Ferrari: per thè sta trionfando Alfa: il motivo delle stonfitte

Ferrari: per thè sta trionfando Alfa: il motivo delle stonfitte Protagoniste positiva e negativa del "mondiale,, Ferrari: per thè sta trionfando Alfa: il motivo delle stonfitte Maranello dispone di una vettura eccellente Piloti e organizzazione altri fattori di successo Milano ha una macchina con prestazioni troppo inferiori - Malumore anche fra i dirigenti Visi distesi e sorridenti alla Ferrari, amarezza e rabbia all'Alfa Romeo dopo la « 1000 km » di Brands Hatch. Cominciamo con la Casa di Maranello, che ha conquistalo il quarto successo consecutivo di questo campionato mondiate marche portandosi a quota 80 nel punteggio generale. La 312-P (sigla che significa « ire litri - 12- cilindri - prototipo ») si è imposta su ogni tipo di circuito, dimostrando dì possedere un motore dalle brinanti prestazioni ed un autotelaio di felice realizzazione. L'ing. Giacomo Callrl, che con Peter Schetty guida la squadra Ferrari nel campionato, fa il modesto. « La 312-P — spiega — non è una macchina da favola, ma una vettura ben equilibrata ed armonica. I piloti ne sono contenti: sanno che è "sincera" e che possono fidarsi. C'è un fatto da notare: i tempi ottenuti in prova vengono ripetuti in corsa. A Brands Hatch tre diversi corridori, con tre esemplari differenti, hanno addirittura realizzato lo stesso giro-record. Mi sembra molto significativo ». La 312-P nacque sui tavoli da disegno della Ferrari nella primavera del 1970. Venne ultimata in sette mesi e presentata ai primi di dicembre. La vettura ricalca gli schemi costruttivi della monoposto di Formula 1, di cui adotta il dodici cilindri boxer ed i gruppi meccanici. Il motore è meno « spinto », naturalmente, perché un Gran Premio si esaurisce in due ore mentre una gara del « mondiale » marche può durare anche 24 ore. Il 1971 venne dedicalo alla messa a punto della novella macchina di Maranello. Ci furono incidenti in serie, fra cui quello di Giunti nello gara del debutto, ma lo sviluppo della vettura continuò. « Volevamo — dice Caliri — porre in evidenza eventuali ditetti. Nel complesso, la 312-P dimostrò subito di essere un modello riuscito. Ci battemmo anche con le Porsche di 5000 eme ». Rispetto alla versione dello scorso anno, l'attuale non presenta modifiche di particolare rilievo, salvo l'adozione di un nuovo cam¬ bio e di pneumatici a profilo ultrabasso, il che ha permesso un abbassamento della carrozzeria. I frutti delle esperienze '71 si notano quest'anno. A ciò si aggiungano altri elementi, come il gruppo di piloti, tutti di classe decisamente elevata, l'impostazione del parco vetture, con due unità a disposizione di ogni equipaggio, e l'organizzazione della squadra, che, a nostro avviso, è di estrema importanza. Non per nulla, a Brands Hatch i box della Ferrari erano n osservati » con interesse da Ken Tyrrell, il « patron » di Stewart. L'insieme di questi fattori fa ritenere che la Ferrari possa continuare senza problemi la sua favolosa avventura in questo campionato mondiale. L'Alfa Romeo non è competitiva, la Gulf-Mirage è al suol primi passi (e Wyer afferma: « Questo per noi è un anno di esperienza, come per là Ferrari lo fu il '71»), la Lola è debole nella messa a punto e nell'organizzazione. Dopo U periodo Porsche, è di nuovo la stella di j Maranello che brilla. L'undicesimo titolo è a portata di mano. Amarezza e rabbia all'Alfa Romeo, dicevamo. I risultati sono