Opera del Giorgione sequestrate a due antiquari: vale 500 milioni
Opera del Giorgione sequestrate a due antiquari: vale 500 milioniA Roma mentre erano in procinto di partire Opera del Giorgione sequestrate a due antiquari: vale 500 milioni Secondo la denuncia dei carabinieri avrebbero voluto portarla a Parigi per venderla - Gli antiquari smentiscono: «Andavamo a Torino per sottoporla ad un esperto» (Dalla redazione romana) Roma, 13 aprile. Un dipinto del Giorgione va- |Ilutato mezzo miliardo è stato ,sequestrato a due antiquari fermati poco prima di partire alla stazione Termini. I due — Virgilio Lucchetti, 43 anni e Rodolfo Conti, di 39 — che avrebbero avuto intenzione di raggiungere Parigi per vendere il dipinto sono stati de nunciati per violazione della legge che vieta l'esportazione delle opere d'arte. Sono stati inoltre denunciati il Lucchetti per truffa e, avendo presentato ai militi documenti che sarebbero risultati ruba ti e contraffatti, anche per ri cettazione e falsità materiale in atto pubblico, il Conti per truffa aggravata, emissione di assegni a vuoto. Il dipinto recuperato, una tavola di 53 centimetri per 49 che rappresenta S. Maria Maddalena, è stato posto a disposizione del ministero della Pubblica Istruzione. I critici lo considerano l'opera più antica del Giorgione che sia giunta fino a noi. Fu presentata nel Palazzo Ducale di Venezia in occasione della Mostra giorgionesca del 1955 ed è definita « mirabile » nell'expertise'del critico Longhi: «Ritengo che nella serie giorgionesca giovanile quest'opera, così particolarmente memore della tradizione quattrocentesca, debba considerarsi come la più antica fra quelle fin qui reperite del Giorgione ». Dopo la Mostra di Venezia, l'opera è stata acquistata e rivenduta da più persone, fino a giungere nelle mani dell'antiquario Lucchetti, che risiede a Firenze. Gli attuali proprietari del dipinto sarebbero però altri due mercanti fiorentini (dei quali non è noto il nome), che lo avrebbero affidato a Lucchetti e Conti perché lo vendessero. Questi ultimi versarono come cauzione ai proprietari un assegno di 30 milioni che, secondo i carabinieri, sarebbe risultato a vuoto. In merito al sequestro del dipinto del Giorgione, Virgilio Lucchetti e Rodolfo Conti hanno replicato stasera alle accuse dei carabinieri, precisando che « i loro documenti— ima carta d'identità rilasciata nel '66 dal comune di Roma al Lucchetti e un passaporto intestato al Conti — non sono affatto falsi », e che « non era loro intenzione recarsi a Parigi ma a Torino »« Nel capoluogo piemontese— hanno affermato concordemente i due — dovevamo recarci per incontrarci con un esperto il quale avrebbe dovuto accertare l'autenticità del dipìnto avendo a questo pro- posilo molti critici espresso pareri discordi ». « Il quadro — hanno prose- guilo il Lucchetti ed il Conti — ci era stato inoltre affidalo dal signor Giuseppe Canovai, affinché lo vendessimo. Al signor Canovai, come cauzione, demmo un assegno bancario di trenta milioni di lire regolarmente coperto ». Il Lucchetti ha infine respinto l'accusa relativa alla violazione della legge 1-6-1939 n. 1089 che vieta la vendita all'estero di opere d'arte « in quanto — ha detto — quando siamo stati fermali dai carabinieri il dipinto si trovava in territorio italiano ».
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