Le mani sull' Europa

Le mani sull' EuropaA Bruxelles operano oggi 428 «uffici di rappresentanza»; pochi anni fa quasi non ce n'era - Lo scopo: mediante ricevimenti, cocktails* inviti, carpire il maggior numero di notizie - In ogni caso, influire sulle decisioni dell'Esecutivo comunitario - La presenza americana - Come reagiscono gli uomini politici europei ai tentativi di penetrazione dei singoli potentati economici (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 1 aprile. 1 sci ministri dell'Agricoltura dei Paesi Mce discutevano cjiicl giorno del '68 di margarina. Routine, commentavano gli csperti, noia. Di colpo, freddo I di collera, Edgar Pisani, il ministro francese, scattò in piedi interrompendo un collega clic parlava: «Quell'uomo — disse I a voce altissima indicando un anziano signore della delegazione olandese — cacciatelo Inori », « Ma caro collega..'. ». tentò il presidente di turno ilei Consiglio, un belga. « Inori, non Ita il diritto di sedere Ira noi, e un impostore. So bene chi e ». Indignazione per indignazione, fra l'olandese ed il gaullisfa vinse il gaullista. L'anziano signore fu allontanato, la seduta riprese in un clima turbato. Si seppe poi (fu lo stesso l'isani a far correre l'indiscrezione) che il «profanatore» bene introdotto nella delegazione olandese era l'«uomo» di un colosso industriale europeo con Casti madre in Olanda, un'impresa monstre clic produce dal sapone da barba ai componenti della margarina. Quello scatto di l'isani fu una sorla eli allo di nascita, la prima rivelazione pubblica dell'esistenza a Bruxelles dei lobbies, i gruppi di pressione industriale, sindacale, politica, finanziaria che tentano di mettere « le munì sull'Europa ». di sterzare cioè il limone dello sviluppo e delle decisioni comunitarie nel senso più favorevole ai propri interessi. Il "lobby" Come molluschi sulla chiglia di una nave, i lobbies si incrostano, lenti ma tenaci, intorno ai centri di potere, sancendone in cerio modo l'importanza. Hallstcin, il presidente tedesco della Commissione (l'organo clic amministra la Cce), esortava i | suoi funzionari a cercare i lobbisti: « Oriiuitizzulc cockluils, partecipatevi, suscitate intorno a voi interesse e l'attenzione di chi rappresenta il potere, l'ili loro si occuperanno di noi, più crescerà la nostra jurzu ». Ma il lobby è un brutto mostro da risvegliare: cocktail dopo cocktail, oggi a Bruxelles esistono 428 nllici di rappresentanza di | confederazioni industriali, sinda- j cati, organizzazioni agricole, di consumatoli, di esportatori, di finanzieri. Quattroecnlovcnlotto x antenne » pagate per captare prima, per capire, se possibile per condizionare, le decisioni europee. Decisioni che spesso significano miliardi, clic possono « bruciare » una brillatile operazione di concentrazione o spostare gli obiettivi di grossi aiuti da una regione all'alita, da una nazione all'altra. Quando, pochi giorni fa, la Cce ha stanziato mille miliardi per le campagne italiane, molti lobbisti agricoli del nostro Paese ronzavano inquieti da giorni attorno alla sala della riunione. Ld i « 428 » diventeranno tra poco almeno 600, non appena gli inglesi, maestri nell'aite, entreranno nella Cec ed i lobbies d'Ollre-Manica manderanno qui i loro commandos. Si dice che a Bruxelles si spendano quasi quattrocento milioni l'anno in cocktails, il doppio in pranzi di rappresentanza, cifre incalcolabili in regali, cortesie, viaggi di aliati. Somme che finiscono tutte nella voce « nota spese » delle « Case madri » o delle centrali che mantengono un corrispondente presso la Cec. Una montagna di soldi, ma in realtà una piccola spesa di fronte ai danni che tali denari evitano od ai vantaggi che essi procurano. Alcuni esempi, fra centinaia possibili: si discute,da anni, di parabrezza. 1 « Sei » devono accordarsi se rendere obbligatori in tulli i Paesi del Meo i parabrezza « a logli » o quelli « in vetro temperato ». Dietro i primi sta una delle più granili industrie chimiche del mondo, l'americana Monsanto dietro gli altri una delle maggiori europee la francese Saint-Gobain Pont à Mousson. Per entrambe, il si o il no vogliono dire miliardi, all'attivo o al passivo. Sei anni fa, la Commissione della Cee avrebbe deciso per il vetro «a fogli » e la proposta sarebbe anche già pronta. E' ancora ne! cassetto di qualche ufficio. Dal 1961 dorme una proposta per unificare la produzione e la commercializzazione di me- ! dicinali della Cee: dal 1962 il I lobby farmaceutico si è installato a Bruxelles. Da allora è passata una sola « voce » della proposla (per di più non applicata). La Cee distribuisce quattro miliardi di dollari l'anno ai Paesi africani per opere di sviluppo: anche il Terzo Mondo