Donna di 76 anni prigioniera del figlio impazzito invoca soccorso e cibo da più di una settimana

Donna di 76 anni prigioniera del figlio impazzito invoca soccorso e cibo da più di una settimana Dramma della vecchiaia e della follia in un alloggio del centro Donna di 76 anni prigioniera del figlio impazzito invoca soccorso e cibo da più di una settimana Avvertiti dai vicini gli agenti sfondano la porta: la donna, colpita da grave debilitazione, è accasciata su una sedia; il figlio di 36 anni dice frasi sconnesse - « Preparo il pranzo pasquale » e mostra tre patate in una pentola - Lei alle Molinette, lui a Collegno Secondo episodio: accusato di aver fatto morire la nonna e incendiato l'alloggio Una scena impressionante si è presentata ieri sera agli agenti del commissariato Castello, chiamati in un alloggio al 51 plano di via delle Rosine 6, in pieno centro. Un dramma della vecchiaia e della pazzia: nel fetore insopportabile della cucina sudicia, accasciata su una sedia, il capo appoggiato allo spigolo del tavolo, una donna di 76 anni ridotta ad uno scheletro invocava cibo. Accanto, il figlio di 36 anni passeggiava nervosamente pronunciando frasi sconnesse. Da una settimana i vicini di casa sentivano grida e lamenti: « Aiutatemi, datemi da mangiare, ho fame ». Ieri verso sera la voce si era andata affievolendo. Gli inquilini si sono decisi a telefonare al commissariato, sono accorse due Volanti con il maresciallo Torreggiane Inutili le richieste di aprire: gli agenti sono stati costretti ad abbattere la porta. La donna, Italia Bancalà, era in vestaglia, immobile. Senza più forze, con un filo di voce si lamentava in modo straziante. Il marito, Domenico, è morto 9 anni fa per un infarto. Da allora la donna è vissuta con il figlio Silvio, diplomato ragioniere, operaio alla Fiat in mutua, da quattro mesi. Agli agenti sconvolti dalle poche, disperate parole che Italia Bancalà riusciva a pronunciare, il figlio ha detto con tono rassicurante: «Ma no. la mamma mangia. Guardate qui, stavo proprio preparando il pranzo pasquale ». E ha mostrato una pentola sul fornello a gas: dentro c'erano tre patate. In tutta la casa non si è trovato altro cibo. Già durante lo scorso inverno, stando alle testimonianze dei vicini, spesso la donna rimaneva ore ed ore al freddo, sul balcone: « Il figlio non la sopportava in casa ». Il dramma di questa infelice attanagliata dalla fame durava forse da mesi. Da mesi — a quanto pare — le sue invocazioni venivano udite ora dall'uno ora dall'altro; ma nessun inquilino aveva pensato di avvertire la polizia o l'ufficio d'Igiene. Italia Bancalà è stata portata alle Molinette con un'ambulanza della Croce Verde, i medici ne hanno ordinato il ricovero. Il figlio è stato visitato dal dottor Drago della Guardia medica: è affetto da mania di persecuzione, pericoloso a sé ed agli altri. La Volante lo ha accompagnato all'ospedale psichiatrico di Collegno. * * Un uomo, per rapinare la nonna ottantenne, l'ha stordita a calci e pugni e le avrebbe dato fuoco. L'allucinante episodio è accaduto a Biella, nella notte tra il 17 e lilllllllllllililltlllliilii.'ililiiitllllllitllllliiiiiillti il 18 febbraio scorso, ma soltanto in questi giorni è stato chiarito e il sostituto procuratore della Repubblica di Torino, dottor Silvestro, ha emesso ordine di cattura contro il presunto assassino, per omicidio volontario pluriaggravato, rapina ed incendio. L'uomo, Amilcare Parmigiani, 37 anni, via Voli 8, si difende: « E' tutto un equivoco, sono innocente ». La vittima, Antonia Acquadro vedova Aquila, abitava in una stanza, all'ultimo piano di un piccolo edifìcio dì antica costruzione, in un cortile Interno al n. 5 del vicolo Chiasso, tra le vie Italia e Colombo. Il nipote, che abita a Torino, quella