesi che si \ fa è di una denuncia per vio \ lenza privata aggravata dal j fatto che il Rosa è un mina j rato fisico e psichico, 1 g. r. querelare il

Persone citate: De Dominicis, Dragone, Gino De Dominicis, Mario Penelope, Paolo Rosa, Penelope

Luoghi citati: Venezia