Washington teme un'offensiva di Hanoi durante il "vertice,,

Washington teme un'offensiva di Hanoi durante il "vertice,, Washington teme un'offensiva di Hanoi durante il "vertice,, Contrattacchi dei « rangers » di Saigon in direzione di An Loc, mentre Giap raggruppa le proprie forze Una settima portaerei Usa attesa nel Tonchino - Nuovi bombardamenti della capitale e dei porti del Nord (Nostro servizio particolare) New York, 18 maggio. A due giorni dalla partenza di Nixon per il vertice di Mosca, la marina e l'aviazione militari Usa e le truppe sudvietnamite hanno intensificato la controffensiva nel Vietnam. Il Pentagono ha annunciato oggi a Washington di temere un cruciale attacco comunista a Hué, l'antica capitale, la prossima settimana, in concomitanza con i colloqui BreznevNixon. Per questo, d'accordo col governo di Saigon, ha deciso di rafforzare le posizioni aUeate. Gli avvenimenti principali d'oggi sono stati il bombardamento di Hanoi e l'arrivo dei rinforzi ad An Loc, il capoluogo di provincia nel Sud. Sotto il profilo politico, colloqui del vicepresidente americano Agnew col presi¬ dente sudvietnamita Thieu hanno testimoniato ancora una volta la volontà alleata di respingere l'invasione comunista, e di arrivare alla pace tramite il blocco del Nord Vietnam. Agnew, che è ora sulla via del ritorno, si è detto fiducioso nella vittoria finale dei sudvietnamiti. A Washington, corre voce che il presidente Nixon chiederà a Breznev di esercitare pressioni su Hanoi per la ripresa dei negoziati di pace a Parigi, previa la cessazione delle ostilità in tutta l'Indocina e la liberazione dei prigionieri di guerra. Nixon affiderebbe i negoziati all'ex ministro del Tesoro Connally, uomo di infinite energie. Il Los Angeles Times ha pubblicato oggi la notizia che nei bombardamenti del porto di Haiphong sono morti uno e forse due marinai sovietici, e numerosi altri sono rimasti feriti. La settimana passata, l'ambasciatore Usa a Mosca Bean avrebbe ricevuto una durissima protesta. Sull'incidente, che non ha impedito però lo svolgimento del vertice, il Dipartimento di Stato a Washington mantiene un rigido riserbo. Esso ha ammesso solo che alcuni mercantili russi sono rimasti danneggiati. Controffensiva della marina americana. Per la prima volta dallo scoppio del conflitto vietnamita, gli Usa hanno sei portaerei nel golfo del Tonchino, e una settima, la Ticonderoga, è partita ieri a quella volta dalla California. Le unità della settima flotta contano complessivamente 50 mila uomini circa, e oltre 400 aerei. La portaerei Saratoga è stata impiegata oggi per i bombardamenti ad An Loc, per aprire la strada ai rinforzi. Questi hanno compiuto la massima avanzata delle ultime sei settimane, un'impresa che ha risollevato notevolmente il morale delle truppe. La controffensiva dell'aviazione Usa. Oltre a bombardare le basi nemiche intorno a Kontum, negli altopiani centrali, e intorno a Hué (con tale sistema è stata riconquistata due giorni fa l'importante base di Bastogne) l'aviazione si è oggi nuovamente spinta fino ad Hanoi. La radio del Nord Vietnam ha affermato che cinque apparecchi statunitensi sono stati abbattuti. Pare che l'aviazione abbia colpito anche importanti nodi stradali e ferroviari, appoggiata dal mare dai cannoni della settima flotta. L'alto comando militare americano non ha ancora confermato. Il blocco. In una corrispondenza da Hanoi, l'inviato speciale del New York Times Anthony Lewis riferisce che i nordvietnamiti riescono a neutralizzare le mine nella rada di Haiphong «a mano a mano che vengono gettate dagli apparecchi Usa». Lewis dice anche che un mercantile tedesco orientale ha forzato il blocco. Il Pentagono ha smentito recisamente entrambe le notizie, sostenendo che il nemico non dispone dei necessari dragamine, e che il blocco è efficace «al cento per cento». Da bordo delle unità della settima flotta giunge eguale smentita. Si aggiunge che nessun intervento è stato finora compiuto per fermare navi straniere: esse infatti non si avvicinano. A Washington la presenza di otto o dieci navi da guerra sovietiche nel golfo del Tonchino, annunciata ieri, non desta eccessivo allarme. Il Dipartimento dì Stato appare invece impensierito dai progressi compiuti dai comunisti sia nel Laos che nel Cambogia (e questa è la ragione per cui Nixon vuole la cessazione delle ostilità in tutta l'Indocina). Nel Laos, è caduta la città di Khong Sedone, che occupava una posizione strategica di primo piano. Nel Cambogia cadono le campagne orientali. Anche la Thailandia è in allarme. Le consultazioni del vi. cepresidente Agnew si sono accentrate, anche per questa ragione, a Bangkok. e. c. 4

Persone citate: Anthony Lewis, Breznev, Nixon, Thieu