Nuova fuga a Bonn di documenti segreti di Tito Sansa

Nuova fuga a Bonn di documenti segreti Amara sorpresa per Brandt Nuova fuga a Bonn di documenti segreti Si tratterebbe dei protocolli relativi ai colloqui tedesco-sovietici che hanno portato al trattato dell'agosto 70 con Mosca - Risulterebbe che i negoziatori della Rft hanno ceduto all'intransigenza del Cremlino dal corrispondente Bonn, lunedì mattina. Un nuovo scandalo ha turbato la quiete di fine settimana a Bonn. Una serie di documenti « Top Secret » della Cancelleria e del ministero degli Esteri sono stati fotocopiati e inviati in più esemplari a diversi deputati dell'opposizione democristiana e — si dice — ai giornali dell'editore di destra Axel Springer, avversario della « Ostpolitik ». Si tratta di alcuni dei « protocolli segreti » dei colloqui tedesco-sovietici che hanno portato nell'agosto 1970 alla firma del trattato tra Bonn e Mosca. In buste raccomandate che hanno per mittente un inesistente Kurt. Schumacher, Freiheitstrasse 49, Hannover (omonimo del defunto ex presidente del partito socialdemocratico) diversi deputati democristiani e alcuni giornalisti hanno ricevuto (o «si sono fatti mandare», come taluno suppone) estratti delle conversazioni a quattr'occhi tra il segretario di stato Egon Bahr e il ministro degli esteri sovietico Andrei Gromiko, tra il ministro de-1 gli esteri Walter Scheel e lo t stesso Gromiko, tra il segre- i tario di stato Paul Frank e l'attuale ambasciatore di Mosca a Bonn, Valentin Falin, e perfino del colloquio conclusivo tra il cancelliere Willy Brandt e il primo ministro sovietico Kossighin. Dai «protocolli segreti», che la opposizione democristiana cerca da un anno e mezzo di poter consultare (ma invano) risulterebbe che gli interlocutori tedeschi hanno ceduto di fronte all'intransigenza dei russi. Il 2 agosto 1970 — per esempio — il ministro degli Esteri tedesco Walter Scheel cercò di convincere il suo collega sovietico Andrej Gromyko a stralciare dal testo del trattato la frase con cui Bonn si impegnava a riconoscere definitivamente la frontiera occidentale della Polonia sulla linea Oder-Neisse e a riconoscere la frontiera tra le due Germanie. Stando ai documenti carpiti da ignoti negli archivi della Cancelleria, Gromyko avrebbe risposto secco: « Non cambiamo neppure una parola, neppure uiw. virgola», mettendo Scheel di fronte all'alternativa « O prendere o lasciare ». Avendo in tasca le fotocopie dei documenti segreti, il capo dell'opposizione democristiana Rainer Barzel si è incontrato mercoledì scorso col cancelliere Willy Brandt. Anzitutto gli ha chiesto di poter vedere i protocolli. Al rifiuto del cancelliere, Barzel allora ha infilato la mano nella tasca interna della giacca e ne ha estratto sei fogli dattiloscritti, presentandoli a Brandt, con le parole: « Sono forse questi? ». Riferisce il settimanale Der Spiegel nel suo numero di domani che Barzel ha presentato «come un ricattatore » le carte recanti il titolo « personale, segreto, dai protocolli dal Trattato di Mosca », e che il cancelliere prese in consegna i documenti « visibilmente costernato ». In seguito alla rivelazione, alla quale ieri i giornali di Axel Springer hanno dato ampio rilievo nei loro numeri domenicali, la battaglia per la « Ostpolitik » si è inaspri¬ ta. Stando all'opposizione, il governo dì Bonn ha ceduto a Mosca; secondo il portavoce del governo, invece, i documenti sarebbero soltanto un estratto dei colloqui tedescosovietici. Il ministro alla Cancelleria Horst Ehmke ha detto che si tratta di un « falso »( il portavoce del governo Conrad Ahlers ha ammesso che qualcosa è vero, dicendo che i documenti sono « frammenti di colloqui, in parte falsati, in parte incompleti »; l'altro portavoce ha parlato di un « abile montaggio fatto da un conoscitore dei problemi ». Tito Sansa