Clienti con mani lunghe di frónte alla giustizia

Clienti con mani lunghe di frónte alla giustizia Clienti con mani lunghe di frónte alla giustizia Il furto flagrante in grandi magazzini è stato definito da un giudice di Roma come insolvenza fraudolenta (pena minore) - Un'assoluzione a Chivasso La legislazione sul furto in Italia è a volte s«nrera. Le pene previste, anche per reati che non suscitano particolare allarme sociale, possono anche sembrare sproporzionate. Le norme contengono una minuziosa casistica delle circostanze aggravanti ed è praticamente impossibile che un individuo « s'Impossessi dl un bene mobile altrui » per trarne profitto senza incorrere In almeno una di esse. Così scatta ii rigido meccanismo delle sanzioni con conseguenze che urtano la coscienza moderna. Basti pensare al caso clamoroso avvenuto qualche tempo fa, del giovane che rubò tre arance dopo aver spezzato le assi dl una cassetta esposta al pubblico: gli fu inflitta una pena superiore all'anno dl reclusione e si rese impossibile l'applicazione della condizionale. Eppure 1 giudici non potevano agire In modo diverso: dovevano applicare le disposizioni vigenti. Solo un'indispensabile riforma legislativa, ispirata da criteri moderni, potrebbe evitare simili eccessi. Ma sinora si è fatta attendere. Così si è registrato un fenomeno che si riscontra anche in altri settori dell'ordinamento giuridico. In assenza dell'intervento del legislature, 1 magistrati, nel limiti del possibile, hanno adottato particolari interpretazioni delle norme per attenuarne il rigore. E' accaduto ad esempio per 11 furto nei grandi magazzini. Il responsabile (per 10 più spinto a compiere il gesto dalla disperazione e dal bisogno) arrestato in flagrante, veniva sottoposto a dura condanna. Un giudice romano ha invece qualificato questo comportamento come «insolvenza fraudolenta». Una interpretazione estensiva, perché 11 legislatore afferma che incorre in tale reato « chi contrae una obbligazione con il proposito di non adempierla » (caso tipico, lo « scroccatore » che consuma un pranzo nel ristorante senza pagare). La nuova Interpretazione, seguita da altri giudici, ha permesso di trattare il colpevole con minore severità anche perché l'insolvenza fraudolenta è punibile a querela di parte, mentre il furto è un tipico reato perseguibile d'ufficio. Nel Alone di questa tendenza crediamo che si possano inserire le sentenze pronunciate nei giorni scorsi dal pretore dl Chivasso dott. Mauro Seccl a carico dl tre donne accusate di furto in un «supermarket». Le tre imputate erano state sorprese all'interno del magazzino con merce non pagata. Le prime due si sono difese sostenendo che si trattava di una « dimenticanza », la terza ha sostenuto che al momento della sorpresa non aveva ancora concluso gli acquisti. Il pretore le ha assolte con formula piena « per difetto dl elemento soggettivo del reato », cioè di dolo, in sostanza ha ri- tenuto non raggiunta la prova che | le imputate intendessero portare | via la merce senza presentarsi alla cassa. Questo significa che solo quando l'Individuo è uscito dal locale con oggetti non pagati può essere considerato colpevole di furto. Invece quando è ancora dentro il supermercato, sussiste sempre la possibilità che si presenti ad una delle casse. La sentenza di un pretore non I fa testo ed altri pretori possono certamente giudicare in altra misura. La decisione di Chivasso, inoltre, non sarà forse esente da critiche, ma ha evitato l'applicazione di pene obbiettivamente troppo severe. E' chiaro che spetta al legislatore intervenire con norme chiare e sanzioni commisurate alla natura del fatto. Anche al fine di evitare oscillazioni della giurisprudenza e sentenze non sempre univoche.

Persone citate: Mauro Seccl

Luoghi citati: Chivasso, Italia, Roma