An Loc caduta, poi ripresa nord-viet su Saigon di Giorgio Fattori

An Loc caduta, poi ripresa nord-viet su Saigon La battaglia più dura della guerra in Vietnam An Loc caduta, poi ripresa nord-viet su Saigon Massicci interventi dei B-52 americani hanno aiutato i sudvietnamiti a riconquistare quasi tutti i quartieri della città assediata - Una colonna di rinforzi, proveniente da Saigon, bloccata dalle truppe di Giap - Colpito da missili l'aeroporto della capitale (Dal nostro inviato speciale) Bangkok, 14 aprile. Trenta «mammuth del cielo » — i giganteschi aerei a otto motori B52 decollati dalle basi di Thailandia — so¬ no comparsi su An Loc, il capoluogo situato 95 chilometri a Nord di Saigon, dove si sta combattendo la più violenta battaglia dell'offensiva di Pasqua. Il tempo si è improvvisamente schiarito e i B52 hanno rovesciato sulle colonne di carri armati e autoblindo nordvietnamite cinquecento tonnellate di esplosivo. I mezzi corazzati di Giap avevano vinto giovedì il primo tempo della sfida penetrando profondamente nella città. I superbombardieri americani hanno guadagnato il secondo e An Loc, tranne che per alcuni reparti di «commandos» asserragliati nei quartieri settentrionali, è tornata sotto il controllo deUe truppe di Saigon. Il terzo, e forse ultimo, tempo è aperto alla incertezza e molto dipenderà dai monsoni, se torneranno a coprire l'attacco delle divisioni di Hanoi. Arroventata dal devastante rogo delle vicine piantagioni di caucciù An Loc sembra divenuta un test molto importante della nuova tecnica di guerra nordvietnamita, affidata a complesse operazioni campali. L'esercito di Giap ha messo in conto nell'offensiva la potenza d'urto dei bombar damenti americani mostrando straordinari progressi, per numero e precisione di tiro, nel sistema contraereo di missili terra-aria, concentrato soprattutto a Nord della zona smilitarizzata per proteggere le retrovie. Ma l'impressione è che la strategia della guerra tradizionale possa rivelarsi rischiosa offrendo preziosi bersagli ai seicentocinquanta bombardieri americani. Sostengono al quartier generale di Saigon che se il tempo si stabilizzerà per sette giorni, i generali di Hanoi dovranno rivedere i loro piani, disperdendo le forze nei «santuari» della giungla e tornando alla guerriglia. Finora il bilancio è favorevole al Nord Vietnam, ma senza successi decisivi. L'attacco iniziale di carri armati oltre la zona smilitarizzata è stato di una fulminea audacia che ha ricordato ai tecnici militari le famose avanzate in Polonia del generale Guderian. Ma nel Nord l'antica capitale Hué e la città di Quang Tri hanno tenuto. Sugli altipiani centrali si combatte con alterna fortuna e a Nord di Saigon gli aerei hanno per ora bloccato l'avanzata. Resta il quarto fronte: quello del delta del Mekong, dove operano quasi soltanto i partigiani I viet con l'antica tecnica dei plotoni d'assalto. Alla distanza questo potrebbe rivelarsi il punto più pericoloso per Saigon. Sugli altri fronti della guerra bombardamenti americani e attacchi isolati di reggimenti nordvietnamiti. Per la prima volta dall'offensiva, in una base militare a Nord, una pattuglia di fanteria Usa ha avuto uno scontro a fuoco con soldati di Hanoi. Ma rimane un caso isolato: i più decisi a vietnamizzare la guerra sembrano proprio i rangers americani, lasciando l'iniziativa all'aviazione. Il giornale delle truppe Usa in Vietnam anche in questa settimana di fuoco sembra un foglio pacifista: polemici sfoghi di soldati contro «la piccola sporca guerra» si alternano a promemoria per Nixon di rimandarli gradualmente a casa. Persino i terribili mercenari coreani non mostrano più tanta voglia di battersi e in una gola degli altipiani centrali gli ufficiali sudvietnamiti hanno dovuto minacciarli con le pistole perché andassero al contrattacco. Pur con il determinante appoggio della potenza militare Usa, l'offensiva di Pasqua pare confermare ogni giorno che è ormai una guerra dove l'esercito di Saigon dovrà vedersela da solo. Giorgio Fattori SAIGON* Vietnam del Sud

Persone citate: Nixon, Quang