Saigon contrattacca sul fronte Nord Nordvietnamiti premono verso Hué di Giorgio Fattori
Saigon contrattacca sul fronte Nord Nordvietnamiti premono verso Hué Alle ferrovie il compito di rifornire Giap Saigon contrattacca sul fronte Nord Nordvietnamiti premono verso Hué In primo piano la linea Hanoi-Nanning, collegata alla Transiberiana attraverso Pechino (Dal nostro inviato speciale) Saigon, IH maggio. Al 45' giorno dell'offensiva di Giap, l'esercito sudvietnamita è passato per la prima volta al contrattacco. Elicotteri americani di base sulla portaerei « Okinawa » hanno trasportato 1500 «marines» sudvietnamiti al di là del fiume Cahn che dal momento del crollo di Quang Tri costituisce la linea di difesa del fronte nord. Le truppe d'elite di Saigon, appoggiate da durissimi bombardamenti delle fortezze volanti, hanno conquistato alcune postazioni nordvietnamite e marciano in tre colonne a una decina di chilometri da Quang Tri. Non è ancora possibile stabilire se si tratti di un'azione dimostrativa di alleggerimento o se l'obbiettivo della controffensiva sia la stessa Quang Tri, ingloriosamente perduta il 1' maggio e adesso sede del governo provvisorio vietcong. Mentre i marines di Saigon avanzano, nella stessa regione di Hué i nordvietnamiti sono ■all'attacco di alcune basi d'artiglieria, cosi che non si può parlare di un rovesciamento delle parti sul fronte nord; ma almeno sul piano psicologico la mossa è di una certa importanza, rinfrancando un esercito finora regolarmente battuto, e qualche volta tra volto, in tutti gli scontri. In parallelo con l'azione aero-navale americana, lo Stato Maggiore di Saigon sta dunque producendo il massimo sforzo per riequilibrare in parte le sorti delle battaglie. Le vicine scadenze sono il viaggio a Mosca di Nixon e soprattutto la stagione delle piogge (è piovuto a rovesci oggi a Saigon). I nordvietnamiti concentrano i loro attacchi nella regione della capitale combattendo alla periferia di An Loc, assediata da oltre un mese. Per qualche misterioso intoppo, forse crisi di carburante, le autoblindo di Giap non sono invece riuscite a sfruttare il knock down sul fronte nord dopo la conquista di Quang Tri. Il contrattacco sudvietnamita con squadroni di elicotteri Usa conferma il crescente impegno di mezzi per bloccare l'avanzata e ristabilisce un certo affiatamento militare fra americani e truppe di Saigon, in polemica soprattutto sul fronte nord dove gli aviatori sudvietnamiti si sentono feriti nell'amor proprio per essere stati esclusi da tutte le operazioni aeree del settore. Nessuna notizia d'incidenti a mercantili nei porti minati del Tonchino, mentre risulta che i bombardamenti dei giorni scorsi hanno interrotto in alcuni punti le due ferrovie che collegano Hanoi con la Cina: quella nord occidentale che arriva a Kumning, capitale della provincia di Yunnan, e quella nord orientale, ben più importante, che va da Hanoi a Nanning. Con il blocco almeno parziale dei porti, la ferrovia di Nanning, collegata attraverso Pechino alla Transiberiana sovietica, torna ad avere un ruolo logistico di primo piano. Dal tempo della rivoluzione culturale, quando alcuni treni russi vennero assaltati dalle guardie rosse, i rifornimenti sovietici per Hanoi partono quasi tutti via mare dai porti del Mar Nero e di Vladivostok. I cinesi rifiutarono anni fa di concedere un corridoio aereo ai cargo volanti sovietici ed è giudicato improbabile che cambino idea, ma secondo i comandi americani non dovrebbero porre limitazioni all'uso militare della ferrovia di Nanning. Va ricordato che nel '65-'68 i bombardamenti della linea ebbero scarsa efficacia perché cinquantamila volontari cinesi lavoravano ininterrottamente per riattivarla. Non solo per solidarietà con Hanoi: la ferrovia attraverso il territorio nordvietnamita è la sola via di comunicazione fra la Cina costiera e la regione montuosa di Yunnan. Giorgio Fattori
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