Nell'avventuroso Sahara

Nell'avventuroso Sahara Nell'avventuroso Sahara Al turista è richiesto un notevole spirito di adattamento; inoltre è bene che sia adeguatamente preparato - Le norme igieniche, l'abbigliamento, l'attrezzatura - Che cosa comprare nel deserto (Nostro servizio particolare) Tamanrasset, maggio. La stugione turistica nel Sutiara non subirà quest'anno la solini interruzione estiva. Le richieste, miche du parte di italiani, sono così numerose che le organizzazioni algerine e straniere specializzate nei circuiti che hanno per meta le zefne più suggestive continueranno a svolgere la loro attività anche nei mesi più caldi, quando persino i nomadi cercano riparo, nelle oasi o fra le gole dei monti, siti dal caldo sia dai simouns tipici della stagione, 1 principali motivi di richiamo sono naturalmente le montagne clell'Hoggar e del Tassili degli Agier. I loro picchi fahfastici, simili a cattedrali gotiche, i deserti di sabbia che il vento si sbizzarrisca a modellare in lunghe e sinuose valli fiancheggiate da dune altissime, offrono uno spettacolo unico, favoloso, indescrivibile. Per non dire del fascino esercitalo dai sempre fieri abituati del Sahara di ogni, i tuareg. e dal patrimonio di graffiti, pitture rupestri e resti dei loro insediamenti lasciati con abbondanza du coloro che lo popolarono migliaia di anni fu, quando era ammantato di foreste e praterie, solcato da grandi fiumi. L'amis, come i tuareg chiamano il cammello, ha ceduto da tempo il posto agli apparecchi di Air Algerie e alle LandRover. con i quali si viaggia oggi attraverso tutto il Sahara con relativa facilità. Ma per il resto il deserto ha mantenuto il suo volto arcaico, le risorse sono poche. Al turista è perciò richiesto un notevole spirito di adattamento, anche se partecipa a un viaggio organizzato. Per evitare di vedersi guastata una vacanza indimenticabile, è inol¬ tre opportuno che sia adegualamenta preparato. Essenziali le norme igieniche, soprattutto per la penuria di acqua. Un episodio significativo. Dopo tre giorni di marcia nel Tassili, ancora irraggiungibile dai veicoli, quattordici persone compreso chi scrive se hanno voluto fare un pediluvio hanno dovuto servirsi degli stessi 2 litri d'acqua. E la refrigerante abluzione era tanto attesa che a nessuno è venuto in mente di richiedere un ordine di priorità, neppure alle gentili componenti della comitiva. L'acqua è così rara che per la toeletta mattutina, che è poi l'unica della giornata, la razione è spesso di una tazza. Se si ha un guanto di spugna, bene o male ci si arrangia. In caso contrario basta appena per lavarsi i denti. E' quindi consigliabile portare con sé crema detergente e un'abbondante scorta di « lavette » anche del tipo per l'igiene intima, introvabili nei pochi spacci sahariani, dove qualche volta, ma a prezzo d'affezione, può essere invece acquistata la carta igienica, il più umile prodotto della moderna civiltà che da queste parti assume per il forestiero un'importanza incredibile. L'acqua attinta dai pozzi e la particolare alimentazione, a base di scatolame, possono causare seri inconvenienti. Si evitano ricorrendo a energici disinfettanti intestinali, come il Siosteraii o il Mexaforin. Il clima estremamente secco esige invece l'uso di creme idratanti per la nelle, burro di cacao per le labbru c soluzioni per le mucose ausali a per gli occhi, che devono essere sempre protetti da occhiali molto scuri. Quanto all'abbigliamento ci si può sbizzarrire, eliminando però ogni tessuto di fibra artificiale. Come copricapo ottimo quello indigeno: il turbante di cotone chiamato cheche. Ripura testa e collo e trattiene per un poco, con benefici effetti, l'umidità dell'alito. L'equipaggiamento deve inoltre comprendere indumenti di lana per le notti, sempre fresche, se non fredde; lenzuolo « a sacco » e federa, anche se l'organizzazione fornisce materassini e coperte, e una tuta sportiva che sostituisca il pigiama. Molto importanti le scarpe: quelle da deserto vanno j benissimo, ancora di più se tirrivano fino al polpaccio, se non altro per la sicurezza che ispirano quando le guide indigene parlano dei loro incontri, che dicono frequenti, con scorpioni, vipere e lucertoloni come l'arano, il dob e il materter, temibili il primo per i colpi di coda, gli altri per le morsicature. Altri oggetti indispensabili: torcia elettrica con pile di ricambio, lacci, spille di sicurezze! e molti, molli sacchetti di plastica di ogni dimensione, per proteggere non solo cineprese, apparecchi loioarafici. pellicole e indumenti delicati, ma tutto ciò che è attaccabile dalla sabbia, che riesce persino a bloccare gli accendini. Nel Sahara centrale c'è poco I da comprare. Nelle scarse botteghe di Tamanrasset e Djanet, le «basi» per l'Hoggar e il Tassili, a volte si pena anche a trovare sinarellc. fiammiferi e pile. Pellicole fotocinematografiche sono talora disponibili a Tamanrasset... dal benzinaio, ma sono carissime. Prezzi di affezione hanno anche gli alcolici, quundo si trovano. Una bottiglia di whisky può costare 12-15 mila lire. Fra i prodotti locali sono dnrs(za da segnature quelli dei maalmincs, gli artigiani-fabbri dei tuareg, dei quali sono una sorla di schiavi-paria: tanast (catenacci con chiavi molto belle), takotibc (spadoni da cuminelliere), lazozlet (par noi tagliacarte artisticamente lavorati, per i tuareg aggeggi per spartire i capelli prima di intrecciarli) e i gioielli d'argento di cui le donne fanno grande sfoggio. Aldo Vite

Persone citate: Aldo Vite

Luoghi citati: Tamanrasset