Le malattie della pelle: possibilità terapeutiche con nuovi farmaci (senza ricorrere al cortisone) di Angelo Viziano

Le malattie della pelle: possibilità terapeutiche con nuovi farmaci (senza ricorrere al cortisone) Patologi e clinici di tutto il mondo riuniti a congresso a Francoforte Le malattie della pelle: possibilità terapeutiche con nuovi farmaci (senza ricorrere al cortisone) Le dermatiti sono ovunque in preoccupante aumento - La causa è data dalla sempre maggiore « aggressività » dell'ambiente (detersivi, sostanze chimiche, fibre sintetiche, radiazioni ecc.) - La pelle non è soltanto una copertura protettiva, è un apparato con un preciso ruolo nell'organismo: occorre garantire la regolarità di tutte le sue funzioni (Nostro servizio particolare) Francoforte sul Meno 19 aprile. Dopo tre giornate di lavori si è concluso domenica, qui a Francoforte sul Meno, un congresso internazionale sui nuovi orientamenti nella terapia antinfiammatoria delle malattie della pelle, al di fuori dell'impiego dei cortisonici. Vedremo poi il perché dì questa distinzione. Presenti centinaia di partecipanti, le relazioni sono state svolte da dermatologi di chiara fama, oltreché dei Paesi europei, del Giappone, del Sud Africa e dell'America. Da sempre si suol dire « salvare la pelle » nel senso di salvare la vita; ma è la medicina moderna che ne ha fornito la più chiara giustificazione riconoscendo alla pelle il naturale rango di organo vero e proprio, alla stregua degli altri organi interni, e non più soltanto la funzione di mantello di protezione meccanica del nostro corpo. Si tratta di un apparato di singolare estensione, in pratica l'organo di frontiera tra l'ambiente esterno, con tutte le sue sollecitazioni, e l'intimità della fabbrica umana. Formato di specifici strati. comprendendovi quel sottilissimo velo lipidico (grasso) di delicata copertura esterna, pressoché da tutti ignorato e quindi inconsapevolmente bistrattato, è un organo bifronte dotato nel suo complesso di corpuscoli sensoriali, nervi sensitivi, fibre neuro-simpatiche vasomotorie e secretorie, ghiandolette sudoripare e sebacee ed annessi, inoltre, di una rete di microvasi sanguigni. Ragione per cui da una facciata capta le informazioni ambientali e dall'altra manda i relativi messaggi ai visceri interni, dal cui allacciamento funzionale riceve a sua volta indicazioni di comportamento. Le vitamine Tutti sanno almeno della sua funzione termoregolatrice, anche dell'attività produttrice di pigmenti (da cui — tra l'altro — la tintarella antisolare da assumere gradualmente); meno forse sanno della sua capacità respiratoria. Certo anche la pelle respira, assorbendo ossigeno ed eliminando anidride carbonica. Ha attività metabolica nonché eliminatrice di sostanze tossiche. Esige pertanto il massi¬ mo rispetto; il risparmiarle cioè l'offesa dei più svariati fattori nocivi, tra cui non si dimentichino neppure errori dì cosmesi o quelle irrazionali esposizioni solari che portano oltretutto un contributo al suo precoce invecchiamen to, tramite una disidratazione. Dati i rapporti della pelle con i visceri interni è indubbio che situazioni morbose di questi talora hanno ripercussioni indesiderabili cutanee; così come talune deficienze alimentari, carenze di enzimi o di vitamine. Sembra quasi un registro o specchio delle varie nostre vicende biologiche, certo dell'età. A questo proposito nella cura e nella prevenzione di certe forme morbose cutanee si impone una collaborazione del dermatologo col medico internista. Vale pure tener presente che talune modificazioni della reattività cutanea legate all'individualità stessa di un soggetto possono alle volte interferire negativamente persino sul successo non soltanto di applicazioni cosmetologiche razionali, ma anche su quello di farmaci topici (cioè applicati in loco/ normalmente soddisfacenti. Indubbiamente, comunque. se oggi, nonostante la migliorata diffusione dell'igiene