deludenti e, secondo le voci che corrono, la sconfitta di Brands Hatch è stata accolta con malumore a Milano dal dirigenti della Casa. In effetti ring. Carlo ertiti, responsabile tecnico dell'Autodelta, la scuderia dell'Alfa, aveva previsto per la « 1000 km » inglese un risultato più brillante. Tre vetture partite e tre vetture al traguardo non sono un bilancio da dlsprezzare, tuttavia c'è sempre quel « piccolo n particolare delle due Ferrari là davanti, al primo e secondo posto. L'Alfa Romeo aveva cominciato il campionato mondiale come rivale numero uno della Ferrari. Le si faceva credito per molti motivi: la bella stagione '71 (ma un segno d'allarme era rappresentato dal tempi sul giro ottenuti dalla 312-P, sempre migliori), il graduale sviluppo della 33TT3 (questa sigla significa «3 litri - telaio tubolare»), l'esperienza dell'Autodelta nel settore delle sport di 3000 cmc. Già, perché la Casa milanese cominciò nel 1967 con uno spider di due litri, passando alla versione superiore nel 1969 e presentando l'attuale nel maggio dello scorso anno nelle prove della Targa Florio. La 33 TT 3 ha un'impostazione moderna, con il posto di guida avanzato, il cambio sistemato in posizione rovesciata fra motore e differenziale, i pesi portati verso il centro della macchina. E' il motore il suo punto più debole: solido e resistente, è privo di brio, almeno nel confronto con il 12 cilindri Ferrari. « Mancano i cavalli », sospira Chili. I piloti aggiungono: « A Brands Hatch, dopo le curve, le 312-P schizzavano via in progressione e noi non riuscivamo ad eguagliarle. Il telaio, invece, va bene ». Chiti ha fatto di tutto pei fronteggiare la Ferrari in Inghilterra: motori « spinti » (440 CV), pre-prove, un telalo In alluminio per la vettura di RevsonStommelen, che gli altri piloti definiscono « 1 cocchi dell'ingegnere ». Tutto inutile, come a Buenos Aires, a Daytona, a Sebring. Anche il tentativo di cam biare gli accoppiamenti degli equipaggi non ha prodotto particolari frutti. Per spiegare la « crisi » Alfa, Chiti ha avanzato nel corso della stagione varie ragioni: il peso eccessivo a Buenos Aires causa 1 serbatoi speciali antincendio, una generica sfortuna a Daytona e Sebring, un velato accenno al piloti e, a Brands Hatch, il problema dei pneumatici. Quest'ultimo particolare può anche essei vero, ma, in ogni caso, deve avere inciso in minima parte. La verità è semplice: la 33 TT 3 è inferiore alla 312-P. Stupisce che l'Alfa Romeo non sia riusci, ta a preparare per tempo una vettura veramente valida e non abbia allestito per tempo un nuo vo motore più competitivo. Ma l'Alfa Romeo studia e l'Autodelta realizza e, tra una tappa e l'altra, passano le settimane. Nelle corse il peccato maggiore è perdere tempo. L'Alfa ha gli uomini 6 1 mezzi per mutare rotta. Quanto ci metterà? Michele Fenu Lo svizzero Gay Regazzoni al volante della Ferrari 312-P L'Alfa Romeo 33 TT 3 con l'americano Peter Revson Due macchine a confronto MARCA FERRARI ALFA ROMEO Moiure 12 a 180* | 8 a 90* Alesaggjo e corsa mm 78,5x51,5 1 80x64,4 Cillndrala cmc 2991 i 2993 Potenza Cv 450 > 440 Regime max 10.800 9500 Camblo ■ a 5 marce a 5 marce Telalo . a traliccio tubolare Passo mm 2220 2224 Carregglata ant. mm 1425 | 1500 Carregglata post, mm ! 1448 1396 Peso kg 1 654 1 660 I risultati nel mondiale Mille km Buenos Aires 1 1--2M0" i 3MSel Ore Daytona i l«-2»-4» 1 3»-5" Dodicl Ore Sebrlng ! l«-2« ! 3" Mille km B. Hatch j l«-2«-6« 1 3«-4«-7«