Riunione di tecnici per la Cuneo-Nizza di Filiberto Dani

Riunione di tecnici per la Cuneo-Nizza Tre giorni ad Ospedaietti Riunione di tecnici per la Cuneo-Nizza Sono francesi e italiani: predispongono il lavoro per ripristinare la linea ferroviaria - Per il via ai lavori occorre, però, la ratifica alla convenzione da parte del nostro Parlamento sndpttn—dn(Dal nostro inviato specialei Sanremo, 19 aprile. Se ne parla da 27 anni e. forse, si continuerà a parlarne per chissà quanti anni ancora: il destino della ferrovia Cuneo - Ventimiglia - Nizza riposa nelle mani del Parlamento, ma il Parlamento è stato sciolto: il nuovo che verrà dopo le elezioni del 7 maggio troverà il tempo per occuparsene? L'interrogativo non è ozioso. La Cuneo-Nizza è interrotta dalla fine della guerra (sono saltati in aria diciassette tra ponti e gallerie), appunto 27 anni fa. «Bisogna ricostruirla subito», scrissero i giornali nel 194(1. Passò un anno e i giornali chiesero: «E la Cuneo-Nizza?». E nel 1948: «Vogliamo la Cuneo-Nizza». 1949: «La Ouneo-Nizza è indispensabile». 1950: «La CuneoNizza si farà». 1953: «Quando si farà la Cuneo-Nizza?». 1960: «Presto riattivata la CuneoNizza». Nessuno ci crede, ma e. una notizia che fa piacere leggere. 1969: «Il vecchio problema della Cuneo-Nizza va in porto». E' la volta buona? 1970: «Il ministro degli Esteri italiano e l'ambasciatore francese firmano a Roma la convenzione che regola la ricostruzione della Cuneo-Nizza», i Finalmente. Ancora il 1970: ! «Entro tre anni la Cuneo-Niz-, za sarà riattivata». Sono passati altri due anni e la Cuneo-Nizza è ancora a pezzi. Ora, dal 19 al 21 aprile, si svolge un «vertice» a Ospedaietti per la «sospirata» li-1 nea ferroviaria. Il sindaco Eraldo Crespi conferma: «Ospitiamo una commissione di alti funzionari delle ferrovie italiane e francesi: per tre giorni discuteremo a Ospedaietti il problema della CuneoNizza». Gli alti funzionari sono nove (per l'Italia, il dottor Filippo De Simone, gli ingegneri Plinio Bonessio e D'Alessio, il professor Romano Trotto; per la Francia, i signori André Lhenry. Louis Soulié. Henri Brenot. Michel Fourcroy e Jean Fascio » e siedono a un tavolo sommerso da un mare di mappe, di grafici, di carte. E', dunque, la volta buona'.1 Il dottor Filippo De Simone allarga le braccia: «Tutto dipende dal Parlamento italiano che deve ratificare la convenzione italo-francese firmata a Roma nel giugno del '70. Noi ci occupiamo soltanto delle questioni tecniche». Interviene l'ingegner Plinio Bonessio: «Se fossimo dei burocrati, e qualcuno ha ritenuto di appiccicarci questa etichetta, non faremmo il lavoro che stiamo facendo: ce ne staremmo buoni buoni in attesa della ratifica della convenzione. Invece predisponiamo già con i colleghi francesi il lavoro che dovrà essere fatto per ri- pastinate la Cuneo-Nizza in me do da non perdere un solo minuto dal momento in cui la convenzione sarà ratificata». La ferrovia Cuneo - Ventimiglia - Nizza, lunga poco più di cento chilometri, fu inaugurata il 30 ottobre 1928. Distrutta nell'aprile del '45, sicominciò a parlare della sua ricostruzione nell'immediato dopoguerra. Il governo Italiano, però, la considerava troppo onerosa; i francesi, che nel loro territorio venivano a tro- vaisi, con la rettifica dei con- l'ini, 47 chilometri di binaricontro i 19 dell'anteguerra, erano altrettanto tiepidi. Le richieste di Cuneo e di Ventimiglia si facevano, però insistenti: vi furono «prese dicontatto» in sede politica, poi assicurazioni, promesse. Maera un'opera che doveva esse-re decisa a livello governativo, a Roma e a Parigi. L'interesse economico di Cuneo per questa ferrovia non è soltanto locale. La linea nacque infatti come tratto terminale d'una direttrice ferroviaria che, da Amburgo, attraverso la Germania, raggiungeva Basilea. Berna, Torino, Cuneo, Nizza. A causa della guerra e della situazione politica che la precedette, la «direttrice» fu utilizzata solo in parte e per questo non è possibile oggi lare confronti convincenti col passato. Bisogna notare, però, che il traffico merci ai conlini con la Francia, di Ventimiglia e dì Modane. rispetto al 1928 è aumentato quaranta e venti volte. La congestione ai confini è notevole e per questo motivo alcune materie prime che Cu neo importa dalli, Spagna arrivano passando prima daila Svizzera. Alla fine t ma ci sono volut più di 20 anni i questi concetti, anche sull'onda del «rilancio ferroviario», hanno finito per prevalere. La Francia, filmando la convenzione, ha stanziato settecento milionper la parte di sua competenza: un contributo quasi simbolico se si pensa che il costo dell'opera, compreso il mate naie rotabile, e preventivato in dodici e più miliardi. Nessun timore, comunque, perche c'è già una legge che forriisce i danari necessari, anzsei o sette miliardi sono giàpronti. ePurtroppo — dicono i linizionari delie ferrovie italiane— non possiamo ancora di sporre d'una lira proprio perché manca la ratifica della convenzione. Il Parlamento francese, invece, ha compiuto questo atto VII giugno del '71 sicché le ferrovie francesi non hanno problemi. Ci hanno persino anticipato i soldi necessari per la progettazione delle opere da ricostruire. Non bisogna essere pessimisti per il solo gusto di esserlo: questa, forse, e davvero la volta, buona». Se i nostri parlamentari ratificheranno a tamburo battente la convenzione — dicono ancora i funzionari italiani — i lavori di ricostruzione della Cuneo-Nizza cominceranno immediatamente e termineranno nel giro di tre anni. Filiberto Dani

Persone citate: André Lhenry, D'alessio, Eraldo Crespi, Filippo De Simone, Henri Brenot, Jean Fascio, Louis Soulié, Michel Fourcroy, Plinio Bonessio