sera fu notato a Biella: è un giovane che ha già subito alcune condanne. A tarda notte una donna, già interrogata dalla polizia e dal magistrato, Io avrebbe udito bussare alla porta della nonna materna. Le indagini non hanno ancora accertato però se fu l'Acquadro ad aprire, o se il nipote si Introdusse in casa, forzando la serratura. Che cesa sia avvenuto nella stanza è coperto dal segreto istruttorio. Si sa che, verso le tre, I coniugi Pierina Pozzo e Fortunato Bianchetti, di 76 e 74 anni, abitanti in un alloggio vicino, sono stati svegliati dalle grida e dalle invocazioni di aiuto dell'Acquadro. « Ci siamo alzati e siamo andati alla porta della donna. Abbiamo visto uscire fumo denso e lingue di fuoco: non sapevamo come entrare, il fuoco ci respingeva ». Vi riusci, poco dopo, Riccardo Accurzio, di 49 anni. Ai suoi occhi si presentò uno spettacolo impressionante; l'Acquadro, svenuta e quasi soffocata dal fumo, giaceva sul pavimento, tra il letto e un divano, completamente bruciato. Il fuoco le lambiva il vestito. L'Accurzio afferrò la donna e la portò sul balcone, cercando di rianimarla. Nel frattempo arrivavano i vigili del fuoco: dopo un'ora le fiamme furono spente. L'anziana donna ricevette le prime cure all'ospedale di Biella, poi fu trasferita a Torino, nel reparto grandi ustionati del Centro traumatologico. Ebbe una prognosi di 25 giorni. In un momento di lucidità, chiamò al capezzale un medico e gli disse: « E' stato mio nipote Amilcare. E' venuto a casa mia di notte, aveva bevuto molto, era ubriaco. Mi Ita chiesto dei soldi, ma io glieli ho rifiutati. Avevo 100 mila lire che custodivo in un cassetto, gli unici miei rispàrmi. Lui ha insistito, poi, visto che io non cedevo, mi ha aggredita con pugni, calci e schiaffi ». Secondo il racconto della donna, a questo punto il nipote avrebbe acceso una candela e l'avrebbe avvicinata al divano, dove lei era caduta, stordita. Presi i de nari, si sarebbe allontanato di corsa, mentre le fiamme si levavano dal materasso. Il Parmigiani, rintracciato e «fermato», fu trasferito nelle car- ceri del Borgo Piazzo, a disposizione del sostituto procuratore della Repubblica di Biella, dottor Tacconi, il quale ritenendo che sussistessero « sufficienti indizi di colpevolezza (dichiarazioni della persona offesa e dei testi interrogati dalla polizia giudiziaria! » firmò ordine di cattura contro di lui, per tentato omicidio. Le condizioni della donna, col passare dei giorni, si aggravarono: il suo fisico, debilitato per l'età e per il terribile spavento, non sopportò le conseguenze delle ustioni.La morte della donna, avvenuta a Torino, ha fatto sì che l'istruttoria, incominciata a Biella, venisse trasmessa, per competenza, alla Procura della Repubblica della nostra città. Come detto, il dottor Silvestro,dopo accurato esame degli atti, ha emesso nuovo ordine di cattura contro il Parmigiani, con la Imputazione di omicidio volontàrio, per aver « appiccato il fuoco al divano sul quale si era cori-cata la nonna materna Antonia Acquadro dopo averla storditacon pugni: reato commesso al fi — ne di occultare quedo di rapi nae per assicurarsi t impunita dalloper stesso » li Parmigiani, che e difeso dal-l'avvocato Perla, e stato trasferitoalle a Nuove ». Ha detto: « So diessere accusato di un delitto gru-rissimo Ma e un equivoco: sonoinnocente. Quella notte non eroa Biella. Lo dimostrerò ». * Luigi Nicola, 64 anni, viaPasso Buole 55, è morto ieri pomeriggio alle Molinette per frattura della base cranica. Il 9 marzo, attraversando in bicicletta l'incrocio di via Pio VII e corsoTraiano, era stato investito dalla« 500 » dl Vittorio Giusiano, corsoCaio Plinio 74. ec l l l Fl Sili i Cll Gli infermieri trasportano Italia Bancalà - Il Figlio Silvio, ricoverato a Collegno