Indianapolis, non c'è barriera alla velocità di Lino Manocchia

Indianapolis, non c'è barriera alla velocità Sabato si corre in America la più famosa corsa d'auto del mondo Indianapolis, non c'è barriera alla velocità Trentacinque piloti girano per quattro ore nel «catino» a oltre 300 chilometri orari - Mezzo milione di spettatori assiste alla « 500 Miglia » - Mario Andretti è nella rosa dei lavoriti ma possono vincere tutti • Nostro servizio particolarei Indianapolis, 23 maggio. I nreLocale di Indianapolis è il più I Kfamoso del mondo. Sabato una '. n1 trentina di bolidi allineati al uo.c j N I tarmeranno come una variopinta \ co ; tastiera dì un grosso pianoforte i n "he alle 11 — ora locale — comln- : i 1 cerix aci emettere le note più stra- 1 ne. spesso sibilanti, altre volte ; '0\ fragorose. Lo hanno rivestito a f, sta i-)lanno imbellettato, riti han i tolto 1 nei ed ora sembra anche I pai bello. 0"' soltanto due europei sono i '''■''^"i u »'»cere ed a portar via\ somme astronomiche: Jim Clark I I che nel 1965 straccio il gruppo dei concorrenti sfiorando i 240 chilo- ! metri di media e l'anno dopo Gru- j I hum Hill cun la Red Ball Special ' 1 Lola. Sono passati 55 anni da (piando l'unico italiano. Dario Resia. riuscì ad inserire il proprio1 nome nel prestigioso libro d'oro i della 500 miglia di Indianapolis, i Con Resta ligura anche un italo | . americano' Peter De Paolo che j nel 1925 vinse lu grande corsa ullu media di 160 chilometri u fio.rio ! di una «Frontcnac» allestita da ' Lewis Chevrolet A Indianapolis si corre la guru i pili eccitante del mondo La corsa ; e preceduta da una folcloristica i sfilata di maforettes, un modo co me un altro, ma tipicamente urne i ricatto, per passare il tempo in ut te*a dcI or"-'"'0 Brivido, ecco co : s. '"'"ia"" 1 300 mila «Potatori , è i che giungono in questa cittu rivi ; l'Indiami da tutte 1 le parli del mondo, in questo catino velocissimo, circa undici milioni di spella tori hanno gridato la loro passio ne. hanno provato momenti d'isterismo Quest'anno lu marea umana che invade hotel*, prati, uroHlottes» griderà il suo spusimo a .13 piloti tra i più brari d'America. A .1 Fout vi ha vinlo tre volte. Al Unsei due. Mario Andretti una calia. La cinquantaseiesimo edizione di Indy sarà caratterizzala come il solito dalla sua spettaci) Iure velocità. I bulini, sono nel novanta per cento rinnovati e cor . retti sia nel motore che nell'acro- ; Khiamiea. Queste innovazioni han \ no (lato via libera alla «specd» I Nelle prove non sono stati pochi j coloro che hanno superato la bar- \ nera delle 190 miglia orarie loltrc \ i 320 lem orarli. ! In 55 anni la media ha compiu- ; '0 balzi favolosi. E' stata una me-1 . tamorfosi lenta da principio, ver- j ; liginosa vegli ultimi anni. Dulie \ modesta 75 miglia orarie si e I giunti per esemplo nel 1955 a 134 j miglia, per toccare nel 1969 le 159. \ Lo scorso anno sono stale supera- j \ te le 170 miglia e quest'anno il la-, ! chimetro potrebbe impuzzire. . Per creare questi «mostri della 1 velocità» i costruttori hanno spe- ' so circa 5 milioifl di dollari La d toro speranza e di conquistare l buona parte del milione di dollari in palio qui ad Indianapolis. La «500 miglia» di Indianapolis con quelle di Ontario e Pocono. rap presenta la «triplice corona» e la massima aspirazione di un pilota. Ma hidy è tutta da scoprire. Que- sta lata morgana di tutti gli assi americani e del móndo olire a co- lui che vince: la «pole position». ovvero la prima posizione di partenza la somma di 20 mila dollari, oltre a cento dollari per giro compiuto in testa, più mille dol lari da parte del costruttore la cui -decalcomania e in mos'.ru p'3nvsulla vettura vincente, infine pre- , mi vari di case e tanti dollari della tv, radio, cinema e pubbli cita «Indianapolis non è soltanto un "paradiso di dollari", apre anche la porta all'orizzonte di un pilota. Qui si la la vera storia di un cor ridore». Confermava questo punto I di vista Graham Hill il quale dice-1 va: «Vincere ad Indy vuol dire poi basta con le corse. Non ci sono1 altri traguardi». Gli fa eco Dan I Gurney. cr pilota ed ora costruì- tore dei bulidi di Bobby Unser e \ Sani Posey: «Indianapolis è il punto di arrivo, e la chiave che apre un altro mondo al costrutto re ed ul pilota che vi hanno vinto». Qualcuno ha definito la "500 miglia" una corsa per pazzi. Dice Maria Andretti: «Non è da tutti pentii- si gira sempre sull'ovale, I ma ,- inolio diverso. Occorrono occhio, esperienza, perìzia, corag ; 1 gio cui deve fare riscontro un I mezzo-gioiello». Per Maria Andrei1 ti. il superpllota, e per i due coniI pugni di scuderia Al Unser e Joe \ - Lcunuriì. vincitore detto scorsa i campionato, Panelli Jones ha chiesto l'aiuto del disegnatore inglese Maurici: Philippe il quale ha 1 «crealo» una macchina rivoluzio' mirili in tulli i sensi. La tinca ae, riidiniimiea bassissimi!, alettoni a V inclinati a 15 gradi, spoilers anteriori inclinati anch'essi a 45 gru di, sospensioni (intcriori u V con radiatore dell'olio per il raffreddamento nascosto nel muso del bolide ed ti motore Olfeniuiuser ' capace di augure 900 HP. anche I se con tale sovralimentazione Ut , durata del motore sarebbe di po1 chi minuti i \ Andretti è nella rosa dei favori- j (t. Con il piccolo grande asso di mere qu:. Può sembrare facile I o-1 Nazareth f Pensili aììiai. sono Bob \by Unser a bordo della «Bayle». e| l'aquila sibilante ai Dan Gurney con la quale lui stracciato le vec- a o chic medie foccando 194 migliae orarie durante le prove A J. Foyt yIcon una nuovissima nCoyote»il ; Ford, costruita nella sua officina.) ili Indianapolis Petei Revson sue. Me Laren in r, ente eostruzioneo ed il suo e,,,,,-.,..., ai scuderiaTony Bettenhuusen, figlio dell'in dìmenlicabile asso di Indianapois. In efletti la corsa di Indy è la pili massacrante per i motori. Su 33 partenti spesso ne arrivano meno della metà. Un tempo godeva di una triste lama. In quanto diversi piloti sono caduti sulla pista dannata. Ma da qiuilche anno a questa parte, incidenti luttuosi non si sono più verificati. «Salety» (sicurezza) è la parola d'ordine non solo di tutte le piste Usa ma soprattutto di Indianapolis. L'incidente più spettacolare fu quello che nel 1964 coinvolse una dozzina di vetture al via. Eddie Sachs che l'anno precedente era giunt0 terzo, alla partenza sbandò e picchiò contro il muretto di protezione dando inizio ad una carambola impressionante. Una ruota volò oltre la rete di protezione e colpi una donna che mori sul colpo. Fu questo l'ultimo incidente mortale uvvenitlo su questa pi- staIn questo coso il pronostico ri mane una nebulosa impossibile a diradare. Sono in lizza 33 tra i più famosi assi del volante amen cono clic terranno avvinti sul po sto 300 mila spettatori circo HO milioni di telespettatori in tutta l'America. Chi vincerà questa siiettacolare corsa del brivido? Lo sapremo soltanto sabato sera quando, preceduti dalla stilata, a colpi di cannoni, con lancio di 10 mila palloncini variopinti, trentatré giaietti della tecnica motori *«c« avranno concluso le quattro ore di carosello sul fumoso circui¬ to dell'Indiana. Lino Manocchia 1 i i | j | : j I i ! j j I Indianapolis. Mario Andretti assistilo dal fratello gemello Aldo; le majorctles sfilano prima della gara (Telefoto)