Due nuove super-armi di Ennio Caretto

Due nuove super-armi ANALISI Due nuove super-armi (Mentre a Mosca si discute per una limitazione dei missili, gli arsenali lavorano) (Dal nostro corrispondente) New York, 25 maggio. Mentre in Russia si sta per concludere l'accordo sui missili antimissili, l'America è in allarme per due nuove « superarmi » segrete: un vettore sovietico con una o più testate atomiche di complessivi 50 megatoni, ed un ordigno statunitense a doppio raggio laser. Ne hanno parlato ieri, rispettivamente, il senatore Henry Jackson, uno dei candidati democratici alla presidenza, e lo scienziato Lowell Ponte, già membro di un «serbatoio di cervelli» del governo, la «Research and Technology Corporation». La «superarma» sovietica è una versione perfezionata e più potente delle armi nucleari tradizionali. In progettazione e costruzione da alcuni anni, non è ancora stata' sperimentata. L'Urss sta preparando per essa 25 rampe di lancio sotterranee. E' probabile che il missile venga dotato di almeno tre testate, anziché di una sola. Secondo la Washington Post, «l'Urss è indietro in questa tecnica, rispetto all'America, che l'ha già collaudata sui Minuteman di terra e sui Poseidon di mare». Entro uno o due anni, se non alcuni mesi, l'Urss potrebbe tuttavia colmare il divario. Il senatore Jackson ha fatto presente che il missile più micidiale d'oggi è l'SS9 sovietico, con una testata di 25 megatoni. L'Urss ne ha in uso 288. Basterebbe che ne sostituisse qualcuno con la nuova superarma, ha detto, «per alterare a proprio favore l'attuale precario equilibrio atomico». Intervistato dal canale televisivo C.B.S., Henry Jackson ha ricordato che il trattato ora all'esame di Nixon e di Breznev consente «le sostituzioni consigliate dagli sviluppi tecnologici». Il pericolo di una superiorità nucleare sovietica sarebbe quindi prossimo e concreto. La «superarma» americana segna un «salto di generazione» nell'arsenale distruttivo umano — se veramente esiste. «Essa svuota di qualsiasi senso tutte le altre armi atomiche» ha scritto Lowell Ponte, «è il più formidabile ordigno mai apparso sulla terra». Lo scienziato l'ha definita «una combinazione di due raggi laser tarati in modo da ricavare energia dalla materia». I raggi sarebbero cioè capaci di innescare la bomba H, di fare saltare aerei e di abbattere missili in volo senza bisogno di esplosivi «primari». Sulla rivista scientifica Anaheim Bulletin, pubblicata in California, Ponte, che è di discendenza italiana, ha affermato che il progetto relativo, «Ottava Carta», è in elaborazione dal 1968. L'aviazione militare americana vi sovrintenderebbe all'istituto Kirkland, nel Nuovo Messico. Secondo Lowell Ponte, questo raggio della morte avrebbe sull'umanità un effetto analogo a quello dell'invenzione della polvere da sparo. Il laser doppio, a radiazioni minime, potrebbe essere portato anche in tasca. Con esso, l'America e non l'Urss avrebbe il dominio atomico. Le notizie date dal senatore Jackson e dallo scienziato Ponte, per approssimative che siano, ribadiscono la necessità di un accordo non solo limitativo delle armi nucleari, ma anche sul disarmo. Mai il mondo aveva conosciuto gli arsenali d'oggi, ma le prospettive future sono agghiaccianti. In concomitanza col «vertice» di Mosca, Time ha pubblicato alcune statistiche: gli Usa hanno 5700 testate atomiche, l'Urss ne ha 2500; gli Usa hanno 1054 missili intercontinentali, l'Urss ne ha 1600; gli Usa hanno 530 bombardieri strategici, l'Urss ne ha 130. Eppure, il missile da 50 megatoni a testate multiple, e soprattutto il laser renderebbero tali arsenali in gran parte «obsoleti»: forse solo i sottomarini (41 americani, tre quarti di tipo Poseidon, U resto di tipo Polaris; 42 sovietici, tutti di tipo Polaris) rimarrebbero validi «deterrents». Sarebbe disastroso se Breznev e Nixon non riuscissero a trovare un accordo per una effettiva limitazione delle armi. Su questi sviluppi degli armamenti i governi americano e sovietico per adesso tacciono. Non v'è nulla di ufficiale, e probabilmente nulla è ancora stato attuato. D'altra parte, l'avvio di un dialogo schietto tra Mosca e Washington è una garanzia di serenità: più le due superpotenze si avvicineranno e collaboreranno, e più remoto sarà il rischio di un olocausto nucleare. Nelle due capitali si incomincia a contemplare anche una moratoria delle ricerche militari atomiche. Non è troppo tardi. Ennio Caretto

Persone citate: Breznev, Henry Jackson, Lowell Ponte, Nixon