Domani partenza di Nixon per rincontro con i sovietici di Ennio Caretto
Domani partenza di Nixon per rincontro con i sovietici Lunedì s'inizia il "grande dialogo,, fra le due superpotenze Domani partenza di Nixon per rincontro con i sovietici Il Presidente si fermerà due giorni in Austria, poi proseguirà per Mosca - Il « sì » definitivo del Cremlino sarebbe arrivato a Washington soltanto nella notte da lunedì a martedì - I due governi d'accordo per ridurre al minimo le formalità - Temi delle conversazioni: Vietnam, Medio Oriente, scambi economici (Dal nostro corrispondente) New York. 18 maggio. Henry Kissinger ha oggi raggiunto il presidente Nixon a Camp David, nelle montagne del Maryland, per completare i preparativi del « vertice » di Mosca. A due giorni dalla partenza, la massiccia documentazione dei negoziati, i discorsi ufficiali, la stessa agenda dei lavori non sono ancora pronti. La crisi del Vietnam è stata la causa principale del ritardo. Secondo notizie provenienti da Washington, lino all'altro ieri il « vertice » era ancora in dubbio. I sovietici non lo avevano annullato ma neppure confermato, e i contatti segreti sulla linea « calda » non sembravano dare risultati. II presidente Nixon avrebbe ricevuto il « si » di Breznev solo lunedì notte - martedì mattina. « Sono rimasto in piedi fino a tardi », disse allora ad un turista alla Casa Bianca. « Parto sabato mattina. Quando tornerò da Mosca, penso che sarò stanco ». Le notizie sono state indirettamente avallate dall'improvviso annuncio, ieri sera, del programma del «vertice». In genere, il portavoce Ziegler rende pubblici i programmi delle visite a poco a poco, e con due o tre settimane di anticipo. Ieri sera, invece, ha convocato in fretta i giornalisti accreditati alla Casa Bianca, e ha detto loro tutto. Il presidente Nixon lascerà Washington alle 9 di sabato mattina, e raggiungerà l'Austria dopo un volo di 8 ore sul suo jet, lo «Spirito del '76» (1776, l'anno della rivoluzione americana). Si fermerà là due giorni, ospite, domenica, del cancelliere Bruno Kreisky, e ne ripartirà lunedi mattina. L'atterraggio a Mosca, all'aeroporto di Vnukovo, è previsto per le 16 di quel giorno, ora locale. La sera stessa, il governo sovietico (e quindi Kossighin, non Breznev) offrirà un banchetto all'ospite. Ziegler ha insistito sulla natura «di lavoro, non di svago», della visita. «Le formalità saranno ridotte al minimo», ha detto: pare che Mosca non voglia mostrare troppa amicizia a! presidente Nixon, a causa del Vietnam. Da martedì a venerdì, le trattative si svolgeranno senza interruzione, salvo uno spettacolo al Bolshoj, per il balletto « Il lago dei cigni», e il banchetto conclusivo, offerto da Nixon ai leaders sovietici. Il 27, il Presidente si recherà a Leningradq, ma rientrerà a Mosca la sera stessa. Il 28, domenica, avrà «una giornata di libertà», e il 29 andrà a Kiev, la capitale dell'Ucraina. Abbandonerà l'Urss il 30 per una breve sosta in Iran e un colloquio'con lo Scià, e il 31 si fermerà a Varsavia, in Polonia, per altre 24 ore. Il ritorno a Washington è stabilito per la notte del primo giugno. Il presidente Nixon sarà accompagnato dalla moglie Patricia, da Kissinger, dal segretario di Stato Rogers, dal sottosegretario per i problemi europei Hillebrandt, e dal negoziatore dei «Salt» Smith. La composizione del seguito, la struttura e la durata del «vertice», tutto, insomma, ricorda la visita a Pechino dello scorso febbraio: ed i preparativi sono stati infatti compiuti, ha scritto il New York Times, «con la bilancia del farmacista», per non offendere né i cinesi né i sovietici, e non far pensare ad accordi o manovre segrete. L'unica differenza è che a Mosca andranno molti più giornalisti: ben 182, un'«invasione» senza precedenti, e 54 tecnici della radio è televisione. Si ignora se Breznev consentirà a Nixon di apparire sui teleschermi russi, come fece invece Kruscev nel '59, dandogli la parola per ben mezz'ora. I nomi degli accompagnatori indicano quali sono gli argomenti principali sul tappeto: Kissinger significa Vietnam, Rogers, Medio Oriente, Hillebrandt la riduzione delle forze e la sicurezza in Europa, Smith la limitazione delle armi strategiche. V'è poi la vasta gamma dei rapporti bilaterali, soprattutto commerciali. Ieri sera, il ministro del Commercio Estero sovietico Patolicev s'è congedato dal collega americano Peterson, a Washington, dopo dicci giorni di discussione. Ha dichiarato che Urss e Usa «sono ansiosi di aumentare gli scambi e di stabilire una collaborazione economica». Il presidente Nixon non nasconde la speranza di firmare un patto sui «Salt» e un , altro sui rapporti commerciali, confida in qualche progresso sull'Europa, forse anche sul Medio Oriente, ma non si fa illusioni sul Vietnam dopo il blocco da lui ordinato. La stampa americana è cautamente ottimista. La Washington Post ricorda una dichiarazione di Kissinger: « E' importante che in Russia e in America, in qualsiasi momen¬ togmutuvvgto to di crisi, vi sia abbastanza gente impegnata in programmi costruttivi da esercitare un'influenza moderatrice in tutto il Paese». «Tale obiettivo, commenta il giornale, dovrebbe essere facilmente raggiungibile». Ma aggiunge subito: «Nessuno studioso della politica sovietica, tuttavia, può ignorare il fiasco del "vertice" Kruscev - Eisenhower a Parigi nel '60, o la possibilità che il Cremlino reagisca più tardi, o altrove, alla strategia di Nixon nel Vietnam». Sarebbe una tragedia per il mondo intero se la visi¬ ta, la prima che un Presidente americano compia nell'Urss, a 55 anni di distanza dalla rivoluzione bolscevica, una visita che potrebbe cambiare la storia del dopoguerra, dovesse rivelarsi del tutto priva di risultati positivi. Ennio Caretto
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