Aspettando la «suspense»

Aspettando la «suspense» LA CRONACA TELEVISIVA Aspettando la «suspense» ? e e William Wilkie Collins, chi è? Non vogliamo infliggervi una biografia, reperibile d'altronde in qualsiasi enciclopedia o manuale anche modesto; ma ricordare alcune cose che avranno una stretta relazione con il giudizio sulla prima puntata dello sceneggiato La pietra di luna. Dunque: Collins è uno scrittore inglese del secolo scorso, grande amico di Dickens che lo protesse e lo incitò a pubblicare. Tra i suoi romanzi gli eruditi ricordano «Nascondi e cerca », « Dopo la tenebra », « L'oscuro segreto », «La regina di cuori», «La donna vestita di bianco »: ma uno solo ha resistito al tempo ed è ancor oggi letto e ristampato, La pietra di luna che è del 186». Qual è lo stile di Collins? Adoperiamo le parole di una presentazione a cura della stessa Rai « ... una delle sue caratteristiche consiste nel far luce sugli avvenimenti con l'ausilio di testimonianze in prima persona, di documenti dosati nel corso del racconto ire modo tale da creare quella tensione propria della letteratura a sensazione ». E subito dopo: « Con La pietra di luna l'autore affina questa sua tecnica realizzando il primo vero racconto poliziesco in senso moderno ». E' un'affermazione un po' troppo perentoria e quindi discutibile ( per noi i primi veri racconti polizieschi in senso moderno sono quelli di Poe): comunque prendiamone atto, come prendiamo atto di un'altra dichiarazione, sempre della Rai: « Dopo Arthur Conan Doyle, creatore di Sherlock Holmes; dopo Maurice Leblanc, ideatore di Arsenio Lupin; dopo Chesterton, che inventò il prete-detective padre Brown; dopo Stevenson, creatore del dr. Jekyll, un altro autore classico della letteratura poliziesca, Collins (.addirittura un precursore in questo genere, come lo definiscono gli specialisti), viene presentato in televisione ». E infine: « Portando sui teleschermi la vicenda descritta dal romanziere inglese, la tv continua cosi a dedicare ampio spazio al genere giallo ». Molto bene. Delle qualità di suspense de La pietra di luna eravamo personalmente convinti da un pezzo. Ma volevamo che la faccenda avesse una conferma obbiettiva. Ora però gli spettatori che hanno assistito ieri alla prima delle sei puntate (regìa di Anton Giulio Majano, scet neggiatura di Carlo Frutterò e Franco Lucentini con la collaborazione dello stesso Majano) non si sono trovati affatto davanti ad un poli- | ziesco. Si cominciava, è vero, con la seguenza del furto del famoso diamante detto appunto « Pietra di luna » nel cor- j so di una battaglia in India (sequenza che ha suggerito; ancora una volta la melanconica riflessione: chissà per-j che le battaglie riescono così bene in cinema e cosi male in tv?»; ma il clima dram-i matico è finito lì, cioè al- j l'inizio. In seguito lo spettatore, dopo essersi orientato con enorme fatica nell'intrigo (bisognava pure tentare; un collegamento tra il para- j piglia d'apertura e i fatti successivi che si svolgevano piesumibilmente a notevole distanza di tempo), è stato te-1 stimone di una storia romantica e villereccia, sullo sfondo di quelle case patrizie britanniche di campagna che assieme alle avite dimore russe, sempre di campagna, hanno costituito per anni e anni gli scenari preferiti, se non unici, delle produzioni televisive a puntate. Atmosfera ottocentesca, i dunque: bei boschetti, bei | giardini, rivi e stagni, salotti ben arredati, una lady ma- \ lata ma col perfetto sorriso sulle labbra (Lida Ferro),: una figlia illibata di modi affettati e virtuosi (Valeria | Ciangottini), un giovanotto innamorato (Aldo Reggiani), un cuginetto respinto (Giancarlo Zanetti), un fedele maggiordomo (Andrea Checchi, con la parrucca a riccioletti candidi). Assistiamo a incontri, riverenze, abbracci; a | schermaglie e a bacetti; assistiamo ad un ricevimento, ad una corsa nei sacchi, ad una salita sull'albero della cuccagna, di tutto raccontato senza fretta, con signorile calma, indugiando. E il poliziesco? Già. La tv aveva assicurato un poliziesco. Ma qui, in questa prima puntata, di poliziesco non c'era niente. Sì, il giovanotto innamorato parlava di un oggetto misterioso e di quando in quando spuntavano tre indiani grassi con un serpente. Ma erano dettagli che non facevano suspense, che non provocavano emozioni, che non comunicavano il più piccolo terrore... E allora? Sarà per la prossima volta. Gli spettatori aspettano di poter rabbrividire. u. bz.

Luoghi citati: India, Majano