In Argentina si cerca di formare un fronte contro la minaccia dellaa guerriglia urbana di Francesco Rosso

In Argentina si cerca di formare un fronte contro la minaccia dellaa guerriglia urbana In pochi mesi il "peso,, ha perso più di metà del suo valore reale In Argentina si cerca di formare un fronte contro la minaccia dellaa guerriglia urbana Tutti i partiti condannano l'uccisione di Sallustro e del generale Sanchez - Intanto l'inflazione sembra inarrestabile e la situazione politica, con Perón in attesa di tornare, è gravemente confusa - Continua la caccia agli assassini (Dal nostro inviato speciale) Buenos Aires, 13 aprile. La caccia ai «tupamaros» continua senza sosta in quasi tutta l'Argentina, ma almeno per ora con scarsissimo successo. L'uccisione di Oberdan Sallustro e del generale Sanchez ha scatenato, è vero, una profonda ondata di emozione nel paese, ma le più turbate sono le alte classi politiche. La gente della strada, anche se impressionata da quanto sta accadendo, si direbbe che quasi si disinteressi della guerriglia urbana che ormai ha investito le più grandi città industriali, da Buenos Aires a Cordoba, da Mendoza a Rosario. La popolazione è preoccupata soprattutto per il difficile momento economico e finanziario che attraversa ormai da tempo la vita argentina, una crisi della quale la guerriglia di strada può essere considerata una dille conseguenze estremi-. La situazione finanziaria so | prattutt0 desta gravi preoecu1 pazioni per l'inarrestabile in nazione del « peso » che ne | volgere di pochi mesi è prej cipitato da quattrocento a , mille per un dollaro. L'in flazione ha generato un j aumento impressionante dei prezzi e ha messo in gravi difficoltà le classi meno abbienti. Per sfruttare il malcontento generale i partiti e primi fra tutti i comunisti (molti dei quali sono favorevoli al ritorno di Perón al potere ) avevano organizzato una marcia della fame che il ministro degli Interni ha vietato, però senza le precedenti acrimonie. Anzi il generale Lanusse, invitando lunedì scorso gli esponenti di tutti i partiti a una specie di vertice, ha voluto che fossero presenti anche i comunisti, i quali erano sempre stati messi in disparte. Questa specie di tentata concordia nazionale è stata dettata dal desiderio di creare un fronte unico contro i gruppi clandestini che hanno scatenato la guerriglia urbana, uno stato di « violenza permanente » che tutte le forze politiche, compresa l'estrema sinistra, condannano apertamente. Sul fronte della guerriglia la situazione ò talmente complessa e complicata che difficilmente si riesce a distinguere quali e quante siano esat¬ tamente le forze clandestine che in questo momento stanno tentando di rovesciare il governo con l'azione violenta. E' certo che il gruppo più importante è l'E.R.P. (Esercito rivoluzionario popolare) di netta ispirazione trotzkista, antiperonista e decisamente contrario a qualsiasi tentativo riformistico che venga da parte del governo del generale Lanusse; gli altri gruppi, fra cui i Montoneros, le F.A.R. (Forze armate rivoluzionarie), le F.A.L. (Forze armate di liberazione) e le F.A.P. (Forze armate peroraste), sono tutti più o meno apertamente inspirati alla politica del generale Perón, il quale pur di ritornare sulla scena politica non ha esitato a riconoscere come legale e valida l'azione spesso criminosa di queste forze clandestine che i peronisti chiamano «formazioni speciali», e di cui non si conosce esattamente il numero. Sembra che siano costituite da pochi elementi, però risoluti e molto bene addestrati alla guerriglia urbana, specialmente quelli delÌ'E.R.P. che hanno mandato in Uruguay alcuni loro aderenti a farsi allenare alla lotta di casa in casa e di strada in strada dai tupamaros autentici, coloro che hanno inventato la violenza e la guerri' in città che ormai ha inves'. to tutta l'America Latina. I sanguinosi avvenimenti di lunedi scorso non hanno trovato eco ne! cuore del vecchio generale, che aspira a tornare a governare l'Argentina. Egli si è limitato infatti all'ambigua affermazione con la quale ha deplorato che la violenza abbia generato la violenza come se egli non fosse andato al governo in seguito ad una situazione particolare creata dal violento colpo militare del giugno 1943, di cui egli fu imo dei protagonisti. Ormai la lotta è apertamente impegnata fra il generale Lanusse e il suo governo di militari, contro questi gruppi clandestini che con la loro attività hanno sconvolto lo schema della vita politica argentina ricorrendo, quando lo ritengono opportuno, anche al delitto, come è accaduto con il rapimento e la fredda determinazione con cui hanno ucciso Oberdan Sallustro. I generali che sono al go¬ verno si sono impegnati di fronte all'opinione pubblica mondiale di arrestare gli assassini di Sallustro e del generale Sanchez. Benché finora non abbiano conseguito risultati apprezzabili essi sperano in un successo a breve scadenza. I gruppi clandestini non sembra si siano indeboliti o intimoriti per l'ondata d'indignazione popolare che ha fatto seguito ai due crimini. Ufficiali ed agenti di polizia continuano a ricevere minacce, se non addirittura condanne a morte decretate da uno dei tanti gruppi clandestini che sconvolgono l'Argentina. Non si può tuttavia parlare di situazione prerivoluzionaria, come vorrebbero alcuni. Il governo militare è ancora saldamente insediato al potere, però l'Argentina attraversa un momento delicato in ogni senso, e lo dimostra anche il fatto che ì militari della classe 1950, chedovevano essere congedati lunedì scorso, il giorno in cui il paese è stato insanguinato da due feroci delitti politicisono stati mantenuti in servizio. Francesco Rosso

Persone citate: Cordoba, Mendoza, Oberdan Sallustro, Sallustro, Sanchez

Luoghi citati: America Latina, Argentina, Buenos Aires, Uruguay