I prezzi nel '72 degli alberghi di Mario Salvatorelli

I prezzi nel '72 degli alberghi I nostri soldi I prezzi nel '72 degli alberghi Siamo a metà maggio, appena in tempo per programmare le vacanze estive, e ancora non è uscito l'annuario degli alberghi, quella grossa pubblicazione ufficiale che cresce ogni anno (nell'edizione 1971 è arrivata a 1590 pagine di grande formato e a 27.185 esercizi'di tutte le categorie, escluse solo le locande) e indica l'attrezzatura «ricettiva» e i,prezzi, minimi e massimi, praticati. Non si può ancora sapere, quindi, quali sono le tariffe ufficiali, se sono aumentate, e di quanto, rispetto all'anno scorso. L'Istituto centrale di statistica mi dice che dal marzo 1971 al marzo 1972 il prezzo medio d'una camera d'albergo è cresciuto dell'I 1 per cento, più del doppio del costo della vita che, sempre secondo l'istat, è salito, nello stesso periodo, meno del 5 per cento. L'esperienza, personale c di altri, conferma e in molti casi accentua il rilevamento: si va da aumenti minimi del 10 a punte anche del 50 per cento, per il viaggiatore, il turista isolato, non per quello organizzato in comitive o impegnato in lunghi soggiorni a prezzi convenzionati. Aumento giustificato? L'aumento è giustificato? A1l'Enit, l'Ente nazionale per il turismo, alla Faiat. Federazione delle associazioni italiane alberghi e turismo, al ministero, dicono di sì e aggiungono clic, nonostante gli aumenti, l'Italia è ancora uno dei paesi meno cari del mondo, con prezzi perfettamente competitivi: saremmo addirittura al diciannovesima posto tra ventiquattro paesi turistici, cioè solo cinque sarebbero più a buon mercato del nostro. Il primo ottobre scorso è entrato in vigore il nuovo contratto nazionale per i lavoratori degli alberghi. 180.000 circa, il cui costo incide in media per il 50 per cento, affermano alla Faiat. sulla gestione. Olii, più che altrove, si deve parlare di media, perché esistono differenze enormi tra i grandi alberghi e quelli piccoli, a conduzione familiare. Per alberghi da cento letti in su si arriva a un rapporto di un dipendente per ogni cliente, tenuto conio della frequenza annua. Onesta volta, però, dicono alla Faiat, il contralto ha inciso anche, e forse più. sugli alberghi piccoli, più lontani dai minimi di retribuzione ora garantiti. La svolta fondamentale compiuta il 1" ottobre scorso è l'abolizione quasi totale dei « percentualisti », cioè del personale che riceveva una paga modestissima, vitto e alloggio, dipendendo per il resto dalla percentuale di servizio, quindi dall'andamento dell'azienda e dalla situazione locale. C'era solo un correttivo che prevedeva un minimo garantito, diverso da provincia a provincia, se con la percentuale il lavoratore restava al di sotto di quel livello. Con il nuovo contratto è stalo introdotto il salario minimo nazionale di 75.000 lire, più vitto e alloggio (che può essere corrisposto in denaro, minimo 15 mila lire), più. naturalmente, la percentuale di servizio. Inoltre, l'orario è slato ridono, da 1" ottobre, da 48 a 46 ore settimanali, passerà a 44 il 1" ottobre 73. Infine, dal I" agosto prossimo, i lavoratori degli alberghi avranno, come gli altri del commercio, gli scatti dell'indennità di contingenza, mentre finora avevano diritto solo a una revisione di paga annuale, o semestrale, se il costo della vita nel periodo saliva più dell'I per cento. Costo del personale Altre clausole, economiche e normative I" una tannini -. da 50.000 lire per gli alberghi di lu^so in giù, avvio della parificazione tra impiegati e operai per la liquidazione e le. ferie, aumento degli scatti d'anzianità) completano il nuovo contratto che. secondo la Faiat. comporta in media per gli borghi un maggior costo di personale del 25 per tento. Questo, dicono, tenuto tonto che nel settore alberghiero sono tre i livelli contrattuali: nazionale, provinciale e aziendale, per gli esercizi con oltre 75 dipendenti o che lanno parte di « talene ». Cori, la stesura del contrailo definitivo è lei minata solo a marzo e la trattativa non si c ancora conclusa su tulio il territorio nazionale. L'anniento dell'I I per temo segnalato dall'Istat vh. appunto, da marzo a marzo Gli albeighi sono autorizzati a presentare nel primo semestre di ogni anno nuove richieste di varia zioni di tarlile — da applicare eventualmente a partire da! 1" luglio — oltre a que' sono tenuti a presentare in autunno ai tornitati piovintiah pvnsndgavnccr—papddtrgplpprdirmdddslgTntgsldgrd prezzi, per le tariffe che dovranno essere registrate sull'annuario dell'Enit. Si ha l'impressione che molti alberghi si siano avvalsi dell'autorizzazione dopo marzo e che abbiano aggiunto subilo, agli aumenti autunnali, quelli primaverili, lavoriti forse dall'assenza dell'annuario. Si aveva inoltre l'impressione che gli alberghi avessero anticipato — tra un annuncio e un rinvio della riforma tributaria — uno scatto di prezzi, per preparare il passaggio dall'Ige all'Iva. Attualmente gli alberghi pagano un'imposta sull'entrata dell'I,20 per cento sui prezzi delle camere, mentre sono esenti per gli incassi del bar e del ristorante interni: sul totale degli incassi, quindi. l'Ige incide per lo 0,6 per cento circa. Con l'Iva, invece, pagheranno il 6 per cento su tutto, dieci volte più di oggi. (Peggio ancora sarà per i ristoranti, finora esenti dall'Ige e che domani, se non intervengono modifiche, pagheranno uh'Iva del 12 per cento: ma per i ristoranti occorre un discorso a parie). Ad ogni modo, la marcia d'avvicinamcnlo degli alberghi all'Iva mi è stata smentila: speriamo bene. 11 timore nasce dal fatto che l'Enit si occupa della propaganda all'estero, il ministero del Turismo guarda soprattutto al numero dei passaggi di frontiera e alle entrate valutarie, gli enti provinciali per il turismo conoscono gli albergatori locali e le loro necessità meglio di quelle dei clienti di passaggio. E' giusto che si debba curare il turista straniero, una delle colonne della nostra bilancia dei pagamenti e dell'economia; è giusto anche difendere gl'interessi degli albergatori. Non sarebbe giusto, però, che ciò avvenisse a spese degli italiani, che danno l'apporto più grosso al turismo nazionale: l'anno scorso, su 50 milioni c mezzo di chetili scesi negli alberghi, i nostri sono stati 20 milioni. Mario Salvatorelli

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