generica, la patologia cutanea è in alto crescendo la colpa sta prevalentemente a carico dì agenti aggressivi esterni, ambientali, chimico-fisici, termici, radianti, di nuovo genere. Ciò pone un problema di portata sociale in merito all'assistenza terapeutica ed alla prevenzione. Spiccano attualmente tra le affezioni cutanee le dermatiti da contatto. La " bendazac " Da tempo ne conoscevamo talune prettamente professionali, ad esempio per contatto consueto col cemento oppure con oli minerali. Poi. con le varie modificazioni del lavoro industriale, per particolari nuovi materiali di impiego sono venute infittendosi le dermatiti allergiche per contatto cutaneo con sostanze dapprima insospettabili. Qualcosa di analogo sta succedendo tra i lavoratori agricoli. Ciò comporta, oltre al danno alla salute, un danno economico per le giornate lavorative perdute e per il fatto che sovente, a guarigione del male acuto, resta una sensibilizzazione del soggetto, per cui egli è costretto a cambiare lavoro a scanso di inesorabili ricadute. Entrati in scena gli innumeri detersivi moderni ad uso domestico, anche tra le casalinghe si sono diffusi ecze mi del genere alle mani, che non sempre sono sufficientemente protette dai guanti di gomma. Infine i pediatri hanno rilevato un aumento degli eritemi (arrossamenti ed alterazioni cutanee locali) dei bambinetti per ripetuti contatti con mutandine di certe fibre sintetiche. E ce n'è ancora. Taluni prodotti cosmetici non sembrano esenti da stimoli irritativi del cuoio capelluto. Da anni al trattamento locale antinfiammatorio di questa patologia cutanea in aumento hanno reso servizi utili i vari prodotti cortisonici, che svolgono un'azione antireazionale non specìfica. Ma contro il loro effetto sintomatico pronto, che in situazioni urgenti può essere addirittura prezioso, stanno altri effetti collaterali indesiderabili allorché la cura, come spesso avviene, deve essere prolungata o frequentemente ripetuta per situazioni sovente ricorrenti. E' nata, quindi, un'intensa attività di ricerca per realizzare nuovi farmaci, sempre ad applicazione locale, con meccanismo diverso dal cortisonico senza effetti secondari. Orbene all'odierno congresso internazionale di Francoforte l'attenzione degli specialisti è stata concentrata su una nuova molecola terapeutica, detta bendazac, termine non commerciale, secondo la denominazione proposta dall'Organizzazione mondiale della sanità per l'imparentamento con l'acido bendazolico. La realizzazione del nuovo composto spetta alla ricerca italiana (gran merito va al prof. Silvestrini di Roma). L'azione del nuovo principio attivo mira selettivamente a bloccare e correggere il danno del tessuto cutaneo, proteggendo le proteine della pelle contro l'azione denaturante degli agenti lesivi, sì da prevenire alterazioni degenerative e necrotiche, e favorire i normali processi di rigenerazione. Dopo una larga sperimentazione di laboratorio, quella clinica dura ormai da circa due anni in diverse parti del mondo. Sicché, dai risultati sinora ottenuti e confrontati nelle molteplici relazioni discusse, il congresso ha concluso che una nuova valida via si è aperta nel trattamento di un ampio settore della patologia cutanea, anche con possibilità in certo qual modo profilattiche. Se ne è prospettato pure un ausilio contro la senescenza precoce della pelle, nelle dermatiti da luce, attraverso un'azione fotoprotettrice del bendazac, e in eczemi dipendenti da vene varicose. Le relazioni italiane sono state fatte dai professori Monacelli (presidente onorario). Cornei, Silvestrini e collaboratori, Ciaccio, Trimarco e coli.. Giordano e coli, Bessone. Ribuffo e coli., Puccìnelli, Longhi. Agostini, Mezzadra e coli.. Mole. Zar. Mian, Barachini, Baccaredda, Feruzzi. Sabatini, Ancona e il torinese Marco Dogliotti residente a Johannesburg. Angelo Viziano

Luoghi citati: America, Ancona, Francoforte, Giappone, Roma, Sud Africa