Le mappe immaginarie di Angela Bianchini

Le mappe immaginarie Le mappe immaginarie Il "fantastico" in Sud America dalla conquista ai nostri giorni Le mappe immaginarie, a cura di Marcello Ravoni, Ed. Garzanti, pag. 381, lire 3200. Il fantastico corrisponde j ad un bisogno dell'animo umano ed è un aspetto anti- j chissimo, forse il primo, di ; qualsiasi affabulazione. Non è neppure da escludersi che esso possa coincidere anche con il cosiddetto realismo, o meglio, con il realismo inteso quale sguardo ravvicinato e vertiginoso alle cose. In questo caso, il narratore realista non esisterebbe affatto e, al massimo, si potrebbe parlare di scrittori « documentari », scrittori, cioè, che si limitano ad annotare le apparenze della realtà. Tutto questo non significa, tuttavia, che non vi siano epoche più o meno predisposte a percepire il fantastico e che non vi siano vari tipi di fantastico a cui possiamo di localizzare il fantastico la tino-americano all'esatta me là dello schema strutturalista iessere suscettibili Siamo og- gì m un'epoca particolarmen-1te sensibile, come fu già il romanticismo, a ricercare il soprannaturale, ed è questa ima delle ragioni per cui suscita tanto interesse la letteratura latino-americana dove il fantastico, è stato più volte osservato, ha larga parte. Ma di quale fantastico si tratta? Lo strutturalista Tzvetan Todorov, in un suo grafico, distingue una specie di sistema che passa dallo « straordinario puro » al « fantasticostraordinario » al «fantastico meraviglioso » fino al « meraviglioso puro ». E a questo schema si rifa Marcello Ravoni nell'introduzione alla sua bella antologia (o, piuttosto, collage) di testi fantastici latino-americani: il Ravoni, infatti, escluso il fantastico usato nelle storie del brivido, che implica la partecipazione del lettore cosi come lo ha definito Italo Calvino, cerca di Todorov. In altre parole, la letteratura latino-americana prediligerebbe una narra¬ gliosi sorgQno sempre dalla realtà. ,. , j« n i il VOltO di Beethoven « Scoprire in una nuvola il profilo di Beethoven sarebbe inquietante, se durasse dicci secondi prima di sfilacciarsi e diventare fregata oppure colomba: il suo carattere fan , ". ~ ,.m ,, ,,,,,,, , , tastico si affermerebbe sol taniQ nel CQS0 jn cui u pro. filo di Beethoven continuasse n mentre il resto delle nu i;ole si comporta con il di sordine sempiterno sema sco po ». Queste parole di Julio Cortàzar danno dunque ragione al Ravoni, e così altre narrazioni latino-america ne, come il Cime mool dello scrittore messicano Carlos Fuentes, dove prende vita una scultura india di pietra, oppure come la morte misteriosa della Bambina di lag giù del brasiliano Guimaraes Rosa. La presenza, tuttora viva, almeno presso gli indios e nella^-natura stessa di quel « pensiero teologico, miraco Mate e fiabesco», ancora me-| dere anche oggi quest0 pulsare soprannaturale nelle cose stesse. Illuminanti e pieni ddievale, che i primi esploraI tori europei trovarono in ' Sud America, ci fa comprenfascino sono, a questo proposito, non soltanto gli estratti degli antichi cronisti fraBernardino de Sahagun e l'inca Garcilaso de La Vega, mai pezzi assai più moderni chesi trovano in racconti indiosregistrati recentemente, comeil Cimarron. di Miguel Barnet. Le leggende del Guatemala di Miguel Angel Asturias, oppure I miti quechuadi José Maria Arguedas. E j tuttavia, limitare cosi il fantastico dell'America Latinanon è forse del tutto esatto I In effetti Marcello Ravoni nella sua ottima introduzio | ne' unu volla Poste 9»estbasi finisce poi per dovetratteggiare filiazioni spiri inali che s'interrompono di rante larga parte dellOttocento, quando la letteratura latino-americana, dimenticando le sue origini, non esita a copiare temi europei ad essa estranei, e ritrovati soltanto tra la fine del secolo e l'ini zio del Novecento. Inoltre, anche l'approccio dei lettera ti più recenti a questo fanta stico ritrovato è estremamen te ricco, ma disuguale, In Argentina I capolavori massimi del romanticismo argentino, il Facundo di Sarmiento e Martin Fierro di Hernàndez, pur ritornando alle « dimensioni soggettive del paesaggio della pampa», mirano non al meraviglioso bensì all'aspetto politico del gaucho; e, anche nel panorama d'oggi, come far combaciare il fantastico urbano e sociale di un Manuel Puig con il magico, per esempio, di Vargas Llosa? Quanto a Borges, se è vero i che proprio a lui e alla sua definizione delle mappe tal-1KH maginarie il libro del Ravoni deve il suo titolo, c'è ancora da chiedersi di che qualità sia il suo fantastico. In effetti, partendo dall'America Latina, esso si rifa a immagini e miti antichissimi in un cammino che, inversamente da quello di Lezama Lima, porta sempre più indietro alle origini culturali dell'uomo occidentale. Come Ravoni stesso indica, il reale-meraviglioso è un suggerimento più che una categoria. E, per godere appieno la grande ricchezza tematica dell'America Latina, conviene leggere questi brevi estratti o lunghe storie abbandonandosi ad un mondo davvero insolito: per esempio, la battaglia delle vipere, di sapore orwelliano, dell'Anaconda di Horacio Quiroga, il cavalleresco di Vargas Llosa, la dimensione storica di Alejo Carpentier e l'esemplarità struggente dei gauchos nel Sud di Borges. Angela Bianchini

Luoghi citati: America, America Latina, Argentina, Guatemala, Sud America