Sanremo: i floricoltori danneggiati dalle coltivazioni di altre province

Sanremo: i floricoltori danneggiati dalle coltivazioni di altre province Difficoltà in un settore vitale per l'economia della Liguria Sanremo: i floricoltori danneggiati dalle coltivazioni di altre province Ingenti quantitativi vengono immessi sul mercato con pesanti conseguenze: la merce aumenta e quindi i prezzi diminuiscono; i fiori «clandestini» sono spesso scadenti e danneggiano il prestigio della produzione locale (Dal nostro inviato speciale) Sanremo. 1 aprile. Il « giardino d'Europa » si sta inaridendo? Osservando in questi giorni di primavera la jRiviera dei Fiori, non si ha quésta impressione: nei campi, come nelle serre che stanno sorgendo sempre più numerose sui pendii terrazzati, garofani, rose, strelizie, ireos, sono in piena fioritura. E' una festa per gli occhi ammirare questo stupendo arcobaleno di fiori, che sono tra i più belli del mondo, ondeggiare sotto la tiepida brezza marina. Osservando le cose dal di fuori, parrebbe che tutto vada bene; ma appena ci si addentra un poco nei proble¬ mi della floricoltura ligure si respira subito un'aria diversa. Le difficoltà che forse non sono più gravi di quelle di un tempo, oggi si notano maggiormente, perché in questi anni la floricoltura ha assunto un ruolo sempre più importante nell'agricoltura e nell'economia del paese; secondo i floricoltori però, non è cresciuta nella stessa misura l'attenzione" con cui le autorità hanno seguito l'evolversi di questo settore. « E sarà sempre più necessario — dice il presidente dell'associazione provinciale floricoltori di Imperia, Angelo Asseretto — che la floricoltura sia tenuta in considerazione, sia per il peso econo- mico sia per la sua funzione sociale, specie nella nostra regione, dove essa non è reversibile, cioè non è sostituibile con un'altra attività simile, oggi che l'olivicoltura sta per scomparire ». E ciò vorrebbe dire la disoccupazione e i disagi per 20-30 mila famiglie. Un motivo nuovo di preoccupazione per i floricoltori sanremesi è che la coltivazione dei fiori si sta sviluppando anche in altre regioni italiane (come la Sardegna, la Puglia, la Calabria) con il contributo dello Stato: avendo ingenti fondi da investire, queste regioni possono partire con impianti moderni e industrializzati, e quindi produrre fiori a costi più bassi. Inoltre nel Sud, sempre sfruttando i contributi della Cassa per il Mezzogiorno, si insediano anche imprenditori stranieri. Negli ultimi tempi ci sono stati anche forti quantitativi di fiori portati sul mercato di Sanremo da altre province italiane. Vendere fiori a Sanremo è più facile e più vantaggioso per il prestigio che gode la floricoltura locale, Ma i floricoltori vengono cosi danneggiati due volte: perché aumentando la quantità di merce diminuiscono i prezzi, e perché i fiori scadenti rovinano anche all'estero il prestigio della merce sanremese, che è di alta qualità. Ai fiori di scarso pregio, che vengono fatti passare come coltivati a Sanremo, si aggiungono quelli conservati in frigorifero. Accade che nei periodi precedenti le grandi feste o nei giorni di «stanca » del mercato, alcuni commercianti acquistino grosse partite di fiori, e li mettano in frigo dove li conservano 10-15 giorni, per pòi rivenderli quando il mercato « tira »: in questo modo ci rimettono sia il consumatore il quale acquista fiori già vecchi, sia il floricoltore, al quale si attribuisce la colpa della merce scadente. E' naturale che a Sanremo ritengano scorretto tutto ciò. tanto più che i floricoltori liguri non hanno mai avuto I aiuti dallo Stato per le indi- j spensabili infrastrutture, co- ' me l'acqua per l'irrigazione.1 I - j - ' .1 le strade interpoderali, le vie di comunicazione fra le aziende e i punti di vendita, un mercato veramente efficiente (c'è sempre in progetto il mercato regionale in valle | Armea ma ci vorranno almeno sei o sette anni per realizzarlo), che risolverebbe anche il problema della standardizzazione del prodotto. A tutte queste lacune si I aggiunge la mancata ratifica da parte italiana del regolamento comunitario, approvaI to dal Mec nel '68. Altro problema urgente, al j quale Asseretto attribuisce 1 giustamente molta importanI za, è la ratifica della convenzione di Parigi sulle nuove varietà floricole. « Ciò è molto importante — continua il presidente dei floricoltori, — perché la nostra produzione è stata sempre caratterizzata dalle nuove varietà di garofani ». Ora il provvedimento, che contiene le norme a cui devono attenersi ibridatori e floricoltori, si trova alla Presidenza del Consiglio e dovrebbe essere approvato dal nuovo governo. Come vanno le esportazioni? Asseretto sostiene che « per ì garofani ce la caviamo »; male invece per le rose dove dobbiamo subire la forte concorrenza dell'Olanda e di Israele, che sui mercati in| ternazionali praticano prezzi molto più bassi dei nostri. Gli olandesi vendono le rose in Germania a 90-100 lire l'una, gli israeliani arrivano addirittura a 60 lire, mentre una rosa di Sanremo costa a Monaco 120 lire. Livio Burato 1 ! d| I I j 1 I | Sanremo. Le contrattazioni dei fiori sul mercato internazionale di Sanremo (Foto Buki)

Persone citate: Angelo Asseretto, Asseretto, Livio Burato