Spara sette colpi sull'amico che non intende pagare i debiti e propone una sfida a duello di Ezio Mascarino

Spara sette colpi sull'amico che non intende pagare i debiti e propone una sfida a duello Sanguinoso regolamento di conti davanti a un bar di corso Vercelli Spara sette colpi sull'amico che non intende pagare i debiti e propone una sfida a duello Con cinque proiettili in corpo la vittima si accascia in mezzo alla strada - Alcuni testimoni avvertono la polizia - Il feritore, pregiudicato, scappa con la pistola in pugno, ma poco dopo si presenta in questura: « Mi aveva invitato a seguirlo sulla radiale di Moncalieri. Ho capito che se non sparavo per primo mi avrebbe ucciso lui » - Invece il moribondo era disarmato Sparatoria Ieri sera davanti ad un bar dl barriera Milano: un commerciante d'auto ha esploso un intero caricatore contro un amico, dopo una breve discussione per motivi di Interesse. Poi è fuggito; più tardi si è costituito. La vittima, raggiunta da cinque proiettili, è morrnte all'ospedale Martini. Il mancato omicida In questura Ita detto: « Sono stato costretto: mi aveva minacciato, proponendomi un duello nella radiale fuori Torino, verso Moncallerl ». Gli Inquirenti ritengono che I motivi della sparatoria siano altri: forse un regolamento di conti per j Interessi. L'allarme alla centrale della della questura è arrivato alle \ 20,30: « In corso Vercelli 124 c'è | un uomo che sta morendo, è ste- i so a terra. Gli hanno sparato ». ì La volante n. 10, accorre sul posto: ci sono almeno quaranta , persone, ma nessuno ha visto, nessuno sa nulla. Il ferito è stato I portato in ospedale da un'automobilista di passaggio. La spara- I torla 6 avvenuta a pochi passi dal bar « Guido ». Il brigadiere Viscarelli interroga il proprietario, Biagio Casamassimo, 32 anni: Il Aioli so nulla, ho solo sentito i i colpi di pistola ». j Sul posto giunge poco dopo il dott. Gravanese della Mobile. Due testimoni, Pietro Costanza, 58 anni, via Lauro Rossi 32 e Vittorio Domiziano, 24 anni, via Valprato 78, forniscono le prime indicazioni: « Il feritore è scappato su una 124 bianca ». Il Costanza aggiunge: « Era uscito con un'altra persona dal bar. Stavano discutendo, erano irritati. Stavo incamminandomi verso casa, ho sentito sparare cinque o sei colpi ». All'ospedale Martini il ferito, Alberto Sechi, 25 anni, da Carbonia, abitante a Nichelino in via Avogadro 32 è sottoposto ad intervento chirurgico: due proiettili l'hanno raggiunto alla schiena, altri tre alla coscia e al poi. so sinistro. Ha perso molto sangue, occorrono parecchie trasfusioni. E' noto alla polizia: arrestato ai primi del 1970 a Cagliari per furto, si era poi trasferito nella nostra città con la moglie. La questura di Torino l'aveva già denunciato per porto abusivo di a.ma e gioco d'azzardo. Un individuo che vive di espedienti. All'ospedale è stato accompagnato da un amico, Raffaele Catalano, 25 anni, via Monte Rosa 122. Questi dice: ti Lo conosco, ma , non so che cosa gli sia succes so. L'ho trovato a terra, invocava aiuto D. Il dott. Gravanese interroga i proprietari del bar. Ripetono di non avere visto i due, di non conoscerli: « Da noi vengono tante persone, come facciamo a ricordarle tutte? ». Lo sparatore è fuggito verso il centro. Qualcuno dice: « Impugnava ancora la pistola ». Pochi minuti dopo, alle 21, dalla centrale della Questura giunge una comunicazione: ti SI è costituito ». E' Giuseppe Benincasa, 33 anni, via Gottardo 43. Sposa, to ha due figli, il più grande di 11 anni. Da qualche tempo commercia in auto usate. E' giunto in via Grattoni con un taxi. Al piantone ha chiesto del dottor Montesano. Ha detto: tt Poco fa ho sparato a un uomo, in corso Vercelli. Mi state cercando ». |E' accompagnato negli uffici della notturna. Al personale di servizio consegna la pistola, ca- libro 7,65, il caricatore vuoto e sette cartucce, che aveva in tasca. Indossa una giacca verde. | una cravatta a righe. E' taso, ; nervoso, afferma: « Ho sparato perché temevo che volesse ucci- j dermi. Gli avevo venduto due auto, non voleva pagarmele. Mi ha schernito, dicendo che se vo- | levo ritirare quel denaro dovevo j prenderglielo con la forza. Poi mi ha invitato ad andare con lui fuori Torino, per discuterne, i Ho capito che cosa intendeva: \ gira sempre armato. Voleva sfidarmi ad un duello. Per questo ! ho sparato », Anche per il Benincasa c'è in , questura un voluminoso fascicolo che porta il suo nome: nato a Benestare di Reggio Calabria, e stato per qualche tempo a Roma, poi è immigrato a Torino. | Nella capitale venne denunciato per un furto, per un anno fu sottoposto a soggiorno obbligato. Nel 1965, a Torino, sorvegliato speciale; è stato arrestato per porto abusivo d'arma e spaccio di banconote false. « Mi sono costituito perché sa- pevo che mi avreste trovato — dice al dott. Gravanese —. Il Sechi mi aveva dato un appuntamento, voleva uccidermi. Ho sparato per primo, appena usciti dal bar. Doveva finire cosi ». Insiste: ti Mi doveva del denaro. Prima mi ha detto che non aveva soldi, poi ho scoperto che stava per comperare una Giulia nuova. Questa sera ho cercato di convincerlo. Lui mi ha riso in faccia. La j conosco da tempo, gira sempre ! armalo. Ho avuto paura ». I Alberto Sechi, in realtà (al i meno ieri sera) non aveva armi | addosso. Per tre ore è rimasto in sala operatoria, i medici sono I riusciti ad estrargll due proiet tili. Ma uno è rimasto nella schie na, e pare che abbia leso qualche organo interno. Gli altri hanno trapassato da parte a parte la coscia. Ai medici ha solo detto, j appena portato in camera operatorta: « Salvatemi ». Poi ha perso conoscenza. E non è stato possi- | bile interrogarlo. Ezio Mascarino j \ | i ì , I I Lo sparatore Giuseppe Benincasa vidima, Alberto Sechi e in fin di vita - I proprietari del bar Guido di corso Vercelli