Graziata la madre che si gettò dal balcone stringendo al petto la bambina di 14 mesi
Graziata la madre che si gettò dal balcone stringendo al petto la bambina di 14 mesi La tragedia nel marzo '69, dopo un'ennesima lite col marito Graziata la madre che si gettò dal balcone stringendo al petto la bambina di 14 mesi La piccola morì, la donna si salvò e fu processata per omicidio volontario - Condannata a 13 anni, in appello la pena fu ridotta a 10 - La giovane è ricoverata in casa di cura e il marito ha fatto istanza di divorzio - Quando uscirà, sarà sola Altro episodio: diciottenne accusato di rapina è riconosciuto innocente li Presidente della Repubblica ha concesso la grazia ad Anna Olivopotenza, la ventitreenne che, dopo una lite col marito, si gettò dal terzo piano stringendo al petto la figlia Maria Teresa, di 14 mesi, provocandone la morte. La giovane doveva scontare 10 I anni di carcere, più 3 di casa di cura, essendo stata riconosciuta ! dai giudici seminferma di mente. Poiché il provvedimento di eie- I menza annulla gli anni iti reclu- I sione, ma non le pene accessorie, j Anna Olivopotenza non ha potuto lasciare ancora il carcere di Re- i bibbia, a Roma, dove si trova at- | tualmente. Il suo difensore, avvocato Dclgrosso, ha pia preseti- 1 tato un'altra istanza alla Procura generale perché i 3 anni di casa j di cura siano commutati in un j periodo di libertà vigilata. La richiesta verrà esaminata nei pros- j simi giorni, ed è probabile che l'infelice madre possa tornare li- I bera quanto prima. Una liberta che, in ogni caso, j le sarà di poco sollievo. Dopo 3 anni di detenzione. Anna Olivopotenza si ritrova sola, senza liglia. senza manto che ha iniziato le pratiche di divorzio, senza una casa. E negli occhi e nella mente, la scena orribile di quell'alba del 29 marzo 1969 quando, vestita di nero, si lanciò dal balcone di corso Rosselli 82 con la creatura tra le braccia. Ricoverata in ospedale in gravi condizioni, disse: « L.titjavo con mio marito ogni giorno, e mia suocera si intrometteva sempre nelle discussioni. Inoltre voleva portare in casa un altro figlio, mulato di tbc. Temevo che potesse contagiare mia figlia e mi opposi ». La corte d'assise il 17 marzo '70 la giudicò responsabile di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela e la condannò a 13 anni e 1 mesi di carcere, più 3 anni di ricovero in casa di cura a pena espiata. Nel processo di secondo gra¬ dovesse patire, con i parenti do i giudici ridussero la pena a |10 anni perché ritennero che l'Ini, ipunita avesse agito per molivi (t ili particolare valor:1 morale ». iSecondo la corte cioè la Olivopo- lenza si gettò dal balcone con la 'bambina non per fare un dispei- to al marito, che prendeva seni- pre le difese della madre, ma per levitare che la figlia, sdprawiven- ] delluomo, tutte le sofferenze che la giovane sopportava da anni, Nella domanda dl grazia, l'av vocato Delgrosso aveva scrilto tra l'altro che un protrarsi della de tenzione di Anna Olivopotenza « non risponderebbe ad alcuna esigenza giuridico-pennle. morale o sociale, ma si risolvei ebbe so: turno in un'ulteriore sofferenza per questa giovanissima madre che ha già nel proprio rimorso la più terribile delle punizioni » * Il giudice istruttore dr. Macchia ha ordinato la scarcerazione per mancanza di indizi del diciottenne Stefano Ignazi, arrestato con l'accusa di aver compiuto ; una rapina a Rondissone. Il 27 i gennaio due banditi, armati di i pistola, entrarono nell'ufficio postale, fecero stendere a terra gli - impiegati, si impossessarono di I circa mezzo milione e fuggirono, ; dopo aver schiaffeggiato uno dei 1 presenti, Giacomo Ottino. 1 carabinieri iermarono il glor; no dopo l'Ignazi e un suo amico, Eugenio Schettino, sospettandoli . del « cuipu ii. Un leste, Salvatore i Ferrara, dichiarò di essersi troi vato per caso quel mattino da| vanti all'ufficio postale e di aver I visto uscire Stelano Ignazi, che conosceva bene, mentre impugnaI va una pistola. La testimonianza ! convinse il giudice a spiccare ' mandato di cattura contro i due ì giovani, nonostante si proclamasI sero innocenti. L'Ignazi ha Sem1 pre sostenuto: « Quel mattino ero | a casa con mìo padre, non ho '- fatto la rapina ». Nel corso dell'istruttoria però i l'alibi dell'imputato, in un pri j mo momento cosi debole, si sa- rebbe rafforzato, mentre la testi- monlanza del Ferrara si sarebbe -t Ssiar ray2 zione presentata dal difensore, o o | avv. Perla, si invita il magistra- to « ad esperire opportune Inda-glnl enea il comptrrtamento delhcrrurn che sarebbe stato coni- paono ai detenzione sia dell'Iona- zi sia del coimpulato Schettino ». * Elettrodomestici e televisoriper 9 milioni sono stati rubatir ; ia fitte tra domenica e lunedìa Collegno in corso Francia 185 nel negozio del commerciante Eugenio Cavallera di 41 anni. I ladri sono penetrati nei locali tagliando con cesoie la saracinesca dell'ingresso principale. E' il sesto furto in tre anni. I I
Luoghi citati: Collegno, Roma, Rondissone
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