Confermata la pena a Vulcano si dispera, grida: "E pazzesco" di Guido Guidi

Confermata la pena a Vulcano si dispera, grida: "E pazzesco" Confermata la pena a Vulcano si dispera, grida: "E pazzesco" All'imputato erano stati inflitti 14 anni, per l'uccisione dell'amante - La tesi di una disgrazia non è stata accolta dai giudici, uscirà dal carcere nel 1980 - L'ex vice direttrice di Rebibbia, sua fidanzata, non era in aula per la sentenza : è rimasta a casa (Nostro servizio particolare) Roma, 25 maggio. Marino Vulcano anche per la corte d'assise d'appello è responsabile di avere ucciso la donna con la quale viveva da tempo: i giudici hanno confermato la condanna a 11 anni di reclusione. Seppure stordito da una dose "eccessiva di sonniferi, sotto il profilo giuridico era capace di intendere e volere quando la notte del 27 dicembre 1964 ha spanilo un colpo di pistola contro Carla Torti. Niente stato di ipnosi, dun- 1 sotecaI pLdbleqMEal'femnque, niente disgrazia, niente cdelitto accidentale e neppure Momicidio colposo come, nell'i- mpotesi meno favorevole, ha so- vStenuto la difesa: Marino Vul- tecano, in questo secondo pio- pcesso, ha ottenuto soltanto il ' nbeneficio, d'altro canto auto- matico, del condono di un an- cno con la conseguenza che, savendo già scontato 5 anni e t4 mesi di reclusione, potrà briacquistare la libertà soltan- sto all'inizio del 1980. A meno che la Cassazione, alla quale i difensori hanno subito presentato ricorso. rncgnon smentisca i giudici della acorte d'assise e quelli della tcorte d'assise d'appello, l'uni- qca speranza di Vulcano è nel- dla domanda di grazia al Capo cdello Stato. fPer arrivare alla conferma vdella condanna gli otto giudici della corte d'assise d'appello hanno avuto bisogno, oggi, di cinque ore. Avevano da scegliere ira la tesi del sldtprocuratore generale, Antonio tCorrias, per cui la sentenza ; lnon avrebbe dovuto essere ! lmodificata, perché persino gtroppo generosa, e quella del- pla difesa che, sia pure atira- i tverso varie formulazioni (as-1 s 1 soluzione per incapacità di intendere e volere o omicidio colposo), avrebbe dovuto aprire immediatamente le I porte del carcere a Vulcano. La corte ha ritenuto che si dovesse ritenere più accettabile la prima. «E' pazzesco, non è possibi- Tle», ha commentato Vulcano: quando il presidente dottor Marras ha letto la sentenza. Era pallido, sconvolto: non I aveva preso in considerazione l'ipotesi di un'eventuale con- i ferma della condanna. Sua madre, contessa Gea Germinati, e l'ex vice direttrice del carcere di Rebibbia, Giuliana Meogrossi, che tra un paio di j mesi. salvo ripensamenti, do vrebbe diventare sua moglie, temendo il peggio avevano j preferito aspettare a casa la i ' notizia. La reazione di Marino Vul cano, contenuta in aula, si è scatenata invece quando unici testimoni sono rimasti i cara binieri della scorta, mentre stava per rientrare nel carce- re di Regina Coeli. L'uomo, sino a quel momento calmo, sicuro di sé, convinto che se i giudici della corte d'assise lo avevano condannato altret- tanto non avrebbero fatto quelli della corte d'assise d'appello, si è trasformato: ha cominciato a urlare: «Me ne frego se mi considerano un violento», ha preso a dire e le sue grida hanno risuonato a lungo nel cortile del palazzo di giustizia quasi deserto. Marino Vulcano sino all'ultimo momento e stato sorret to dalla speranza di cavarse ; la. Non è senza motivo che ! l'altro giorno a Giuliana Meo grossi, in aula, aveva dato ap- puntamento a casa. Soprat i tutto dopo l'interrogatorio gli -1 sembrava di essere riuscito a convincere i giudici che non aveva alcuna colpa se Carla Torti era morta. «E' stata una disgrazia — aveva sostenuto l'imputato — io non ricordo nulla di quello che è avvenuto la notte del 27 ppsdsPr "Oblioser", per dormire, e dicembre 1964. So soltanto {cche presi oltre 20 pastiglie di I sverso l'una di notte mi svegliai di soprassalto, andai nella stanza di mio figlio, ma Carla mi rimproverò aspra- cpbmumente. Fu allora che venni so- j d praffatto da un senso di colpa e andai a prendere la pistola. Quello che è avvenuto dopo non so spiegarlo, perché sono sprofondato nel sonno. Può darsi che cadendo in terra abbia urtato con il braccio contro il muro e dalla pistola sia esploso inavvertitamente il colpo che ha ucciso Carla; può darsi anche che Carla ab-1 bia cercato ài togliermi di mano la rivoltella e sia stata uccisa per disgrazia. La prova della mia innocenza è in una 1 considerazione: io adoravo Carla Torti, perché avrei dovuto ucciderla?». La tesi che ha indotto i giudici a confermare la condanna a 14 anni parte da un altro presupposto: «Seppure sia attendibile il racconto dì Vulcano — ha detto la corte d'assise a suo tempo e oggi la corte d'assise d'appello ha ripetuto — la responsabilità penale di chi ha sparato sussiste ugualmente: infatti, Vulcano sapeva che V'Oblioser" gli procurava certi effetti, per cui agiva in stato d'incoscienza. Per questo e colpevole come se, anziché stordito, fosse stato in condizioni normali». Guido Guidi j j i

Persone citate: Antonio Tcorrias, Carla Torti, Giuliana Meogrossi, Marras

Luoghi citati: Roma