Ricerca e tecnologia nella società di oggi di Renzo Villare

Ricerca e tecnologia nella società di oggi Confronto industria-ecologia Ricerca e tecnologia nella società di oggi Lo spreco di risorse e il deterioramento dell'ambiente rappresentano l'altra faccia dell'industrializzazione - Incontro internazionale a Volpiano organizzato dalla «Soris» e dalla «BP» La ricerca scientifica e tecnologica nei principali Paesi occidentali è stato l'argomento affrontato ieri a Volpiano da scienziati, economisti e studiosi italiani e stranieri, nel primo dei quattro incontri promossi dalla BP italiana e dalla Soris (Società di ricerche economiche e di studi di mercato). -Le esperienze francesi ed inglesi sono state ampiamente illustrate da Louis Villencourt, segretario Cee per la politica scientifica e tecnologica, e da Keith Pavia dell'Università del Sussex, già direttore della politica scientifica dell'Ocse, mentre il filo conduttore dell'incontro si è incentrato sullo studio condotto da Bruno Colle, uno dei direttori di ricerca della Soris. Negli Anni 60 ricerca scientifica e tecnologia hanno profondamente influenzato le opinioni delle classi dirigenti e sono state accettate, in larga misura, dall'opinione pubblica. Scienza e tecnologia, inoltre, sono state giustamente giudicate come strumenti essenziali di crescita della produzione e di affermazione competitiva dei prodotti su mercati sempre più aperti. All'inizio degli Anni Settanta, ricerca e tecnologia sembrano essere messe nuovamente in discussione attraverso dure critiche. Ci si è infatti resi conto — è stato detto ieri a Volpiano.— che, insieme agli indubbi vantaggi che i due « miti » dell'era moderna hanno portato, sono derivati anche alcuni gravi inconvenienti che vanno dallo spreco di risorse, al deterioramento dell'ambiente e della qualità della vita. Quali sono questi inconvenienti? Da una parte si osserva come le conquiste scientifiche ed il progresso tecnologico non abbiano risolto problemi specifici ma abbiano, addirittura, contribuito ad allargare i gravi problemi ecologici; dall'altra si sono manifestate apprensioni sui risultati dello sforzo sostenuto per la ricerca, valutati in base all'incremento della produzione: si è notata, infatti una sperequazione fra l'impegno collettivo di promozione delle ricerche e l'effettiva applicazione industriale di tali risultati. Occorre perciò — si è affermato nel corso della riunione — una più stretta associazione delle industrie ai programmi elaborati dal l'operatore pubblico ed insieme un ampliamento degli obiettivi che hanno sinora condizionato lo sviluppo delle attività scientifiche finanziate dal potere pubblico: in altre parole — si è detto — bisogna passare dai finanziamenti legati a motivi di prestigio (militari, spaziali, nucleari ecc.) a quelli che potranno determinare un maggiore sviluppo sociale (trasporti, sanità, edilizia ecc.). In quest'ampia tematica, s'è innestato un nutrito dibattito da parte degli intervenuti, introdotto da Ruggero Cominotti, amministratore delegato della Soris (che ha presentato i risultati di recenti indagini compiute dalla sua società) e diretto dal dottor Vizioli della BP. Del molti interventi, particolarmente interessanti quelli dei rappresentanti della Fiat e dell'Iri che si sono detti d'accordo nell'ammettere che nel nostro Paese si spende ancora troppo poco per la ricerca: in Italia, l'unica incentivazione industriale è data dal fondo messo a disposizione dall'Imi. Il maggiore inconveniente — è stato affermato — consiste nel fatto che si tende a finanziare la ricerca come fatto in se stesso, ma non si procede poi a sostenere l'applicazione industriale di tale ricerca. A tutti ha risposto il dottor Colle che ha sottolineato come l'ipotesi di uno sviluppo tecnologico e industriale pos sa proporsi in Paesi industrialmente già avanzati e già vare soltanto a categorie sociali per le quali i problemi fondamentali della sopravvi venza sono già stati risolti. Ha ricordato, inoltre, come la esperienza degli altri paesi possa servire all'Italia — che si trova all'inizio delle proprie esperienze di politica scientifica — per evitare errori che altrove hanno provocato distorsioni di risorse. Infine ha rilevato che il passaggio da una politica del potere pubblico tesa a sostenere la semplice ricerca ad una politica più ampia diretta a favorire l'innovazione industriale implica il superamento .delle attuali disfunzioni burocrati che che circoscrivono le pos sibilità d'intervento dello Sta to in questo settore. . Una conclusione è emersa da questo primo incontro ad alto livello scientifico: le conquiste della ricerca ed il progresso tecnologico non hanno contribuito molto alla felicità degli uomini, anzi han no aumentato i problemi del la nostra esistenza, deterio¬ ral'seztoci SmclodppdaDdddrlscscvtL«rnbod«rvrdnervivLr rando in modo preoccupante l'ambiente naturale. In questo senso gli obiettivi della scienza e della tecnologia risentono di una crisi di valori, che investe l'intera società- ed i suoi meccanismi di crescita. Sta agli uomini operare in modo che ciò non accada e che ricerca scientifica e tecnologia contribuiscano in modo determinante allo sviluppo sociale ed economico dei paesi, con particolare riguardo alla emancipazione delle aree più arretrate. Renzo Villare *

Persone citate: Bruno Colle, Keith Pavia, Louis Villencourt, Ruggero Cominotti, Soris, Vizioli

Luoghi citati: Italia