L'ultima lettera che Feltrinelli scrisse poco prima di morire

L'ultima lettera che Feltrinelli scrisse poco prima di morire Il documento è stato acquisito agli atti dell'istruttoria L'ultima lettera che Feltrinelli scrisse poco prima di morire La vedova Sibilla Melega chiede che sia sottoposta a perizia calligrafica la lettera inviata dall'editore a Inge Schoental, sua penultima moglie? nello scritto Giangiacomo Feltrinelli dava un appuntamento alla donna il 15 marzo in un bar di Lugano (la morte a Segrate avvenne il 14 marzo) a a n o i a e a . a e o e e , a o i , l aè e an r(Dal nostro inviato speciale) Roma, 10 maggio. L'avv. Alberto Dall'Ora, legale di Sibilla Melega, la vedova di Feltrinelli, stamattina ha presentato una istanza al giudice istruttore nelle cui mani è stata formalizzata l'istruttoria sulla morte dell'editore, perché sia sottoposta a perizia calligrafa la lettera che Feltrinelli inviò con la data del (ì marzo scorso, a Inge Schoental, sua penultima moglie e madre del figlio Carlo. Le dava appuntamento per le 13,30 di mercoledì 15 marzo al caffè bar Lugano, nella città svizzera. Le scriveva, tra l'altro: « Per piacere prendi contatto con un avvocato (non per telefono, vacci di persona) e chiedigli di fissare un appuntamento a Lugano con un notaio verso le 15,30 ». La lettera proseguiva sostenendo che sarebbe stata opportuna la presenza a Lugano del prof. Del Bo, direttore dell'istituto Feltrinelli per la storia della Resistenza, « in modo che possiamo avere due testimoni: tu e D.B.». Feltrinelli concludeva lo scritto con queste parole: « Ero piuttosto di malumore per la tua telefonata di auguri a St-Moritz. Ma pazienza. Così perché non portare con te Bo (vezzeggiativo con il quale l'editore chiamava il figlio Carlo - N. d.r.) o è troppo complicato? Tutto il mio affetto a Bo e a te. Come sempre. Giangiacomo». Feltrinelli non andò a quell'appuntamento, perché la sera prima morì sotto il traliccio di Segrate. Una copia di questa lettera fu mostrata al sostituto procuratore dott. Viola il pomeriggio di domenica 19 marzo, mentre erano in corso le prime affannose indagini. Viola non chiese la consegna dell'originale. Soltanto in questi giorni, dopo che l'istruttoria era già stata formalizzata e quando non aveva più titolo per procedere al sequestro del documento, la procura si è accorta della dimenticanza. Ha quindi chiesto all'ufficio istruzione l'« acquisizione agli atti della lettera originale di Feltrinelli ». L'aw. Dall'Ora ha approfittato della circostanza per presentare la propria richiesta di perizia calligrafica e « ciò allo scopo di stabilire, al di là di ogni limite di ragionevole dubbio (se davvero ve n'è da parte dell'accusa), che essa è stata scritta di tutto pugno, come risponde assolutamente a verità, da Giangiacomo Feltrinelli ». E Dall'Ora chiede anche che sia nominato « un collegio di periti di elevato livello » e fa presente che sulle circostanze possono essere sentite, come testi, tutte le persone convocate all'appuntamento mancato. Il legale di Sibilla Melega ricorda pure il contenuto di una lettera anonima, che egli già aveva presentato al p. m. la quale gli era stata spedita da Mendrisio da una persona che asseriva di avere un appuntamento, sempre a Lugano, la sera di quello stesso mercoledì 15 marzo. Preme all'avv. Dall'Ora che si riconosca l'autenticità della lettera di Feltrinelli e che si sappia quindi che l'editore contava di essere, il giorno dopo in cui è morto, a Lugano per appuntamenti importanti. Sempre nell'esposto presentato questa mattina, l'avv. Dall'Ora chiede « che si proceda ai sensi di legge per il reato di falsa testimonianza, denunciato dalla signora Sibilla Melega ved. Feltrinelli il 26 aprile scorso »: denuncia per la quale non risulta allo stesso Dall'Ora che il p. m. abbia formulato delle richieste al giudice in sede di trasmissione degli atti. La denuncia — ci viene chiarito — è stata presentata dalla vedova Feltrinelli contro la persona, a lei ignota, che su un certo punto ha reso al dott. Viola una testimonianza diversa dalla sua. Viola ha affermato di avere inoltrato la denuncia al giudice insieme con gli altri atti. Per quanto riguarda le «brigate rosse», le indagini sono più che mai attive. « Si possono evolvere da un momento all'altro — dice il procuratore capo dott. De Peppo — e per questo siamo in continuo contatto con altre procure della Repubblica e altre polizie ». Il dott. De Peppo sottolinea che esistono particolari collegamenti con la procura di Torino, città dove si cercano eventuali agganci con le ((brigate rosse» milanesi. Non è anche improbabile che qualcosa di nuovo possa venire presto da Pisa. Oggi il dott. Viola si è recato a San Vittore ed ha interrogato nuovamente Anna Maria Bianchi, alla quale ha contestato la sua attività nella costituzione di bande armate (art. 306), ma lei ancora una volta ha negato. Era presente il difensore avv. Smuraglia Remo Lugli UCrsa Milano. Giuseppe Saba, fotografato nel cortile di San Vittore durante il passeggio (Photopress Italiana)