I giudici ordinano di acquisire agli atti le conclusioni dell'inchiesta antimafia di Michele Pantaleone

I giudici ordinano di acquisire agli atti le conclusioni dell'inchiesta antimafia Il processo contro Einaudi e Michele Pantaleone I giudici ordinano di acquisire agli atti le conclusioni dell'inchiesta antimafia L'editore e lo scrittore querelati da quattro esponenti della vita pubblica palermitana - Il tribunale ha accolto le richieste dei difensori per un'ampia indagine su corruzioni e favoritismi - Se ne riparlerà il 10 luglio E' ripreso ieri, e dopo poche battute rinviato, fi processo all'editore Giulio Einaudi, 60 anni, e allo scrittore siciliano Michele Pantaleone dl 61. Sono accusati di diffamazione a mezzo stampa per avere rispettivamente stampato e scritto il libro « Antimafia: occasione perduta ». Sono stati querelati, tre anni fa, da quattro noti personaggi di Palermo dei quali si parla nel libro: l'ex sindaco del capoluogo siciliano e presidente della Cassa centrale di risparmio della città dott. Gaspare Cosenza, l'avv. Bernardo Canzoneri, l'on. Giovanni Gioia ed Orazio Ruisi. I denuncianti si sono costituiti parte civile con il patrocinio degli avvocati Mazzola, Merloni, Minni e Oberto. Il Pantaleone, a proposito dell'ex sindaco, ha scritto che «soltanto i costruttori edili mafiosi, primo fra tutti Francesco Vassallo, hanno fatto tortuna a Palermo » e ha collegato l'inizio dell'attività economica del Vassallo con la candidatura del Cosenza. Lo scrittore Inoltre, secondo la requisitoria scritta del procuratore della Repubblica dott. Piscopo, « dopo aver citato un rapporto della Guardia di Finanza in cui si diceva che, pur non facendone parte nel senso letterale della parola, il Cosenza non sarebbe stato del tutto estraneo alle ingerenze della mafia locale » ha ag. giunto che « durante la presidenza esercitata dal Cosenza, il Vassallo aveva ricevuto una serie dl cospicui finanziamenti dalla Cassa di risparmio di Palermo ». L'avv. Canzoneri accusa il Pantaleone di averlo definito 11 campiere dt potere » (campiere è la guardia privata del proprietari latifondisti siciliani) e di avergli attribuito « l'imputazione di numerosi delitti, tra cui quello di associazione per delinquere, e di essere stato eletto deputato regionale con i ■ùoti dei mafiosi ». Il terzo querelante, il Gioia, si duole dl essere staU^ annoverato tra i « campieri dt potere ». Di lui il Pantaleone ha scritto: «Welle elezioni politiche del '53 non era stato eletto perché non era riuscito ad inserirsi nel gioco delle preferenze manovrate dagli "uomini di rispetto", mentre il periodo tra il '54 e il '63 costituisce il decennio di massimo po- tere del gruppo Gulletti-Gioia-Llma ed anche il momento della massima involuzione del costume politico in Sicilia ». A sua volta 11 Ruisi viene indicato come un « boss » dei mercati generali, specialista nel «piazzare la merce degli amici» presso alberghi, ristoranti e locali pubblici. Lo scrittore afferma: « Nel corso delle Indagini dirette ad accertare l'azione svolta dalla mafia nei settori della vita cittadina — secondo quanto è stato scritto dai commissari dell'antimafia — si veniva a conoscenza dl estorsioni continuate subite dalle amministrazioni degli alberghi "Le Palme" e "Villa Igea", nella persona del direttore Rodolfo Fumagalli ». L'« occasione perduta » a cui fa riferimento il titolo del libro riguarda la conclusione delle Indagini condotte dalla commissione antimafia: le infrazioni alla legge accertate, i favoritismi identificabili con le corruzioni e le violenze, sono stati liquidati in poche decine di righe lette in Parlamento. Ieri, in apertura d'udienza, la difesa degli imputati, rappresentata dagli avvocali Chiusano, Conso, Dall'Ora e Zancan ha presentato al tribunale (presidente Lacquanlti, p.m. Moschella, cane. Sacco) una serie di istanze che sono state tutte accolte e la richiesta dt ammissione dl un teste su cui 1 giudici si sono riservati dl decidere. Il processo (degli imputati era presente soltanto il Pantaleone) è stato rinviato al 10 luglio. Nel frattempo saranno acquisiti agli atti 1 certificati penali del querelanti e una copia della relazione della commissione antimafia in corso di pubblicazione. Ecco alcune delle richieste più importanti accettate dal tribunale: il certificato attestante la presentazione o no nei termini di legge di una querela per diffamazione dell'avv. Canzoneri contro il direttore e l'autore di un articolo apparso sull'« Ora » di Palermo 1*11 ottobre '71; una dichiarazione del presidente dell'Assemblea regionale siciliana attestante la nomina o no dl una commissione d'inchiesta riguardante il comportamento e l'attività dell'avv. Canzoneri; 1 verbali della deposizione resa dall'on. Gioia nel processo penale contro Sacco ed altri e dl cui vi è cenno nella querela; 1 documenti degli atti parlamentari del Senato sui fenomeno della mafia contenenti la relazione sulle risultanze acquisite al Comune di Palermo e quella sui mercati all'ingrosso; un certificato della procura della Repubblica di Palermo attestante la pendenza o no nei confronti del Ruisi di un processo penale per estorsioni, secondo quanto di. chiarato nel libro incriminato e, in caso dl esistenza del processo, l'acquisizione dei capi d'accusa. vettura era in movimento, verso corso Giulio Cesare. Forse non l'ha vista in tempo, o è stato colto da un malore: battuta la testa contro la fiancata è scivolato con una gamba davanti al carrello ». Un automobilista di passaggio, Remo Saracco, 46 anni, corso Gabetti 16, l'ha soccorso e trasportato con la propria auto al Maria Adelaide: impossibile salvare l'arto, troncato quasi di netto al di sopra della caviglia.

Luoghi citati: Comune Di Palermo, Palermo, Sicilia