hlvulCllpqtnfdttptdi I I | noattdCem , j i , isala stampa del palazzo | discutono. Deve | nella ove i « Se assolutamente saper giocare a tennis e magari nuotare, soprattutto da quando il responsabile della politica industriale della Cec è l'italiano Spinelli, gran frequentatore di piscine. Può essere raffinato e anfitrione come l'italiano (ingegnere) o apparentemente rozzo e mediocre come il rappresentante degli agricoltori, il francese Deleatt che gli avversari definiscono inalili contine un singe, astuto come una scimmia. Può essere anche una donna, come la rappresentante degli zuccherieri tedeschi che si dice sia il tenore ilei ministro di Bonn. Le spie E dove lo charme, i cocktails o la pazienza falliscono, gli irriducibili ricorrono al gioco pesante. Nate in origine per con- irollare la fedeltà coniugale. I precaria nella società chiusa e |sradicata degli eurocrati brttxel- Ilesi, le agenzie di informazioni hanno scoperto che 1 industria, il documento comunitario rendono di più degli amori fuori del talamo. Ufficialmente, i « private eyes », gli osservatori prezzolati al di là della legge, sono novemila, in realtà, almeno il doppio. Thérèse, una timida segretaria straniera appena assunta alla Cee, vale più di un ministro, ed è anche più piacevole. Jean-Luis Delbaekx e il titolare di una di queste agenzie: gli chiediamo il nome di un cliente, nicchia. Infine, ci racconta di avere incassato Irccentomila franchi belgi, quasi un milione di lire, per sapere che cosa la Commissione voleva proporre in materia di norme europee per la costruzione di autocarri. Lo ha saputo, è stato pagato, l'informazione è partita per la Germania, per una Casa grossa, molto grossa. Le norme comuni sui -trasporti pesanti non sono ancora state approvale. « Le mani » sono arrivate sull'Europa. Ma il vero lobbista non paga, non spia, non corrompe. Il suo lavoro è legale, pulito, sorride e ascolla. E in fondo, agli organismi che amministrano la Cee, non dispiace tutto questo. Sempre incerta di sé, della propria identità, questa Europa di Bruxelles si rifugia nella dimostrazione cartesiana del proprio diritto ad esistere: « Mi spiano, ergo suin ». Vittorio Zucconi Bruxelles. Turiste, interpreti, segretarie di ludi i paesi del mondo a passeggio nella Grande Place (Foto Grazia Neri) ha cosi i suoi lobbies a Bruxelles. Una sovvenzione può salvare una gracile economia e un gracile governo. Ancora: il l-eoga (il tondo agricolo della |Cec) spende tre miliardi ili dollari (duemila miliardi di lire l'anno) per mantenere elevati i prezzi agricoli della Comunità; quando si decidono gli aumenti, la danza dei lobbisti intorno al palazzo della Cee si fa frenetica. Per il Paese che produce un genere che ha spuntato il più alto incremento, si tratta di assicurarsi una fetta più sostanziosa della gigantesca torta agricola. Un colosso Un accenno alla finanza: per un lobbista finanziario, apprendere con un'ora di anticipo una decisione sui cambi fra le monete significa la fortuita. Con una telefonata, lo speculatore può vendere o acquistare capitali enormi e guadagnare senza colpo ferire, giocando sul sicuro. E, infine, il caso clamorqso di un colosso, la « Continental Can » l'impero americano dell'imballaggio che si era già in pratica assicurato il monopolio del mercato europeo, fagocitando le concorrenti belghe, tedesche e italiane. Questa asce- sa è stata bloccata dalla Commissione in base ai poteri che le consentono di impedire, appunto, la monopolizzazione di un settore. « Continental Can » sta combattendo una battaglia legale contro la Cce che eosta miliardi (soprattutto in mancalo guadagno) e sta esercitando una pressione enorme sugli uomini-chiave che stanno all'origine della decisione sfavorevole della Cee. Dura è la vita del lobbista: ad una sicura preparazione giuridico-economica, ad un sicuro charme occorre aggiungere doti supplementari e del tutto sui generis. Deve amare i cocktails, essere in grado di parlare per ore, in piedi con un bicchiere in mano. Conoscere a memoria gli orari dei TEE, i grandi treni europei che sono gli « Orient express » della informazione industriale e comunitaria. Indurre confidenza senza sospetto, essere capace di sopportare gli sloghi dell'europeista deluso e frustrato che è in ogni l'un- zionario della Cee. arrivato a Bruxelles convinto di fare l'Europa unita, e messo ad amministrare il surplus di latte scremalo. Dallo sfogo alla con- lidenza, un passo. Dev'essere pronto, come capita sovente ad uno elei più noti lobbisti italiani, a trascorrere notti in bianco bivaccando con i giornalisti Le mani sull' Europa ABILI GRUPPI DI PRESSIONE ATTORNO ALLA CEE

Persone citate: Casti, Edgar Pisani, Grazia Neri, Pont, Vittorio Zucconi