Per stroncare l'attacco di Hanoi altri aerei e navi Usa in Vietnam

Per stroncare l'attacco di Hanoi altri aerei e navi Usa in Vietnam Febbrili consultazioni alla Casa Bianca Per stroncare l'attacco di Hanoi altri aerei e navi Usa in Vietnam Il presidente Nixon ordina di mobilitare alcune basi militari in California e Texas - Ha ammonito l'Urss a « non incoraggiare » con aiuti i nordvietnamiti - Aspri combattimenti ad An Loc (100 chilometri da Saigon) dove i vietcong vogliono insediare un governo (Dal nostro corrispondente) New York, 10 aprile. In un disperato tentativo di stroncare l'offensiva di Hanoi nel Sud Vietnam, gli Stati Uniti hanno intensificato i bombardamenti in territorio nordvietnamita e inviato massicci rinforzi navali e aerei al regime di Saigon. Il presidente Nixon ha mobilitato alcune basi militari in California e nel Texas, e ha ammonito pubblicamente l'Unione Sovietica a « non incoraggiare » il Vietnam del Nord. Sui fronti aperti dalle forze comuniste in Indocina si combatte sanguinosamente e cn esito alterno: nella provincia settentrionale la situazione sembra essere migliorata, ma a Sud è in grave pericolo la città di An Loc (a 100 chilometri da Saigon) di cui i guerriglieri vietcong intendono fare la capitale del loro governo provvisorio. La controffensiva americana è stata scatenata oggi. Per la prima volta dal novembre '67, otto enormi «B52», capaci di portare armi nucleari, sono penetrati nello spazio aereo nordvietnamita. Essi si sono spinti fino a Vinh, un grosso porto e centro industriale a 250 chilometri a Nord della zona smilitarizzata. Nonostante il maltempo, i «B52», che portavano solo armi convenzionali, hanno distrutto depositi di armi e munizioni, rampe missilistiche e batterie di cannoni, strade e ferrovie. Contemporaneamente, nove tra corazzate e incrociatori hanno mantenuto un intenso cannoneggiamento sulle coste del Vietnam del Nord. Due unità sono rimaste colpite e danneggiate non gravemente dall'artiglieria nemica. L'alto comando Usa ha annunciato che l'azione «è in risposta all'invasione del Sud Vietnam». Ha affermato anche che considera «il territorio nordvietnamita campo di battaglia come tutti gli altri». L'entità dei rinforzi in partenza o già partiti dagli Stati Uniti alla volta di Saigon non è stata precisata dal Pentagono. Il ministro della Difesa Laird ha annunciato oggi che si tratta «degli aiuti addizionali necessari a dimostrare l'impegno americano nella difesa del Sud Vietnam e nella prolezione delle proprie truppe durante il loro ritiro dall'Indocina». Laird ha sottolineato che gli effettivi sono scesi a 90 mila uomini, 5 mila in meno della scorsa settimana, nonostante l'offensiva comunista, e che scenderanno a 69 mila entro il 1" maggio. Va tenuto però presente che le navi della Settima Flotta nel Golfo del Tonchino hanno 3 mila marines pronti a un eventuale sbarco. Secondo no tizie non ufficiali, Laird sta inviando nel Sud Vietnam altre due portaerei (ve ne sono già quattro in quelle acque) tre lanciamissili, un incrociatore atomico, quattro fregate e quattro squadroni aerei. Il presidente Nixon è tornato ieri sera da una breve vacanza in Florida, e ha voluto che alcune basi militari negli Stati Uniti fossero messe in stato d'allarme. Stamane ha convocato il cosiddetto «gruppo d'azione», formato dal consigliere Kissinger, dal segretario di Stato Rogers, dal ministro della Difesa Laird, dal capo di stato maggiore Moorer e dal direttore della Cia Helms. Ha poi ricevuto l'ambasciatore Porter, capo della delegazione che negozia con Hanoi e il Vietcong a Parigi. Poco prima di mezzogiorno, il presidente ha firmato con l'ambasciatore sovietico Dobrynin l'accordo per il bando delle armi batteriologiche. Dobrynin ha avuto parole concilianti, ma Nixon, senza fare nomi, ha seccamente ricordato che «le principali nazioni hanno il preciso dovere di non incoraggiare le altre all'uso della forza», un esplicito riferimento alle massiccie forniture belliche di Mosca ad Hanoi. Secondo indiscrezioni, nelle febbrili consultazioni alla Casa Bianca è emerso un quadro politico e militare allarmante. Il presidente Nixon ha ribadito di non essere disposto a riprendere le trattative interrotte a Parigi, se i nordvietnamiti non si ritireranno a Nord della zona smilitarizzata. Egli avrebbe mandato un messaggio segreto agli alleati asiatici, assicurando loro che bloccherà l'invasione del Sud Vietnam. Secondo il Chicago Sun Times, che dà la notizia stamane, Nixon avrebbe usato un linguaggio sdegnato. Il Presidente rimarrebbe comunque contrario all'impiego delle truppe americane di terra nel conflitto: una tale misura sarebbe molto impopolare negli Stati Uniti. Le notizie dal fronte, nel Vietnam, sono approssimative e consentono solo di tracciare un vago quadro della lotta. Nella provincia settentrionale, grazie anche ai bombardamenti a tappeto degli aerei Usa, l'assedio comunista intorno a Quang Tri si starebbe spezzando. Ieri, un battaglione nemico si è avvicinato fino a un miglio dalla città, ma è stato decimato. Laird ha detto che le forze sudvietnamite si stanno raggruppando lungo il fiume Cau Viet e potrebbero passare al contrattacco. La battaglia decisiva si svolge a 70-90 chilometri a nord di Saigon, intomo alle città di An Loc e di Laikhe. I nordvietnamiti e il Vietcong hanno in quest'area 30 mila uomini. Le due guarnigioni, di 5 mila uomini ciascuna, resistono strenuamente, ma stanno per essere sopraffatte. Ennio Carette Hanoi. Una postazione nordvietnamita durante il combattimento presso Quang Tri