Così Torino fu libera

Così Torino fu libera 25 aprile '45, i giorni del nostro riscatto Così Torino fu libera In rapida sintesi la rievocazione degli avvenimenti - Una conquista che è costata sacrifici, sangue e morte - Dall'ordine della mobilitazione, il 15 aprile, all'epopea di una città che insorge e accoglie i suoi figli che scendono armati dalle colline per cacciare l'oppressore fascista - Chi potrà dimenticare il messaggio: « Aldo dice 26 per 1 »? - La difesa operaia delle fabbriche Torino celebra l'insurrezio- I sone di 27 anni fa: una batta- soKlia durata cinque Riorni e I con la quale dopo vent'anni di resistenza disarmata e 18 mesi di guerra partigiana, la città si liberò per sempre dai tedeschi e dai loro complici fascisti. Ma che cosa fu quell'insurrezione? Perché ebbe, secondo gli storici, caratteristiche tutte sue che la differenziano dall'impetuosa rivolta di Napoli e dalle stesse, insurrezioni di Firenze, Bologna, Genova, Milano? Il proclama Alexander, del novembre '44, aveva costretto i partigiani a un secondo, durissimo inverno alla macchia. Difficoltà mi- I info| fiTbmtiriDpnczl'plitari rallentavano la marcia degli alleati verso il Nord; ma c'erano anche altre ragioni a render ri- libaiuttanti ali'autoliberazione delle j cgrandi città: il timore di un'or- oganlzzazione armata, sempre più defficiente, dei partigiani, e il ri- j aschio autentico rappresentato dal le agguerrite forze tedesche nel Settentrione. Dal canto loro i resistenti « erano indotti... a difendere tenacemente le ragioni della loro guerra ». Per spirito di autonomia rivoluzionaria e di nerezza nazionale. Rischio calcolato A Torino la situazione era quei sta: un Comitato di liberazione molto unito e deciso, d'accordo con il Comando militare, all'ini- ! pump'rsogdSva, rStSZSJE? 2^ ,« 5 ?Z hSrm ™. ™rnifnnf ì rStari siag poliUc[ um, 'for a Z' 1 cutfrricata nel Corpo volontari della libertà. E una classe operaia massiccia e preparata. Dall'altra | parte la presenza di 72 mila te- i deschi in Piemonte, di cui 35 mila I fra la 34' divisione corazzala in , movimento dal Cuneese e la 5' Alpenjager. Appena 1 partigiani fossero sce- ! si dalla montagna, innescando la battaglia della città sostenuta S dalle Squadre di azione partigia- j na, una tenaglia mortale avrebbe potuto chiudersi alle loro spalle e Torino diventare una trappola sanguinosa per ì coni- 1 battenti e la popolazione. « Il rischio era gravissimo, ma calcolato; rientrava vegli scopi della guerra popolare dir aveva i suoi j diritti, ma anche i suoi metodi ». 13 aprile '45. Il gen. Drago, che j ha sostituito il ge.i. Trabucchi. ' arrestato, ordina le operazioni i « per la mobilitazione materiale e spirituale dei reparti ». I muri della città frattanto si sono riempiti di scritte che incitano allo j « sciopero generale contro la lame e il terrore ». 1S aprile. Lo sciopero paralizza j Torino: fermi i tram, i treni, sospese le lezioni, chiusi i negozi, I le banche, l'Intendenza, il municipio, il tribunale. Inutilmente il questore Protani ha disposto per- | lustrazioni, blocchi con carri ar- i mati e autoblindo. La città ri- j sponde al governo clandestino, anche se il prezzo è alto: Ufi assassinati la notte precedente lo sciopero e altre decine la notte successiva. 11 prefetto Grazioli ; diffonde un manifesto: « Torine- \ si, chiedete ragione, ai fomentatori dell'odio ilei rostri cari te- \ rocementc uccisi ». Ma i torinesi sanno da dove viene la morte. 19, 20, 21 aprile. Riunioni finali del Comando militare del Corpo | volontari della liberta in via Sac- | carelli 9. E' presente anche il j col. Stevens, capo della missione alleata, che di fronte al parere concorde del Comando per l'ordine d'insurrezione, presagisce tragedie (.«Torino sarà una seconda Varsavia in, prega e poi ordina, in nome de! XV gruppo d'armate. Livio Bianco (G.L.i, Camia (Matteotti), Scotti iGaribaldi) gli rispondono che accettano ordini solo dal Comando del Cvl: e il comando è d'accordo. L'ufficiale di collegamento, macgioie Creonti, raggiunge il Cln che siede in permanenza all'Archivio di Stato. Vi si precipita anche | Stevens, ma il Chi gli dice: « To tino deve liberarsi da sola, anche I se gli alleati dovessero tardare \ settimane ». Attesa sulla collina I partigiani sono attestati intorno alla città, aspettano l'ordi. ne sulle colimi. Secondo il piano E 27 è previsto l'impiego, per la battaglia di Torino, delle forze cittadine ( 1865 uomini di primo impiego, 7 mila di secondo) e di quelle esterne: 7500 uomin: «5 divisioni G. L., 5 Garibaldi, 4 Autonome. 