Il «Piano», le riforme ed i rapporti con il p

Il «Piano», le riforme ed i rapporti con il p INTERVISTA CON GIOLITTI Il «Piano», le riforme ed i rapporti con il p «Avvertiamo i sindacati che nel '72 i salari non dovranno crescere più del 10 per cento in termini reali » (ossia tenendo conto dell'aumento dei prezzi) - In polemica con La Malfa aggiunge: « Ma non possiamo dire: prima il vincolo, poi le riforme » Non si possono dare gli alti stipendi proposti per i dirigenti statali - «Anche se il psi e il pei potessero formare insieme una maggioranza, noi diremmo di no » (Dal nostro corrispondente) Roma, 18 aprile. I quattro partiti del Centro Sinistra riconoscono la validità del « piano Giolitti » (quello quinquennale e la parte annuale per il '72), ma dietro questo consenso pare ci sia un equivoco, perché democristiani e repubblicani, in particolare, accusano i socialisti di accettarlo solo a parole, come una « ipotesi », mentre essi lo propongono come base di una possibile intesa per la parte economica, dopo il 7 maggio. Di questo piano (della sua interpretazione e di quel che potrà succedere dopo le elezioni) parliamo con l'autore, il socialista Antonio Giolitti, ex ministro del Bilancio. Spiega: «Nell'elaborazione del piarlo ho proceduto d'accordo con il mio partito; il programma elettorale del psi dice che esso è una guida valida, Mancini nel suo discorso ad Arezzo lo ha sposato integralmente, egual giudizio ha dato più volte De Martino; quindi i socialisti lo accettano senza riserve e i nostri interlocutori ne debbono prendere atto ». Ma allora, domandiamo, da che cosa nasce la polemica tra i partiti? « Non vorrei — risponde — che qualcuno mettesse l'accento su. una componente senza tener conto dell'insieme; che La Malfa, ad esempio, vedesse di preferenza il vin colo relativo alla dinamica salariale separato dal contesto ». Il piano — dice ancora Giolitti — indica obietti vi e vincoli e tra loro stabi lisce una connessione di compatibilità anche tempo rale. Gli obiettivi sono la piena occ -".zione, lo svi luppo del Mezzogiorno, i ser vizi sociali e specialmente la sanità, l'università, la casa (c'è la riforma della casa, si tratta di applicarla). «Noi facciamo questo discorso ai sindacati: siccome vogliamo raggiungere questi obiettivi, e vi indichiamo modi e condizioni, vi avvertiamo che occorre rispettare certi vincoli per la dinamica salariale». «Sappiatevi regolare: se ci sarà un aumento eccessivo delle risorse destinate ai consumi indiviauali, attraverso l'aumento dei salari, ci saranno meno risorse possibili per le riforme; nel 11)72 i salari non dovrebbero crescere oltre il 10 per cento in termini reali; se si supera il vincolo, le riforme vengono allontanate ». « Non vorrei che 7iell'interpretazione di La Malfa si arrivasse a dire: prima voi sindacati accettate il vincolo, poi vedremo di fare le riforme». Quindi l'interpretazione di La Malfa non è corretta? « E' unilaterale: la mia preoccupazione è che non si dimentichi nessuna parte del piano, che non si stravolga la connessione ». Il piano non prevede solo il vincolo per gli aumenti salariali, ma anche il vincolo per i consumi pubblici, che è del 2,5 per cento, in termini reali. « Questo secondo vincolo rischia di saltare — avverte Giolitti — se si accettano gli stipendi proposti per gli alti gradi della burocrazia ». I sindacati si sono già pronunciati? « Hanno partecipato all'elaborazione del piano, seppure in una misura che essi non ritengono del tutto soddisfacente; sul vincolo salariare ancora non hanno dato risposta ». E a compenso di questo vincolo, il piano che cosa prevede per quest'anno? «Un aumento del reddito nazionale pari al 4,5-5 per cento, sempre in termini reali, e investimenti fìssi complessivi per il 7,5 per cento, il varo delle riforme della sanità e dell'università, l'aumento delle pensioni socia li, dei livelli minimi e di