Piemonte, "Regione del dieci per cento,,

Piemonte, "Regione del dieci per cento,, CONOSCERE IL VOLTO DEL PAESE Piemonte, "Regione del dieci per cento,, Viviamo in Piemonte, non sempre conosciamo la sua realtà. Nell'imminenza delle elezioni scopriamo il numero degli abitanti,-la domenica notiamo che le strade sono insudicienti, protestiamo (piando la Comunità europea 10 definisce zona semindustrializzata. Ma il vero volto del Piemonte è noto a pochi specialisti di indagini economiche e sociali. Oggi un libro con questo titolo, curato da Guglielmo Tagliacarne e dall'Associazione Piemonte Italia lo mette a disposizione di tutti. E' un volto che col passare degli anni si è abbellito, e rughe costituite dai suoi proMcmi si sono spianate eoi tempo anche se la nuova recessione economica ne sta scavando una preoccupante. Questa spiegazione la dà un altro libro edito dalla stessa Associazione: « Economia piemontese 1971 ii. Scrive nella prefazione il ministro Pella: « L'incremento del reddito nazionale è stato per l'anno scorso dell'I,4 per cento, per 11 Piemonte si è avuta la stessa cifra, ma di segno negativo. Per l'Italia l'Incremento del 1971 è stato il più debole di tutti qll anni del dopoguerra; in Piemonte è la prima volta che si registra un decremento. Se poi si tiene conto dell'aumento dl popolazione, si conclude che la riduzione prò capite si può stimare intorno al 2 per cento n. Fermiamoci sul reddito e confrontiamolo con quello degli altri paesi del Mercato Comune. In una recente pubblicazione della Cee 11 Piemonte è al 65" posto della graduatoria decrescente delle 98 « regioni di base » della Comunità; 11 suo reddito è calcolato In 1970 dollari prò capite contro i 2277 della media comunitaria. Cioè il reddito prò capite piemontese è del 13,5 per cento Inferiore a quello medio comunitario. Tuttavia nella stessa graduatoria il Piemonte, con 8630 miliardi di dollari, è al dodicesimo po sto per quanto riguarda 11 reddito prodotto complessivamente dalla Comunità; la sua quota è del 2 per cento. In quanti sono a produrlo? Nel 1861 gli abitanti erano 2.758.550, nel 1961 erano saliti a 3.914.250, al 31-XII-1970 erano 4.433.593. Rispetto al 1963 (4.008.613 abitanti) l'incremento è stato del 10,6 per cento, cioè dl 423.357 persone dl cui 97.997 determinate dall'incremento naturale (differenza del vivi sul morti) e 423.357 dal movimento migratorio. Una curiosità, che è oggetto di studi statistici e sociali: nel corso del secolo la statura media del giovani di leva è passata da 162,5 a 170 centimetri; 7 centimetri e mezzo in più, mentre nel resto d'Italia la crescita è stata di 5,6 centimetri. Dicono gli studiosi: ii Questo accrescimento è l'elìcilo d: migliori condizioni ambientati e igienico-sanitarie, un più elevato tenore di vita, un fondamentale mutamento del mondo del lavoro in favore dell'Infanzia e della donna; la settimana lavorativa si è accorciata da 60 a 40 ore e anche meno, si è triplicato il tempo del riposo e delle vacanze ». La natalità che era del 36,2 per mille nel 1861 è scesa al 13,4 cent'anni dopo (Italia 37,8, 18,4), la mortalità è passata dal 28.8 all'11,7 per mille (Italia 30,3, 9,3). E' cambiato anche il modo dell'occupazione Gli addetti all'agricoltura nel 1861 erano 1*81,1 per cento e ora sono scesl al 14,2, mentre in Italia sono ancora il 19,4; l'industria che occupava 1 ' 11.5 per cento della popolazione nel 1861 ora è al 54,8 per cento (Italia 18,1, 43,3); nelle altre attività, cioè le terziarie, gli occupati sono saliti dal 7,4 al 31 per cento (Italia 12,2, 37,3). In centodieci anni il Piemonte si è trasformato da regione agricola in regione