Il "profondo sud,, compatto vota per il razzista Wallace di Ennio Caretto

Il "profondo sud,, compatto vota per il razzista Wallace Un campione dell'intolleranza che predica la libertà Il "profondo sud,, compatto vota per il razzista Wallace Si presenta per il partito democratico ed è certo di vincere domani le elezioni primarie in Florida contro Muskie e Humphrey - A molti piace perché «spara dritto»: otto Stati non sono fuori della sua portata dal corrispondente New York, lunedì mattina. Secondo i sondaggi d'opinione, il vincitore delle elezioni « primarie » del pui rito democratico, domani in Pio-, rida, sarà George Wallace, il governatore razzista dell'Alabama, « il cavaliere nero del profondo Sud ». come lo chiama il New York Times. Le previsioni più autorevoli gli attribuiscono almeno il 30 per cento dei voti, contro il 20 per cento dell'ex vicepresidente Hubert Humphrey e del senatore del Maine Edmund Muskie. Wallace e talmente certo del successo che ha già preparato un discorso: « "Mio Dio" diranno. Ha vinto Wallace! E io spiegherò che se non lo raddrizzeranno e se non vireranno a destra, il loro aereo precipiterà ». Wallace non è nuovo ai trionfi, elettorali nelle « primarie ». Nel '64 ottenne il 33,9 per cento dei voti democratici nel Wisconsin, il 29.fl per cento di quelli nell'Indiana, e il 42,7 per reato di quelli nel Maryland. Si ritirò solo quando il partito repubblicano nominò candidato alla presidenza un uomo quasi del suo stesso stampo, Barri/ Goldwater. Nel '68 fece ancora di più: conquistò cinque degli Stali del Sud quale capo del Partito indipendente americano. Contro Nixon e Humphrey, finì per ottenere solo il 13,5 per cento dei voti alle elezioni conclusive, ma se avesse ottenuto altri tre Stati, o se avesse combattuto come democratico, sarebbe cerio riuscito a bloccare i due rivali, rinviando la decisione al Congresso. Gli osservatori americani considerano la «minaccia Wallace» facile da sventare, pur concedendogli il successo in Florida. I democratici si rifiutano di appoggiarlo, ma Wallace è un uomo di risor- se ed il suo verbo dell'intolleranza ha vasta presa in un paese disorientato e incerto. Otto Stati non sono fuori della sua portala. Time e Life hanno compiuto un'inchiesta nell'elettorato ed è risultato che il governatore razzista piace perché shoots straight, eie spara dritto. Dice pane al pane e vino al vino. Se il partito democratico gli chiuderà la porta, egli ricostituirà il suo «americano», e questa volta, prenderà più del 13,5 per cento dei voti. « Il cavaliere nero del profondo Sud » sembra una di quelle figure uscite dai ro- manzi di Faulkner o di Steinbeck. Nato a Clio, nell'Alabama, da una famiglia agiata, nel 1919, si laureò in legge. Prestò servizio militare distinguendosi per valore, fece del pugilato, divenendo due volte campione dei pesi gallo del suo Stato, e a soli ventisette anni fu nominato deputato a Montgomery. Scelto contemporaneamente come giudice, divenne noto per le sue idee razziste. Si presentò candidato alla carica di governatore nel '58, fallì, ma vinse trionfalmente nel '62. Poiché per legge il j mandato non poteva essergli \ rinnovato, nel '66 costrinse la moglie Lurleen a competere. La signora fu proclamata governatrice, ed egli comandò tramite suo, come prima. George Wallace è stato rieletto nel '70. L'Alabama «bianco» è compatto nel sostenerlo e nel difenderlo. Dalla capitale. Montgomery, partono centinaia di volontari per ogni \ « primaria ». Wallace ha un seguito enorme anche nel Texas, terra di gigantismi e di estremismi, di misteriose fortune e di cracks improvvisi. E' meno amato nel Nord, soprattutto lungo d'aristocratica costa orientale, ma ricambia con vigore questa antipatia « per gli sterili intellettuali dei fumosi clubs ». Il suo tipo preferito è il vicepresidente Agnew. famoso gaffeur, ma anche conservatore convinto, e non esiterebbe ad averlo al fianco, se sapesse di poterlo strappare a Richard Nixon. Tra gli avversari, detesta specialmente il sindaco di New York, Lindsay. Sarebbe troppo semplice liquidare il fenomeno Wallace come un'aberrazione. Egli non è un uomo senza qualità. Lo dicono esemplare come marito e padre di famiglia: quando nel '68 la moglie Lurleen scoperse di avere il cancro, abbandonò tutto per restarle vicino. L'anno scorso si è risposato. Nella conversazione è brillante, moderato, schietto. Anche talune sue idee politiche hanno buonsenso e fascino: ad esempio, egli propone una riforma fiscale, per gravare meno sui piccoli contribuenti e di più sulle grandi società, la riforma della previdenza sociale, contro la povertà e la disoccupazione, tuttora eccessive. Ma gli aspetti positivi annegano nella demagogia e nel razzismo. « Segregazionismo oggi, segregazionismo sempre ii è il suo slogan: un mondo superiore per i bianchi e uno inferiore per i negri. Nel '63, come governatore, fiancheg¬ giato da poliziotti armati, si piazzò all'ingresso dell'università dell'Alabama per impe- dire ai ragazzi dì colore di | . .., I andarsi a iscrivere. Adesso, che non può più farlo, predica « l'ordine e la legalità », contro le rapine e ì furti, l'alcoolismo e la droga, il teppismo e le dimostrazioni, cose attribuite tutte ai negri. Vuole « ripulire » gli slums delle metropoli, placare « le tensioni sociali », salvuguur- dare « il diritto all'istruzione » — cioè impedire alla gente di colore di ottenere gli slessi diritti dei bianchi. Quando si cerca dì mandare tutti alle scuole sugli stessi bus, egli blocca le strade. In un cerio senso, oualcosa è cambiato in George Wallace, ma egli stesso precisa « che è ben poco ». « Il guaio una volta era che dovevo urlare. Adesso posso parlare anche a voce bassa. E' come la storia di quel contadino che dapprima, per farsi ascoltare dal mulo, dovette bastonarlo... ». Presenta così il suo programma: « Discuteremo le spese della difesa, che sono diminuite al punto da trasformare l'America in una potenza di secondo rango... Discuteremo dei soidi che dovremmo spendere in casa, e invece regaliamo ai cosiddetti alleati e amici all'estero... Discuteremo delle proprietà delle Chiese, che sfuggono alle tasse... Discuteremo dei comunisti che prendono sampre più piede, e della nostra mollezza di fronte all'Unione Sovietica ed alla Cina ». Ennio Caretto Il senatore Muskie continua la sua campagna elettorale. Dopo un comizio stringe la mano a studenti che lo circondano festosamente (Telefoto « Associated Press »)

Persone citate: Edmund Muskie, Faulkner, George Wallace, Goldwater, Hubert Humphrey, Nixon, Richard Nixon, Steinbeck