Un marito troppo acerbo

Un marito troppo acerbo Film di Israele e Belgio al Festival di Cannes Un marito troppo acerbo In «Rosa» un femminismo avanti lettera: una vedova resiste alla «legge» biblica che le impone di sposare un cognato - In «Malpertuis» surrealismo bislacco (Dal nostro inviato speciale) Cannes, 8 maggio. Giornata evanescente, da bbrigarsenc in fretta. Presentato da Israele, «Uosa», sceneggiato e diretto da Moshe Mizrahi, non dovrebbe impensierire, alla resadei conti, i giudici di Cannes. La vicenda risente di un femminismo avanti lettera e per ciò più meritorio. E' scritto nel Deuteronomio (riassumiamo) clic la vedova, senza figli, d'uno di due o più fratelli, può risposarsi soltanto con un cognato. In questa umiliante condizione e soggetta all'osservanza di tale legge, si trova, in un tempo indeterminatamente storico. Rosa, di ventun anni, bella e attraente. Essendo già ammogliali due fratelli superstiti, quello che le toccherebbe sposare è il terzo, Nisseim, un ragazzo di undici anni. Campa cavallo. Frattanto, il ragazzo va ad abitare dalla sua futura, che gli fa da amorosa educatrice. Nasce un tenero legame sul quale l'ambiente della Gerusalemme più retriva spettegola assai. A tredici anni, Nisseim è innamorato cotto di Rosa, e al fine d'abbreviare la vigilia d'armi va a fare un corso accelerato di amore presso il quartiere delle prostitute. Tuttoché commossa. Rosa gli resiste; e soltanto quando il ragazzo, diventato uno splendido giovanotto «sui juris» le torna davanti senza farlesi riconoscere, ella gli cede sotto l'usbergo dell'anonimato. Ma in quanto a sposarlo, come vuole la legge giudaica, ancora no e poi no. Intendiamoci bene: Rosa non ha nulla contro il matrimonio, ma vuole sposarsi per libera scelta e non per costrizione legale. Pertanto la valorosa donna respinge il suo diletto che ne ha il cuore spezzalo. Ma più tardi, a primavera, si riuniranno per sempre. Questa Rosa, dopo avere scodellalo dieci figli, vuole la leggenda che morisse in età di 107 anni, sopravvivendo di moltissimo al suo acerbo marito. E questo e tutto: una sorta di «Love story» rasciugato e austerizzato dallo spirilo sempre serio, ma qui girante a vuoto, in termini di un romanticismo elementare, del cinema d'Israele. Tutto bislacco invece il film belga «Malpertuis» girato in comproduzione con la Francia e diretto da Harry Kumel, che si e ispirato a un romanzo di lean Rey. Qui si passa dal reale al surreale e da questo a quello senza una chiara giustificazione; né si evitano, a rendere più mescolata la ricetta, alcuni luoghi comuni dell'» horror film», come scricchiolii di porle, animalacci impagliati e feretri dai contenuti sospetti. Di saldo c'è che Yim, un giovane marinaio appena sbarcato, durante una «bagarre» scoppiata in un night per fatto e colpa di Sylvie Vartan, si busca un cazzotto che lo spedisce in un luogo d'incubo: una sinistra dimora detta Malpertuis dove impera, sia pur moribondo, un ricchissimo signor Cassavo (Orson Welles), il cui testamento impone che la sua inibrogliatissima famiglia si conservi unita sotto lo stesso letto: a dilaniarsi, evidentemente, posto che le sostanze toccheranno all'ultimo che resterà in vita. I.a famiglia e composta di belle donne spettrali,di congiunti sinistri, di subalterni pazzi; e con un po' di buona volontà si può trarne l'immagine di una mitologia marcescente, in cui si riconoscono Giove (il vecchio Cassavo), le Arpie, la Corgona, Prometeo, Elena, Ganimede e via dicendo. E Yan sarebbe il Teseo che s'infila in quel labirinto per sua e nostra maledizio¬ ne. Ma ogni tanto si esce allo scoperto, nella nostra era tecnologica fatta di glaciali corridoi; e da ultimo la gran bolla, che il regista ha girato con maestria spettacolare e un pittoresco abuso di contaminazioni, scoppia sul lei luccio dello psicanalista, dove solitamente approdano questi ambiziosi pasticci. Fra gli interpreti restano da ricordare Susan Hampshire, Michel Bouquet e Jean-Pierre Cassel. Leo Pestelli

Persone citate: Ganimede, Harry Kumel, Jean-pierre Cassel, Leo Pestelli, Michel Bouquet, Moshe Mizrahi, Orson Welles, Susan Hampshire, Sylvie Vartan

Luoghi citati: Belgio, Cannes, Francia, Gerusalemme, Israele