Le armi biologiche di Paolo Garimberti

Le armi biologiche ANALISI Le armi biologiche (Firmato a Mosca da 43 Paesi il trattato per la messa al bando degli agenti tossici) (Dal nostro corrispondente) Mosca, 10 aprile. I rappresentanti di quarantasei Paesi si sono dati convegno stamane nella «Casa dei ricevimenti» sulle colline Lenin per dare il loro assenso al bando delle armi batteriologiche e tossiche; «Un altro passo verso la riduzione della corsa agli armamenti», come ha detto Nikolaj Po'% gorny. La cerimonia — che ha avuto luogo contemporaneamente nelle capitali degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, gli altri due Paesi depositari della convenzione — ha avuto a Mosca un tono solenne. Oltre al capo dello Stato e al ministro della Difesa, Andrej Grechko, sono intervenuti i ministri degli Esteri dei Paesi del Patto di Varsavia e delle due repubbliche sovietiche, Bielorussia ed Ucraina, che hanno una rappresentanza alle Nazioni Unite. Le cerimonie alla «Casa dei ricevimenti» — una splendida villa fine Ottocento, circondata da un giardino con due campi da tennis e piscina, nella zona «nobile» di Mosca — sono per i giornalisti occidentali rare occasioni per avvicinare, con una certa libertà, i dirigenti sovietici. Il servizio d'ordine, rigorosissimo ai cancelli d'ingresso perfino per gli ambasciatori, è allentato, o almeno più discreto, all'interno. II Capo dello Stato (che domani partirà per la Turchia in visita ufficiale) mi è parso in ottima salute. Certamente non aveva l'aspetto di chi sia uscito da poco da una «seria malattia», quale egli avrebbe sofferto secondo voci diffusesi a Mosca dopo che non era apparso in pubblico per oltre un mese. Al contrario, la sua invidiabile abbronzatura faceva pensare che la lunga assenza fosse stata urla lunga vacanza sul Mar Nero. «Che brusio viene da lassù», ha osservato Gromyko, alludendo all'eco dei conversari degli ambascia', ori in attesa nella sala superiore. «Già, speriamo che firmino tutti», ha scherzato Podgorny di rimando. Per primi hanno firmato Gromyko e gli ambasciatori di Stati Uniti e Gran Bretagna, poi i rappresentanti degli altri quarantatre Paesi, tra i quali l'ambasciatore d'Italia Federico Sensi. Assenti la Francia, che non partecipa d'abitudine a tutte le trattative sul disarmo, e la Cina. La convenzione, già approvata dall'Assemblea delle Nazioni Unite il 16 dicembre, con una sola astensione e nessun voto contrario, rinnova e amplia la convenzione di Ginevra del 1925, ed entrerà in vigore quando sarà ratificata da ventidue degli Stati aderenti. Composto di quindici articoli, il documento impegna i Paesi firmatari a «non sviluppare, produrre, accumulare o detenere in alcun modo» agenti biologici o tossici, «quale ne sìa l'origine o il metodo di produzione, in tipi e quantità che non siano indicati a scopi profilattici, difensivi o altri scopi pacifici». La convenzione mette al bando anche «armamenti, attrezzature o mezzi di trasporto destinati all'utilizzazione di tali agenti o tossine a scopi ostili o in conflitti armati». Il documento non elenca singolarmente gli «agenti proibiti» per comprendere, cosi, anche nuove armi batteriologiche, che possano essere messe a punto in futuro. L'Unione Sovietica avrebbe voluto che il bando riguardasse anche le armi chimiche, ma gli Stati Uniti non hanno accettato la proposta. Prima di brindare con «champagne» russo insieme con gli ospiti, il Capo dello Stato Podgorny ha pronunciato un breve discorso. «Il raggiungimento dell'accordo odierno — ha detto — apre, in una certa misura, nuove prospettive favorevoli nella tolta per la riduzione della corsa agli armamenti. Limitando la sfera della corsa agli armamenti, questo accordo può servire du buon esempio per la soluzione di altri urgenti problemi del disarmo». « Firmando la convenzione — ha proseguito — il nostro Paese esprime la propria ferma decisione di battersi, anche in futuro, per la limitazione degli armamenti, compresi quelli strategici. Noi invitiamo gli Stati del mondo, ed in primo luogo quelli che dispongono dei maggiori arsenali bellici, ad accingersi senza \ndugio a compiere passi pratici verso la soluzione del problema del disarmo». Podgorny ha voluto alludere, soprattutto, al negoziato «Salt», in corso a Helsinki, che dovrebbe concludersi prima della visita di Nixon a Mosca, il 22 maggio. Paolo Garimberti nldnrsgsNm

Persone citate: Andrej Grechko, Federico Sensi, Gromyko, Lenin, Nixon