Il cosmo affollato

Il cosmo affollato ANALISI Il cosmo affollato (Domenica parte l'Apollo - Attualmente sono in orbita 3000 satelliti e "sonde" interplanetarie) La macchina fotografica die gli astronauti di Apollo 16 si apprestano a portare sulla Luna — la partenza è fissata per dopodomani alle 6,50 di sera, ora italiana — è costata un miliardo e 200 milioni di lire. E' una camera un po' speciale, naturalmente, fotograferà le radiazioni ultraviolette emesse dalle stelle e dalle galassie. Ma la cifra è indicativa dei costi elevatissimi delle esplorazioni spaziali; si capisce quindi come la Nasa guardi con ansia al volo imminente. Un insuccesso, che pure non comportasse vittime ma in qualche modo limitasse i risultati della missione, renderebbe inevitabile un «taglio» radicale nei programmi futuri, non ancora definitivamente approvati. Il solo progetto Shuttle — vale a dire la costruzione d'una «navetta spaziale» in grado di andare in orbita, ritornare a Terra su un normale aeroporto e ripartire per il cosmo più e più volte — costerà, in base ad una stima già contestata come troppo prudenziale, almeno 5 mila miliardi di lire. E' tuttavia cprto, anche se si avranno esitazioni e indugi, che l'attività spaziale, umana o puramente strumentale, verrà continuata. Attualmente girano sopra le nostre teste 3010 satelliti e stazioni interplanetarie, escludendo i frammenti e i razzi vettori abbandonati. La più gran parte dei lanci, americani e sovietici, non hanno avuto molta pubblicità, o sono stati affatto taciuti; si tratta di satelliti per comunicazioni, meteorologici, navigazionali, di prospezione geologica, di osservazione scientifica e di osservazione un po' meno scientifica, ma altrettanto interessante, i satelliti-spia. Oltre a controllarsi vicendevolmente, America e Russia si scambiano anche gentilezze. Proprio ieri, a Mosca, Alexander Vinogradov ha consegnato a due rappresentanti della Nasa 2,05 grammi di suolo lunare raccolto dai vari Lunik e ne ha ricevuto in contropartita un grammo e mezzo prelevato dagli astronauti di Apollo 15. Esperti sovietici e americani stanno elaborando un sistema di attracco uniformato per capsule abitate; Leonid Sedov ha confermato che stazioni spaziali con equipaggi misti russo-americani saranno messe in orbita «entro pochi anni». Commemorando ieri l'altro il volo di Gagarin, il presidente dell'accademia sovietica delle Scienze, Mstislav Keldysh, ha affermato che le missioni di equipaggi umani nel cosmo continueranno, anche da parte russa, accanto alle imprese strumentali. E ha aggiunto che un lancio avverrà nei prossimi mesi. Proseguono intanto il loro volo, con piena regolarità, due fra le più ambiziose «sonde» mai lanciate nello spazio: il Pioneer F americano e il Venera 8 sovietico. Il Pioneer P, levatosi dalla rampa di Cape Kennedy il 28 febbraio scorso, è un veicolo di concezione assolutamente nuova, del peso di 249 chilogrammi, dotato di apparecchi scientifici altamente miniaturizzati, che impiegherà quasi due anni per arrivare in prossimità di Giove, il pianeta gigante del sistema solare. Dovrà percorrere 700 milioni di chilometri (oltre 17 mila volte il giro della Terra) ad una velocità massima di 15 chilometri il secondo, pari a 54 mila chilometri l'ora. Ci darà informazioni anche sulle cosiddette «stelle medicee», i quattro satelliti di Giove scoperti da Galileo e sull'enigmatica «macchia rossa», un corpo semisolido che fluttua nell'atmosfera del grande pianeta. Il Venera 8 sovietico pesa oltre una tonnellata e cento chili; lanciato il 27 marzo scorso da Baikonur è diretto a Venere, il pianeta perennemente coperto da una densa coltre di nubi. Attraverso questa atmosfera, ardente e turbinosa, dovrà scendere lentamente (e nello stesso tempo trasmettere informazioni radio alla Terra) una «capsula» sganciata dalla navicella principale. E' un'impresa di estrema difficoltà, peraltro già tentata tempo fa dai sovietici, con parziale successo. Per il momento, gli sguardi di tutti sono rivolti all'Apòllo 16. E' la quinta missione americana sul Satellite terrestre, e la penultima dell'intero programma Nasa. I tre astronauti sono pronti e in ottima salute (hanno passato una « supervisita » medica durata cinque ore senza interruzioni e sono stati trovati o.k.), il comandante Young è già stato tre volte nello spazio cosmico. La mancanza di gravità non dovrebbe causargli difficoltà o sorprese. Il collega Mattingly non ha più il morbillo, come quando rinunciò a imbarcarsi sull'Apollo 13. Umberto Oddone

Persone citate: Alexander Vinogradov, Cape, Gagarin, Kennedy, Leonid Sedov, Umberto Oddone

Luoghi citati: America, Mosca, Russia