La "nebulosa,, protestante di Mario Gozzini

La "nebulosa,, protestante La "nebulosa,, protestante Lo studio di Emile Léonard sui grandi riformatori religiosi del secolo XVI Emile G. Léonard: « Storia del protestantesimo », 4 voli.: I: « La Riforma: dalle origini al 1564 », II: « Il consolidamento: 1564-1700», III: « Declino e rinascita, 1700-1900 », IV: Declino e rinascita: 1900-1950 », Ed. Il Saggiatore, pag. 2200, lire 20.000. [esposizione ! La nozione I primi due volumi dell'originale francese di quest'opera comparvero nel 1961, alla vigilia del Concilio. La morte dell'autore ritardò fino al '64 l'uscita del terzo (diviso in due nella presente traduzione italiana): che venne portato a termine da Jean Boisset, seguendo il materiale raccolto e le indicazioni lasciate dal pastore Léonard. L'opera suscitò allora larghissimi consensi: sia per l'ampiezza del disegno storico, mai prima tentato e perseguito con unità di concezione, forza di sintesi, documentazione rigorosa, sia per il tono sereno che, pur non cedendo per nulla a una sorta di neutralismo confesgionale, rievocava personaggi, idee, fatti e situazioni cercando di rendere a ciascuno obbiettiva giustizia. Calorosi elogi vennero anche dalla critica cattolica: l'opera, si disse, segnava il tramonto definitivo di un modo di fare storia ch'era semplice pretesto polemico e apologetico, e l'avvento di un metodo scientifico capace di restringere, e non dilatare, lo spazio che divide i cristiani delle diverse confessioni. Fu, insomma, anche un contributo non trascurabile allo spirito ecumenico. E, a distanza di un decennio, resta uno strumento insostituibile per una conoscenza approfondita delle molteplici esperienze aperte dai grandi riformatori del secolo XVI. Tanto più che la sicurezza e la densità dell'informazione si uniscono i a una notevole chiarezza di r di « protestantesimo » sembra coprire tre grandi raggruppamenti: luteranesimo, calvinismo, anglicanesimo. La realtà è molto più complessa: come si legge nella prefazione al I volume (inspiegabilmente omessa nell'edizione italiana), l'assenza di storie generali del protestantesimo prima di questa dipendeva anzitutto dalle gravi difficoltà metodologiche. La struttura centralizzata della Chiesa romana offre allo storico un asse evidente attorno al quale ordinare il materiale di cui dispone: anche se correrà il rischio, dando posizione dominante all'istituzione e all'autorità, di lasciarsi sfuggire la ricchezza della vita cristiana di base. I « secondari » Ma fondamento del protestantesimo è l'esperienza personale della salvezza e quindi, nella sua storia, tutto sembra sempre ricominciare ex novo, in una incessante variazione di forme dottrinali, ecclesiatiche, sociali, sempre da « riformare ». Donde l'estremo pluralismo delle tradizioni protestanti, contro l'unità della Tradizione cattolica: e uno dei meriti del Léonard è proprio quello di farcelo vivamente avvertire, smantellando il pregiudizio che tende a rappresentare anche il protestantesimo per blocchi monolitici e dando rilievo ai riformatori «secondari» — Bucero o Ecolampadio o Carlostadio al tempo della Riforma, Spener o Wesley o gli altri protagonisti dei « Risvegli » del Sette-Ottocento — nonché ai movimenti « spirituali » e alle set¬ ttcvpl i ¬ te millenariste, dagli Anabattisti ai Mennoniti. L'attenzione si concentra così sui rapporti fra le diverse comunità riformate piuttosto che sul grande duello cattolico-protestante ( la trattazione del Concilio tridentino, per esempio, è per 10 meno frettolosa). Ne vien fuori un quadro straordinariamente mosso e sfumato, anche dal punto di vista geografico: se le vicende del calvinismo ugonotto in Francia — due magistrali capitoli del 11 volume — sembrano godere di qualche privilegio (non per caso il capitolo su « Calvino fondatore di una civiltà », che chiude il I volume, è fra i più belli), l'analisi va in profondità anche negli altri settori, rilevando i caratteri specifici della Riforma in ogni Cantone svizzero e le origini zurighesi del protestantesimo dei Paesi Bassi, trattando le crisi britanniche, le infiltrazioni in Spagna e in Italia, gli sviluppi nell'Europa orientale. Quanto al grande slancio mis- | sionario del secolo XIX, che diffonde il protestantesimo in tutto il mondo, può darsi che qualche lettore d'oggi non condivida certi accenti un po' trionfalistici, consapevole del problema relativo alla complicità tra le missioni e il colonialismo europeo. Il predecessore L'interpretazione generale j del fenomeno è quella che certamente risponde alle intensioni dei primi Riformatori: non si trattò di « una \ rivolta contro la pietà cattolica », fu piuttosto « il risultato, lo sviluppo » di una tendenza a una vita religiosa più autentica e più fedele, già presente nei grandi movimenti medioevali di rinnovamento cristiano. Gregorio VII e san Bernardo (« il solo vero predecessore di Lutero » ) riuscirono, al loro tempo, a compiere la riforma all'interno della Chiesa; nel secolo XVI i responsabili di una Chiesa in decadenza non seppero dare, invece, una risposta adeguata (mandarono al rogo Savonarola, « novello Bernardo ») e «la Riforma si pose al di fuori della Chiesa tradizionale invece di essere la sua seconda riforma interna». Il Léonard respinge quindi la tesi secondo la quale il protestantesimo sarebbe nient'altro che lo sbocco finale di una lunga catena dà « eresie ». La prefazione all'ultimo volume sottolinea che dalla metà del secolo XVII non si hanno più roghi né guerre di religione (ma è proprio vero? i fatti irlandesi sembrano gettare un'ombra, oggi, su quest'affermazione). Ricorrerà nel prossimo agosto il quarto centenario della strage di san Bartolomeo: un'occasione adatta perché le autorità cattoliche, non solo di Francia, sappiano manifestare quell'atteggiamento di autocritica che ha pur trovato espressione, durante e subito dopo il Concilio, in alcuni atti solenni del Papa. Intanto, a una più esatta coscienza storica e alla promozione di un più radicato costume di tolleranza, la lettura di quest'opera può molto servire ai cristiani di tutte le confessioni. Escluso l'ottimo corredo illustrativo dell'originale, l'edizione italiana si presenta come una semplice trasposizione di quella francese: sarebbe stato desiderabile, invece, che nelle sterminate bibliografie si indicassero le traduzioni italiane; e che l'appendice dedicata al Vatica no II venisse aggiornata. Mario Gozzini I Wittenberg. Al primitivo portale di questa chiesa Lute ro affisse, nell'ottobre del 1517, le sue famose «lesi»

Persone citate: Calvino, Emile Léonard, Gregorio Vii, Jean Boisset, Lutero, Savonarola, Wittenberg

Luoghi citati: Francia, Italia, Paesi Bassi, Spagna