Denunciato un racket del turismo nei centri della riviera del Garda di Giuliano Marchesini

Denunciato un racket del turismo nei centri della riviera del Garda II fenomeno preoccupa esercenti e operatori economici Denunciato un racket del turismo nei centri della riviera del Garda I protagonisti di questa attività sono certi capi-comitiva, accompagnatori di gruppi di stranieri Essi chiederebbero un compenso ai negozianti o ai proprietari di ristoranti e bar per indirizzare loro i clienti - II problema è stato affrontato in una recente riunione delle categorie interessate t Dal nostro inviato speciale) Garda. 18 aprile. Sembra che sulle sponde del lago di Ciarda prosperi una specie di «racket» fondato sullo sfruttamento del turismo. Il fenomeno è stato denunciato di recente durante una riunione di esercenti e operatori economici: ne ha parlato il presidente dell'azienda di soggiorno di Garda, Paolo Dall'Agnola, ne hanno discusso commercianti, proprietari di bar e di altri locali I della zona. \ 1 protagonisti di questa at- tività clandestina, che qualcu! no definisce la «mafia turistica», sono certi capi-comitiva, I accompagnatori di gruppi di | stranieri che scendono sulle rive gardesane per andare incontro ad una spensierata vacanza. Gli ospiti sbarcano dai pullman e, intruppati, fanno il loro ingresso nelle località |dl villeggiatura Non sanno nulla del posto in cui si trovano, cominciano ari aggirarsi piuttosto spaesati per le strade del centro. E per trascorrere il loro soggiorno nel miglior modo possibile si affidano all'esperto che li accompagna. Di solito, la guida fornisce indicazioni di generica utilità: «Qui c'è la banca, là l'iil/icio postale, in I fondo a quella via. il posto telefonico pubblico». Ma c'è qualche capogruppo j che ha in serbo anche consigli | particolari per i suoi clienti.; In diversi di questi casi, si tratta di accompagnatori che approfittano della situazione per mescolare le loro funzioni con i loro interessi. Una volta sistemati in albergo gli ospiti, il capo comitiva privo di scrupoli entra in un negozio, oppure in un bar, in una trattoria, in un locale caratteristico, e intavola con il proprie dicoessi e mbiosi prd e l a i o o l o e aii 1 e I la rio un discorso di questo, genere: «Senta, io ho portato™i un centinaio di turisti. Posso I qufare in modo che vengano a | servirsi qui. però lei mi deve pagare una certa somma per avere questo privilegio». Cosi, il titolare si trova applicata una «tangente», e senza scampo. «Altrimenti — aggiunge seccamente l'autore del ricatto — vorrà dire che indirizzerò il mio gruppo verso altri locali». Se la vittima I dell'imposizione accetta, l'altro ritorna dai suoi clienti e rivolge loro un «disinteressa- j lo» invito a entrare in questo ambiente piuttosto che in quello. In questo modo, il gioco del capo-comitiva senza scrupoli e fatto. Da un lato, l'eserconte deve subire un sopruso | per non vedere deserto il suo locale, dall'altro la schiera di turisti è costretta a seguire a sua insaputa una determinata corrente durante i suoi giorni di vacanza. E altri titolari di ambienti della zona patiscono una sorta di concorrenza assolutamente ingiustificata. Si dice che il cosiddetto a a o nsi iea ite- ai [«racket» prenda di mira soo prattutto negozianti, propriee tari di bar e di ristoranti, di i Qualcuno sostiene anche che e alcuni capi-gruppo dirottano intere comitive da un hotel all'altro, ma è questa un'impresa che appare molto più difficile, dato che le agenzie e | fissano i posti in albergo parecchio tempo prima della partenza dei loro clienti. Sembra che il sistema della «tangente» sia ormai in uso ria qualche anno. Ora. pero, I se n'è parlato senza mezzi ter-, mini, si è rienunciato chiaramente questo sconcertante fenomeno. All'apertura della stagione, si riuniscono nelle diverse località del Benaco commercianti, albergatori, esperti di problemi turistici: si predispongono programmi e iniziative per accogliere nel modo più soddisfacente possibile il massiccio afflusso di | ospiti. ma nel corso della riu-ì i Quest'anno, a Garda il tema i i principale della discussione ! , ™'1 lH «epurazione delle ac-| I que minare nione è affiorato anche l'argo-1 scmento riguardante la «mafia 1 codel turismo». 1 noLa questione è stata affron- j qutata decisamente, sono stati | cachiesti provvedimenti per eli-1 si dezofesoggiorno, i lerno una | ti piaga, sì. Come si può furiai tiquesto persistente malanno. «Io non la chiame rei mafia — dice il segretario dell'Azienda di Giovanni Mancini comparire? Non è certo unicompito facile. Tra l'altro,]noi non possiamo sapere se jqualche esercente cede al ri- catto, quanti sono coloro che si rassegnano a consegnine il 'denaro richiesto. L'unico mez- jzo efficace per contrastare il !fenomeno consiste in un'in- ensa propaganda rivolta ai itolari dei locali: noi li invi- iamo con insistenza a respin- gere questi soprusi, nell'iute- L resse di tutti. D'altra parte, ' anche loro sono d'accordo. Accanto all'associazione degli albergatori, e sorta di recente anche quella dei proprietari di bar E per tutti vi è l'impe gno di combattere certe for me dì speculazione, di difen dere il prestigio del nostro tu rlsmo». Giuliano Marchesini I j | Lago di Carda. Una turista tedesca, solitaria, prende il sole di primavera nelle vicinanze del lago il I cani)

Persone citate: Giovanni Mancini, Paolo Dall'agnola