Una stella d'oro per i dieci scudetti

Una stella d'oro per i dieci scudetti I cestisti del Simmenthal come i calciatori di Juventus e Inter Una stella d'oro per i dieci scudetti 11 primato del basket è ritornato a Milano - Rubini polemico con i dirigenti dell'Ignis: « I giocatori varesini meriterebbero di dividere il titolo con noi, la società no: non è giusto cercare sempre scuse quando si perde» - Il capitano Masini è diventato papà poche ore dopo la vittoria Dieci scudetti valgono una stella, nel basket come nel calcio. E il Simmenthal Milano, che ha raggiunto questo prestigioso traguardo, merita lo stesso riconoscimento toccato alla Juventus e all'Inter: una stella giallo-oro da cucire sulla maglia, in aggiunta al solito triangolino tricolore che spelta ai campioni d'Italia. «Faremo richiesta alla Federazione — dice Rubini, il tralner del Simmenthal — e speriamo di venire premiati, dopo tanta fatica e tante emozioni». In effetti questo obiettivo che il Simmenthal inseguiva da cinque anni (nel 11)67 aveva vinto il suo nono titolo italiano e poi, dopo il breve «interregno» dell'Oralisoda Cantù, era cominciato il dominio dell'IgnisI e arrivato al termine di un campionato quanto mai stressante, sia per il maggior equilibrio tecnico (che ha del tutto cancellato le partite facili, anche per le grandi) sia per il lungo inseguimento all'Ignis che a gennaio pareva già sicuramente avviata a realizzare un invidiabile «poker» marciando verso il suo quarto scudetto consecutivo. La volata a due è finita soltanto nello spareggio, in una indimenticabile partita giocata al Palasport di Roma davanti ad un pubblico-record (oltre quindicimila persone) e trasformata grazie alla telecronaca in una eccezionale propaganda per il basket: Simmenthal e Ignìs sono state degne della loro tradizione, hanno duellato alla pari in un confronto duro, risolto soltanto negli ultimi 30 secondi. «E' vero, ci sarebbero voluti proprio due scudetti — dice adesso Rubini — per premiare a pari merito due squadre che hanno dimostrato per tutto l'anno di equivalersi. Si diceva che l'Ignis aveva maggior forza d'assieme e invece il Simmenthal ha dimostrato tutto il suo valore collettivo riuscendo a vincere quando ha dovuto rinunciare a Kenney e Jellini, usciti per 5 falli a nove minuti dal termine». Rubini riconosce i meriti, del resto evidenti. dell'Ignis. Ma la sua vena polemica lo porta ad una precisazione: «I giocatori varesini ed il loro bravissimo allenatore Nikolic — spiega. — sono senz'altro degni di èssere accomunati alla mia squadra negli elogi per questo campionato cosi combattuto. Purtroppo non si poteva vincere in due, il campo doveva dare un verdetto che un'intera stagione non era riuscita ad emettere. Però non mi sembra che i dirigenti dell'Ignis meritino di condividere queste lodi: loro lo scudetto non se lo meritano se anche questa volta cercano | scuse per giustificare una sconfitta. Si ripete una storia diventata purtroppo abituale in questi ultimi anni, pare che ogni nostra vittoria sia dovuta solo a degli aiuti esterni, agli arbitri o alla stampa o a chissà chi. Questo non è sportivo e non è giusto ». La soddisfazione per un successo tanto a lungo inseguito non attenua in Rubini una rivalità antica, non cancella quel pizzico di veleno che da sempre condisce (e rende più gustosi) i rapporti fra le due grandi nemiche del nostro basket. Ma più importante della polemica è un'altra considerazione di fondo: l'eccezionale forza attrattiva ormai raggiunta dal basket, testimoniata dal «pienone» di Roma. Osserva Rubini: «Lo spareggio è stato davvero una festa del basket. E stavolta il pubblico ha pagato di tasca propria il biglietto, l'anno scorso il Simmenthal aveva acquistato molti tagliandi da distribuire gratuitamente tra i propri tifosi, in questa occasione non abbiamo regalato nemmeno un biglietto. Ormai il basket è ad altissimi livelli spettacolari, a Roma si è avuta un'ennesima conferma». Il Simmentlial è ritornato ieri mattina a Milano: Massimo Masini, capitano della squadra e della Nazionale, ha visto notevolmente accentuato il suo entusiasmo per lo scudetto dalla nascila del primogenito Nicola. La signora Masini ha fatto appena in tempo a seguire alla tv la vittoriosa partita del marito martedì sera prima del ricovero in clinica per il parto, perfettamente riuscito. Diventa così felicissimo il momento di Masini che aveva attraversato quest'anno un periodo difficile, trovandosi diverse volte escluso dalla formazione titolare per uno scadimento di forma dovuto essenzialmente a una crisi psicologica: il giocatore ha saputo con la volontà tornare ad un rendimento accettabile, dimostrandosi proprio nello spareggio-scudetto una pedina ancora determinante per il gioco del Simmenthal. Quando la squadra ha perso Kenney per falli, capitan Masini (già molto felice nelle fasi iniziali, con due «ganci» consecutivi e un buon lavoro ai rimbalzi) ha saputo con tena eia e tempismo farsi valere nelle lotte sotto i tabelloni. E un'azione combinata tra lui e Bariviera ha consentito il canestro conclusivo, quello che ha spezzato la lunga tensione degli ultimi secondi regalando al Simmenthal lo scudetto più sofferto e dunque più bel- lo. Antonio Tavarozzi Classifica tricolore Questa la classifica dei titoli italiani vinti dalle società di basket dal 1922 a oggi: 10 scudetti: Simmenthal Milano 9: Borletti Milano 6: Virtus Bologna 5: Ignls Varese, Assi Milano e Ginnastica Triestina 4: Ginnastica Roma 2: Reyer Venezia 1: Oransoda Cantù e Internazionale Milano e o o o . isnistsv Le acrobazie dei giganti: Masini interviene su Raga che tenta la conclusione dopo aver superalo Kenney (Telefoto)