Repubblica in sanscrito di Ferdinando Vegas
Repubblica in sanscrito ANALISI Repubblica in sanscrito « (Mutamento istituzionale a Ceylon, che è diventata Sri Lanka - Ma nell'isola restano gravi problemi) Il 22 maggio scorso (giorno fausto indicato dagli astrologi), con tutte le festose solennità di rito, Ceylon è diventata repubblica, assumendo, anche per l'uso ufficiale- internazionale, il nome di Sri Lanka, che è la denominazione dell'isola in sanscrito. Finisce così la più antica monarchia insulare del mondo, che poteva vantare una successione ininterrotta di 197 sovrani locali, dal 543 a. C. al 1815, quando, con la conquista britannica, i re e le regine di Gran Bretagna divennero anche re e regine di Ceylon per altri 157 anni. Si realizza così il proposito espresso fin dal 1956 (otto anni dopo l'indipendenza) dall'allora primo ministro, Solomon Bandaranaike. Alla sua scomparsa l'eredità è stata raccolta in pieno dalla vedova, signora Sirimavo Bandaranaike. Dopo essere stata a capo del governo dal 1960 al 1965, sconfitta nelle elezioni di quell'anno, essa è tornata al potere con la vittoria schiacciante del Pronte Unito, da lei guidato, alle elezioni del maggio 1970: 115 seggi sul totale di 150 alla Camera; di essi, 90 al partito suo proprio, lo Sri Lanka Freedom Party (partito della libertà di Ceylon), 6 al partito comunista di osservanza sovietica e 19 al partito trotzkista, una delle «curiosità» politiche di Ceylon. Era un'alleanza ibrida fra un partito di orientamento socialista e democratico, che ha le sue basi nella classe media e nei contadini, e due partiti comunisti, forti soprattutto presso i lavoratori urbani. Ma le maggiori difficoltà non sono venute dall'interno della coalizione, bensì dall'esterno: da una situazione economica e sociale oggettivamente pesante, che rendeva impossibile l'attuazione delle promesse elettorali. Alla costituzione del governo Bandaranaike, il Paese attraversava un periodo di recessione; il nuovo ministro delle Finanze, del partito trotzkista, dovette constatare, oltre al forte indebitamento con l'estero, che le casse dello Stato erano vuote. Prese quindi, accantonando le teorie trotzkiste, misure classiche di risanamento, con un bilancio d'austerità e con il rinvio a tempi migliori delle promesse nazionalizzazioni. La «vecchia» sinistra non sembrava pertanto in grado di soddisfare le attese popolari, specialmente dei giovani che restavano senza occupazione, pur avendo conseguito una laurea o un diploma. Intervenne allora la «giovane» sinistra, che nel 1966 aveva costituito un «Fronte Popolare di Liberazione», nel quale confluivano giovani studenti, operai e contadini. Il capo ne era un ex studente dell'Università «Lumumba» di Mosca, prima comunista ortodosso, poi maoista, poi guevarista, fautore perciò della rivolta armata. E la rivolta scoppiò violenta il 5 aprile 1971; le autorità risposero con estrema energìa, si combatté aspramente nel centro dell'isola, oltre un migliaio di insorti furono uccisi e più di quindicimila catturati. Così la rivolta fu rapidamente domata, ma essa aveva talmente scosso il governo che questo chiese aiuti militari all'estero; e ne vennero dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna, dall'India, dal Pakistan, dall'Unione Sovietica (sei Mig 17). La Cina non inviò armi, ma si pronunciò nettamente a favore del governo Bandaranaike. Evidentemente, siffatta concordia delle potenze più diverse derivava dal fatto che tutte avevano interesse a preservare la stabilità a Ceylon data la collocazione geografica e quindi l'importanza strategica dell'isola. Ora, passato un anno dalla rivolta, è stata onorata la promessa elettorale del mutamento istituzionale. Ma la forma repubblicana, in sé, non serve certo a risolvere i gravi problemi tuttora aperti: non solo economici e sociali, ma anche etnici e linguistici, fra la maggioranza singalese e la minoranza tamil. I tamil infatti, come scrive The Times, si sono ritirati sotto la tenda e non hanno partecipato alle celebrazioni per la nascita della repubblica. Ferdinando Vegas tnptvssctsnvsvdpssafnTbtfcbdhrpngnlrcsstrmappichdNmQlmt :V:: Puttnlam ^Anuradhapiirsi ^.Kandv^-— ; ' f; . . ^""Matita -. o
Persone citate: Freedom, Lumumba, Sirimavo Bandaranaike, Solomon Bandaranaike
Luoghi citati: Cina, Gran Bretagna, India, Mosca, Pakistan, Stati Uniti, Unione Sovietica
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