Tormenti d'uno storico tedesco
Tormenti d'uno storico tedesco Meinecke tra il nazionalismo prussiano e l'Europa Tormenti d'uno storico tedesco Friedrich Meinecke: « Esperienze, 1862-1919», Napoli, Guida Editori, lire 4500. « L'8 novembre (1918) a Berlino si aveva già la sensazione certa che il giorno dopo sarebbe scoppiata la rivoluzione. La sera dell'8, andai con mia moglie ad ascoltare il concerto sinfonico dato all'Opera; udimmo la Quinta Sinfonia di Beethoven. Quando tornammo a casa, la piazza e le vie erano stranamente silenziose. Io però sentivo che avevamo appena udito gli ultimi suoni di un mondo più bello che tramontava ». Così — con una connessione tra musica e civiltà dell'uomo, che ricorda gli accenti con i quali Giorgio Pasquali aveva rievocato la « sua » Gottinga e la « sua » Germania — Friedrich Meinecke esprime i propri sentimenti nell'imminenza del crollo del secondo Reich. Con la fine della prima guerra mondiale per Meine cke era veramente un mondo che tramontava, il mondo al quale riteneva indissolubilmente legata la sua formazione umana e scientifica, l'esperienza politico-culturale che riterrà sempre, anche negli anni dell'adesione alla repubblica di Weimar, quella a lui più affine. Ed è quest'atmosfera, vista soprattutto, ma non esclusivamente, attraverso il microcosmo accademico, che Meinecke ripercorre e rievoca in questa autobiografia spirituale. In un clima politico che era già turbato, molto più profondamente di quanto Mei- necks non sia stato allora in grado di scorgere, l'Universi-tà tedesca vive la sua penul-tima grande stagione, prima della estrema fioritura di Weimar, altissima ma nello stesso tempo già presaga della catastrofe: attraverso i ricordi dello studente e del docente emerge l'immagine di un'accademia non disumana, caratterizzata da un saldo legame interiore tra tutte le componenti della vita universitaria, da un nesso costante tra impegno di ricerca ed attività didattica, aperta ai fer- agitano all'è-1 menti che si sterno. La vicenda personale di j Meinecke è emblematica per ] l'apertura alla vita civile di questo mondo accademico: gli orizzonti dello studioso si ampliano: già nell'ambiente dell'archivio di Berlino matura l'incontro con le idee di Friedrich Naumann, e l'impegno, da allora fedelmente perseguito, per un allargamento della base sociale dell'impero ( germanico. Come ima parentesi tra il periodo giovanile berlinese ed il ritorno alla cattedra di storia nella capitale imperiale, si pongono gli tinnì trascorsi a i -, i?rihiir"n Ti i SSS'SSJbSS^'iS Usignificato centrale nella vi- 1 cenda di Meinecke i E' un rapporto non privo j d'incomprensione quello che lega Meinecke all'Alsazia: sen- ta l'angustia dell'ambiente ! li coloniale n nel quale vivono | i professori germanici, ma non riesce a superarla, nell'autonomismo alsaziano vede la componente particolaristica, ma non lo slancio sovran-1 nazionale; eppure dell'atmo- sfera renana riesce a coglie-re e ad esprimere le istanze europee. La chiamata a Berlino coincide con lo scoppio della prima guerra mondiale e con l'intensificarsi dell'impegno politico di Meinecke: dall'esaltazione nazionale dei giorni di agosto del '14 all'esame di coscienza sugli obiettivi di guerra tedeschi e al tentativo di evitare la catastrofe in cui il nazionalismo imperialista stava precipitando la Germania. L'insufficienza di questi tentativi degl'intellettuali li- berali, la loro incapacità di uscire dal mito della potenza e clella grandezza gei-manica U.uno dei temi sul quale più vivo e oggi il dibattito nella nuova storiografia tedesca; la voce di Meinecke rimane comunque tra le testimonianze Più significative della lacera zione interiore di intellettua li divisi tra l'adesione agli ideali della propria comunità nazionale e l'aspirazione ad una pacifica convivenza europea. Angelo Ara
Persone citate: Beethoven, Friedrich Meinecke, Friedrich Naumann, Giorgio Pasquali, Mei, Meine
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