Riscoperte le "Pilotine" agilissime e buone per tutti gli usi di Paolo Bertoldi

 Riscoperte le "Pilotine" agilissime e buone per tutti gli usi barche a motore Riscoperte le "Pilotine" agilissime e buone per tutti gli usi La versione utilitaria per il lavoro nei porti e la larga diffusione dei modelli da turismo Con poco più di quarantamila lire fanno entrare in porto la « Raffaello », una petroliera di 90.000 tonnellate ne paga 65 mila. Sono le quote versate alle oscure e preziose guide dei moli e degli attracchi, a quelli che l'anno discendere il loro lavoro dalla corporazione del « magister navis » dell'epoca romana. Dai tempi delle triremi a quello radar, i mezzi meccanici sono evidentemente cambiati, eppure per un capitano di una unità cinese in arrivo da un porto di Mao, per un americano delle Hawaii, un russo di Vladivostok, un sudamericano di Montevideo, ancora oggi, se non proprio indispensabile, è certo utilissimo avere a bordo, al momento dell'entrata in porto, un uomo che eviti ogni pericolo, sappia almeno tre lingue, conosca i fondali meglio del corridoio di casa e guidi senza esitazione la nave fino all'esatto punto di arrivo. I piloti del porto hanno avuto un rilancio pubblicitario dal fatto che stanno diffondendosi sempre più anche per la nautica da turismo -i mezzi che da essi prendono il nome: le famose « pilotine ». Dalla « Sonny 24 » di Andreani alla « Crestliner », dalla « Catarsi » di Livorno alla «Cranchi» o ai «Cantieri dell'Elba», dalla Solcio alla Scandinavian, dai Cantieri di Loano a tante altre firme la nautica ha «riscoperto» questi mezzi. Sono pratici ed efficaci nella pesca d'altura, nella navigazione sotto costa, in gite tranquille con qualsiasi mare e — per quanto riguarda le più veloci — perfino per lo sci d'acqua. Gli « autori delle norme » si accontentano di rimanere poco conosciuti nei loro porti. Abbiamo passato una giornata a Savona, nella piccola sala della Torretta, dove ha sede la corporazione dei piloti. Sono in sei, tutti ex comandanti di navi, scelti attraverso un severo concorso dal. ministero della Marina mercantile. Il capo, Se¬ rafino Ferri, un milanese trasferitosi in Liguria all'epoca della prima guerra mondiale, ha l'aspetto asciutto e sportivo del più giovane dei suoi . uomini. Gli altri cinque sono Elmo Zignego. Amedeo Cacace, Nino Tartulfo, Agostino Mozzino, Luigi Abbate. Restano al loro posto, praticamente, 24 ore su 24, in attesa che la nave al largo innalzi il segnale « G » o lo compili con la radio, una pila, magari con un fischietto. Due linee e un punto, la lettera G, sono il richiamo: « Attendo un pilota a bordo ». La loro zona comprende Savona e la rada di Vado. In quest'ultima, presto arriveranno le superpetroliere da 250.000 tonnellate; fin d'ora, però, il movimento è intenso. In 45 minuti, a partire dal momento dell'annuncio da parte della stazione di avvistamento, le « guide » fanno arrivare la nave nel porto di Savona; per il percorso in rada, il tempo è variabile e giunge talvolta alle quattro ore. Le navi attendono al largo, in genere un miglio e talvolta più; dipende dalle condizioni del mare e dalla prudenza del capitano. Per questo motivo, le moderne pilotine devono essere molto veloci onde portare subito l'uomo a bordo. L'«Aquamaster Fisherman» dei Cantieri Crestliner è passato dai turisti estivi ai piloti di Venezia per il suo costo contenuto poco più di sei milioni —, ma soprattutto grazie ai 22 nodi di crociera garantiti dal diesel marino OM-Aifo « CP3M » sei cilindri, potenza 160 hp. Data la velocità di questa pilotina, i veneziani sono in grado di svolgere più in fretta il loro compito e di lavorare di più. « Ho sentito parlare del Fisherman Aquamaster — ci dice il comandante Ferri —; esso rappresenta una novità interessante per noi. Per ora, a Savona, abbiamo tre barche di cui siamo soddisfatti: il venerando " Torretta ", chiamato affettuosamente tappabuchi: è un otto metri, in servizio da 15 anni. Più recenti e assai funzionali sono il " Santa Lucia ", 10 metri e 14 nodi, costo 18 milioni, e il "Sant'Erasmo" d'alto mare, 12 metri di lunghezza, 9 nodi, pagato dodici milioni. Sono stetti costruiti in legno dai Cantieri Ottonello di Varazze. Fanno un servizio sicuro ». A Savona scrivono dall'Australia, da Formosa e perfino dall'Alaska^ Mentre Ferri parla, il telefono squilla. Sono le 12,30. Un « trenta tonnellate » ha segnalato « G ». Ferri parte in completo grigio e cravatta blu, come per una passeggiata in via Palcocapa. Al timone, il fido motorista Michele. In dieci minuti si esce dal porto sulla motopilotina « Santa Lucia ». Manca poco all'una e già Ferri si arrampica sulla biscaglina per presentarsi al capitano. Poche parole, una stretta di mano. Da quel momento, un valore di miliardi dipende da questo « consigliere », cui tutti a bordo obbediscono ciecamente. La nave manovra tra i fondali del porto di Savona senza esitazioni e accosta alla sua banchina. Ore 1,18: tutto è sistemato. La « Cluden » di Hongkong, proveniente dagli Stati Uniti, ha finito il suo percorso praticamente attraverso tutto il mondo. L'ultimo miglio, il più sicuro, è stato guidato da un uomo di cui pochi sanno il nome, ma sul quale il capitano pone una completa fiducia: un pilota del porto. Paolo Bertoldi r Venezia - La pilotina Crestliner. Nella versione turismo è fra le più interessanti novità della nautica 1972

Persone citate: Agostino Mozzino, Amedeo Cacace, Andreani, Catarsi, Elmo Zignego, Luigi Abbate, Mao, Nino Tartulfo, Ottonello