3 Matteotlii. Autonomi e garibaldini delle Langhe e altre due divisioni G. L. de! Cu neese costituiscono la riserva. 23 aprile. Bologna e libera, le truppe alleate hanno oltrepassalo il Po a Mantova. Genova e insorta e ha cacciato i tedeschi; fascisti e tedeschi si sono ritirati da Parma. Intercettazioni telefoniche consentono di apprendere che i tedeschi in Piemon;.stanno ripiegando e hanno minato dietro di sé ponti e impianti: che i comandi delle brigate nere seguiranno i tedeschi in ritirata. 21 aprile. E' l'ora. I! Cln deci- ide l'insurrezione. Ordine 3000 5 del comando militare regionale piemontese: «A tulli i comandi Zona. Aldo dice 25 per 1, nemico in crisi finale. Applicate piano E 27. Capi nemici e dirigenti fa- scisti in fuga. Fermate tutte le macchine e controllate i passeg-gerì trattenendo persone sospet. te. Comandi zona Interessati ab- Viano massima cura assicurare nobilita forze alleate su strada Genova - Tonno e Piacenza - To- rlno "- 11 messaggio significa che 1 at. tacco scatterà all'I del 26 aprile, Le staffette lo recapitano ai cu. mandi di zona. I fascisti sono chiusi in caserma. li Cmrp s'ir, sedia a Villa Pia in v:u Cibra. rio, il Comando Piazza alla Lan- da, il Cln cittadino in via Sac- carelli. 25 aprtle. Dice Radio Londra: ii Sono ben guidati e di grande efficienza ». Sono giovani che han- no vissuto tra sacrifici, agguati, feroci rastrellamenti, peidhe do Jorose. Molti con mitra e fucili strappati al nemico; altri armati I sommariamente, ma con lo stes. so corano. I In cit,k 11 Commào Plazza AU I in movimento: a Trolarello i par- fonde l'ordine: « Nemico in crisi | finale. L'ora della liberazione di Torino è suonala. Occupare subito i posti ài blocco r i commissariati. Difendere oli impianti industriali, le opere ferroviarie, l ponti, i servizi pubblici. Disarmare quanti nemici sarà possìbile, reprimere con decisione ogni forma di delinquenza comune, in modo che la liberazione di Torino avvenga in quell'atmosfera di disciplina operaia, patriottica che le e propria ». La resa tedesca Nella cintura l'insurrezione è ligiani occupano la stazione bloccano la strada per Torino; alle 11 G. L. e garibaldini asc j cano il presidio di Poirlno, sei ore di combattimento, poi i te- I deschi alzano bandiera bianca; . j alle 19 Moncalieri è libera: il 1 sntGsPgizvRpcr! presidio fascista di Alpignano e J un reparto della Leonessa a Ci- mena si arrendono: a Chieri 200 patrioti tengono saldamente la ''scendela notte, piove. Gli ope-! rì:TZ^PZ^o , stenere la lotta. Passeranno 24 ore prima che possano congiun- | gersi eon i partigiani. Il comari, i do dell'VIH zona trasferito a | S. Mauro ha fissato gli obbietti- i vi per le singole formazioni. Ma | all'improvviso, nella notte del 25, I n, riceve l'ordine di soprassedere: I h» i 'imbri del Comando milita, j ì re' ma ò di stevens- I :"; L'incertezza dura al- ; 1 cune ore poi Barbato decide ; ugualmente l'attacco. Nel frat- I tempo i G. L. compiono una prò- i fonda puntata in città e lo sbar- | ramento fascista di borgata Ro. | | i I duplice, coraggioso « no » del Cln al Ken- Schlemmer che chiedeva sa è travolto da « Mario l'Alpino il, (( Oscar » conquista il ponte della Barca e un'altra brigata G. L. si spinge Ano in borgo Rossini, ripiegando poi su Regio Parco. 27 aprile. Mentre gli operai tengono le fabbriche e salvano gli impianti dalla distruzione, le forze partigiane entrano in città a ventaglio da corso Belgio, corso Regina, piazza Vittorio. La popolazione scende nelle strade, compaiono ai balconi le bandiere tricolori. Alle 18,30 il Comando militare risponde al prefetto fascista: it In esito alla vostra richiesta per l'armistizio dei tedeschi per la piazza di Torino, il cap. Schmidt assieme ad un ufficiale del Comando Wehrmacht può presentarsi con bandiera bianca ». La resa senza condizioni del comando tedesco in Piemonte avviene 11 2 maggio, dopo la conclusione dell'accanita battaglia di Torino e il con arroganza di passare con le s"c divisioni attraverso Torino liberate.