quelle degli autonomi; naturalmente, questo discorso lappstdgiltatpbsfrsgetdntcndtgghnnsggcpclggdedn,appare ormai sfasato ne'tempo per l'interruzione del una fase interlocutoria, come il prolungamento del monocolore ». « Si insiste tanto sui contenuti e si lasciano da parte gli schieramenti; mi preoccupa l'atteggiamento di Fanfani, che vuol fissare i contenuti e poi scegliere i partiti con i quali attuarli; mi pare strano che lo dica Fanfani, il quale ha fatto esperienze amare con un governo che non lo voleva seguire; passare dalla collaborazione con il psi alla collaborazione con il pli significa modificare radicalmente i contenuti ». Giolitti vede dopo il 7 maggio una sola soluzione, capace di dare una guida al Paese, quella imperniata sulla collaborazione tra de e psi; teme invece una maggioranza centrista, « che non sarebbe in grado, tra l'altro, di garantire l'ordine, perché lo Stato non può avere sufficiente autorità se gli manca un largo consenso popolare ». Il Popolo, organo ufficiale della de, domenica dccircszitlcpg«ndcmmcspzGzcnPdpscriveva che la democrazia I ècristiana pone due condizio-1 ni: che si facciano riforme coraggiose, che si dica no al cornunismo. « Se fosse così — risponde Giolitti — non vedrei difficoltà; ma quando si ipotizza la collaborazione con il pli, allora mi domando come si possano fare riforme coraggiose ». Giolitti ritorna sugli «equilibri più avanzati» e dic'é che è una versione della precedente formula del «superamento della delimitazione della maggioranza ». « Provocò tante polemiche, poi si constatò che l'allarme era ingiustificato e che avevamo ragione noi ». E' convinto che il pei sia abilitato a svolgere un ruolo d'opposizione democratica; ritiene impossibile che faccia parte del governo, o anche solo della maggioranza. « Anche nell'ipotesi che psi e pei potessero formare una maggioranza, noi diremmo no ». « Le ragioni che ci separano dal pei sono' più profonde, forse, di quelle della de: ci divide dai comunisti il modo d'intendere il socialimo; quando il pei afferma che in Cecoslovacchia c'è il socialismo, ammette che ci possa essere socialismo senza le libertà democratiche ». Giolitti parla con franchezza. « Mi sento offeso, io socialista, quando sento definire socialismo quello dei Paesi dell'Est; sino a quando il pei chiama « fratelli » i partiti che in quei Paesi hanno imposto la loro dittatura è legittimo il sospetto che. - ,a volta al governo in Ita ua, in presenza di certe con¬ dizioni, sarebbe pronto ad accettare quel regime con quei metodi ». Giovanni Trovati la legislatura. Ci sarà una posticipazione della data di partenza ». Giolitti insiste sulla necessità della connessione e porta tre esempi sollevati dal dibattito politico di questi giorni. «E' stato riproposto il problema della regolamentazione dello sciopero: gli articoli 30 e 40 della Costituzione esistono e vanno applicati, ma questo è possibile solo con il consenso dei sindacati e presuppone una forte unità sindacale ». « Sarebbe inutile se fuori del sindacato unito restassero grosse frange ». Secondo esempio: Colombo ha parlato a Zurigo della tassazione dei titoli azionari e della nominatività. « Ho approvato il suo discorso, però dico che è valido se non viene superato dalla riforma delle società per azioni ». Il terzo esempio riguarda l'agevolazione tributaria per gli investimenti: « Scalfari ha suggerito una detassazione ». « Sta bene, ma va connessa — come ha detto lo stesso Scalfari — all'impiego degli strumenti della programmazione, per stimolare c orientare gli investimenti produttivi ». Il problema centrale, secondo l'ex ministro del Bilancio, rimane il modo di governare dopo il 7 maggio. « Conosciamo l'elenco delle cose du fare, ci potrà essere dissenso sulla precedenza, perché è ovvio che non si può fare tutto e subilo; ma ritengo deleteria

Luoghi citati: Arezzo, Cecoslovacchia, Roma, Zurigo