Lazagna interrogato tre ore " Non ricordo, non so nulla,, di Remo Lugli

Lazagna interrogato tre ore " Non ricordo, non so nulla,, È l'unico arrestato per la "vicenda Feltrinelli,, Lazagna interrogato tre ore " Non ricordo, non so nulla,, L'avvocato di Genova, sentito dai procuratori Viola e Colato, avrebbe detto di non conoscere né Saba, né Leon (il legale cui avrebbe chiesto i certificati per immatricolare falsamente il furgoncino «Volkswagen») - Dovrà essere ascoltato ancora per gli attentati ai tralicci I fuorusciti di S. Domingo legati al caso dell'editore? (Dal nostro inviato speciale) Milano, 5 aprile. Oggi è stato il turno di Lazagna. Tre ore di interrogatorio, a San Vittore, presenti i suoi avvocati, Canestrini e Di Giovanni. L'avvocato Giovan Battista Lazagna è l'unico imputato in stato di arresto nella vicenda della morte di Giangiacomo Feltrinelli. E' un personaggio importante, non solo perché è in prigione, mentre invece Giuseppe Saba e Carlo Fioroni sono latitanti: è una figura di spicco perché lega Feltrinelli a certi giovani rivoluzionari della Val Borbera. Come è andato questo suo interrogatorio? E' difficile saperlo. Guido Viola, il sostituto procuratore, che dirige questa inchiesta e che lo ha interrogato stamattina assieme al collega Ottavio Colato, autore delle indagini in Liguria, non vorrebbe nemmeno dire se Lazagna ha risposto o meno alle domande. Ma poi ammette di sì, affermando che l'interrogatorio è durato tre ore ed è stato registrato su nastro. Gli chiediamo: lei è rimasto soddisfatto? «7o non devo rimanere soddisfatto — ha risposto — non sono un avvocato difensore, io devo svolgere delle indagini». Giriamo la domanda: l'interrogatorio è stato utile? Viola è ancora sfuggevole: «Tutto può essere utile e tutto può essere inutile». Mai come in questo caso il segreto istruttorio si è dimostrato così impenetrabile. Si sa, comunque, che il Lazagna è stato sentito in merito alle imputazioni dei suoi due mandati di cattura: falsa teiiiiiiiiiiiiiiiititiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiri stimonianza e concorso in falso ideologico. Gli sono però state fatte anche alcune domande su circostanze che riguardano l'avviso di reato che Viola gli ha fatto avere nei giorni scorsi e che riguarda il concorso negli attentati dinamitardi ai tralicci di Segrate e di San Vito di Gaggiano. Lazagna avrebbe dimostrato, in questo interrogatorio, di avere la memoria cortissima. Pare abbia detto che non ricorda di avere chiesto all'avvocato Leon di procurargli quei due certificati che servirono per immatricolare falsamente il furgoncino «Volkswagen», trovato non lontano dal cadavere di Feltrinelli, e la «Fiat 124» vista nei pressi del traliccio di Gaggiano. Avrebbe anche detto di non conoscere l'avvocato Leon; potrebbe soltanto averlo incontrato una volta a un congresso. Anche per Saba, Lazagna non avrebbe avuto ricordi: può darsi che quel giovane gli sia stato presentato per strada, una volta. Alla fine dell'interrogatorio i due difensori hanno presentato a Viola un'istanza di libertà provvisoria. Ma il Lazagna dovrà essere interrogato ancora, specificatamente per l'indizio di reato relativo agli attentati ai tralicci. Che Lazagna sia un personaggio importante lo ha confermato anche il procuratore capo, De Peppo, il quale, nel corso delle sue ultime conferenze stampa, ha più volte ripetuto che le indagini svolte in Liguria si sono dimostrate molto importanti. Ieri il sostituto procuratore Colato, rispondendo alle domande dei giornalisti, a Genova, ha accennato, seppur vagamente, ad un «disegno» che aveva il suo svolgimento in Liguria. Stamattina De Peppo, sollecitato a rispondere su questo dcoarnp. tema, ha risposto che è pre; maturo parlare di disegno ed (btedaqMndtnntdVdCSqmatd. o n i i ha subito aggiunto: «Non pos so riferire quelli che sono i risultati dell'istruttoria». E' chiaro: gli inquirenti non possono e non vogliono mostrare le loro carte. Giovan Battista Lazagna, 48 anni, genovese, ex comandante partigiano, medaglia d'argento della Resistenza, da qualche tempo abitante a Torino, dove era legale dell'Inail, fa la sua comparsa in questa vicenda la notte del 21 marzo, tirato in ballo dall'avvocato Leopoldo Leon di Milano. Gli inquirenti hanno accertato che e stato il Leon a richiedere i certificati di residenza di due cittadini ignari — Ovidio Invernizzi e Oscar Avanzini — per intestare ai loro nomi il furgone «Volkswagen» e la «Fiat 124». Lazagna nega di essersi interessato per questi documenti, nega anche di conoscere Leon e viene quindi arrestato alla fi- I ne di un drammatico confronto nella notte. Poi si scopre il cascinale Sisola a Fighetto, frazione di Borghetto Borbera, nella vallata in cui Lazagna combatté come partigiano. E' un caso- j lare isolato su uno sperone. Diversi testimoni dicono che | fu Lazagna nel luglio '69, a e cercare questa casa per conto e . di giovani emigrati in Germania che volevano un luogo ove trascorrere le vacanze in solitudine. Il contratto di affitto lo firma Giuseppe Saba, ma le quote del canone le versa lui, Lazagna. In quella ca- a - o. I sa, che è frequentata da gio è j vani, forse anche da «tupamaa ros bianchi» tedeschi, Lazai-1 gna ci porta, in un giorno del- A | l'autunno '69, uno scatolone che probabilmente contiene esplosivo. e- ua e ngè ri Quel giorno è con «Cuccio lo», Alessandro Ravazzano, suo ex gregario partigiano, autista del Comune di Novi Ligure del quale lo stesso Lazagna è stato fino al 1970 con sigliere comunale comunista (la carta d'identità falsa tro- vata in tasca a Feltrinelli aveva un timbro a secco del Comune di Novi Ligure). Nel febbraio del '69 Feltrinelli, nel corso di una riunione conviviale nella villa del Lazagna a Rocchetta Ligure, avrebbe detto che il partito comunista era «rammollito» e bisognava passare all'azione rivoluzionaria. Lazagna, qualche mese fa, mentre è con un amico in Valle Borbera gli dice, a quanto sembra: «Guardale bene, queste montagne, perché un giorno ci ritorneremo». Oggi si riparla dei cinque fuorusciti di Santo Domingo che sono stati arrestati ieri nella comunità «La rocca» di San Giuliano Milanese perché trovati in possesso di documenti falsi. Li aveva interrogati a lungo il sostituto Viola, il quale alla fine aveva detto che erano estranei alla vicenda Feltrinelli. Ora pare ci sia qualche dubbio. Sembrano essere responsabili, nella loro patria, di delitti politici. Qui in Italia sarebbero stati in contatto, a Roma e a Milano, con elementi della sinistra extraparlamentare. Sono stati trovati in possesso di manuali per la fabbricazione di ordigni esplosivi. Nel pomeriggio di oggi il colonnello Petrini dei carabinieri ha avuto un colloquio con Viola su questo argomento. Le indagini saranno approfondite. Se ne occupa anche il Sid. Remo Lugli Milano. L'avvocato Giovanni Battista Lazagna (Tel. Ansa)