industriale, ma un elemento positivo è rappresentato soprattutto dallo sviluppo del settore «terziario» (trasporti, commercio, servizi) che denota la crescita sociale. Solo lo 0.7 per cento della popolazione presente nel 1970 è risultato non occupato, nel 1965 ì disoccupati rappresentavano l'I,2 per cento, nel 1960 n.3. Con 11 rafforzamento e lo sviluppo dell'apparato produttivo e terziario si è incrementata la richiesta dl istruzione. E' significativo il raffronto tra il 1960-61 e il 1970-71 tra alunni e insegnanti. Le scuole materne sono passate da 62.938 alunni e 24118 maestre rispettivamente a 85.681 e 2647; nelle elementari il rapporto è salito da 241.789 a 327.921 alunni e da 11.906 a 15.499 insegnanti; nelle medie inferiori gli studenti sono saliti da 93.437 a 153.467 e 1 prò fesson da 7861 a 13.577. Nelle medie superiori il salto nel decennio è stato da 48.029 a 109.239 studenti e da 4656 professori a 8699. Per il 1971 11 dettaglio delle scuole medie superiori è 11 seguente: Istituti professionali studenti 18.196, professori 1563; istituti tecnici 50.355 allievi, 4147 insegnanti; licei scientifici 14.546 studenti e 927 professori; licei classici 10.999 studenti e 810 prò iessori. Gli iscritti all'Università sono passati nel decennio da 13 420 a 31.076; nel 1970 le facoltà scientifiche hanno raccolto circa 6 mila studenti cioè il 25,6 per cento, mentre a livello nazionale questa proporzione scende al 14,4 per cento. L'interesse per le materie giuridiche e letterarie e minore in Piemonte che nel resto d'Ita ila: alle prime si dedicano 11 22,8 per cento degli iscritti In corso (22,5 in Italia) e alle seconde il 26 (Italia 34.6). Ques'a è una parte del volto del Piemonte che statistici e stu diosi di economia chiamano la Regione del 10 per cento. 1 motivi sono chiari. Nel '70 il reddito lordo del Piemonte, 5.563 136 milioni dl lire ha rappresentato U 10,7 per cento di quello nazionale (51.849.000 milioni di Urei; i suoi 1017 sportelli bancari sono il 9,4 per cento di tutta la nazione; t depositi bancari del 1970 (4.935.845 milioni) di lire rappre sentano il 12 per cento di quel!, nazionali, quelli postali iti'Jii unti mmstlmpcsi—gd—cglcCR Questo, in media, è l'apporto che dà in tutti i settori della vita nazionale - La popolazione e le forze di lavoro - Statura dei coscritti - Università: in 10 anni gli iscritti da 13.420 a 31.076 milioni) 11 9,5 per cento; 1 44.231 milioni spesi per gli spettacoli sono 11 10,2 per cento dell'importo globale nazionale e anche il lotto, indicato come tipico gioco meridionale sfiora tale livello: 9,3 per cento (20.516 milioni dl lire contro 220.266); le esportazioni sono il 13 per cento. La ci Regione 10 per cento n è in continua evoluzione. « Le cifre — scrive il presidente della Regione, Calieri, nella presentazione dell' "Economia piemontese 1971" — dimostrano ti dinamismo con cut la struttura produttiva si organizza e si articola sul territorio, la mobilità del lavoro, il modo con cut il consumo privato si realizza, la sfera d'Influenza dei vari servizi pubblici, le forti interdipendenze tra aree territoriali diverse Le evidenti strozzature mostrano la scarsa elasticità dl cui le Istituzioni tradizionali sono dotate. Il governo regionale dovrà rompere la rigidità dt un sistema fortemente centralizzato e adoprarsl aftinché il Piemonte possa prosperare in una condizione dl benessere esteso a tutti i comuni e a tutti i suoi abitanti per inserirsi sempre più con le sue opere e la sua ringiovanita forza propulsiva nella vita del paese e dell'Europa ». Domenico Garbarìno

Persone citate: Calieri, Domenico Garbarìno, Guglielmo Tagliacarne